Martedì 31 maggio, al mattino, un impiegato del Politecnico di Atene (NTUA) si è presentato all’entrata dell’edificio occupato Gini per consegnare una comunicazione del Rettorato, rendendo ufficiale la minaccia di espulsione che ci era già stata rivolta oralmente nell’ultimo periodo dai guardiani del Politecnico, il personale amministrativo e persino un portavoce della comunità afgana in Grecia che aveva cercato di avvicinare i/le migranti accolt* nell’edificio occupato Gini, affermando di eseguire gli ordini del Ministero greco dell’Educazione.
Secondo la comunicazione dell’università, “…dei lavori di restauro degli elementi decorativi della facciata devono avere luogo in tutta urgenza” così come “…lavori di disinfestazione, perché gli esami delle facoltà d’Istituto previsti per il 6 giugno 2016 possano avere luogo.”
Questo sviluppo arriva in un momento in cui è in corso una militarizzazione accresciuta nel territorio controllato dallo Stato greco, qualche giorno soltanto dopo l’espulsione del campo di Idomeni, e mentre migliaia di migranti sono stati trasferiti in campi di concentramento e centri di retenzione in condizioni pessime e umilianti, dovendo affrontare nuove esclusioni e persecuzioni, più o meno come se fossero i rifiuti umani dei nostri tempi. Le autorità dell’università riconfermano la loro complicità col resto delle nobili istituzioni repressive della democrazia greca, l’esercito, la polizia, i mass media, ma anche i meccanismi parastatali che si nascondono nelle strade dei centri urbani e della provincia, che danno la caccia ai sans-papiers, a chi parla male il greco o non lo parla per niente, a chi è stato spostato o esiliato dai propri luoghi d’origine come conseguenza della violenza quotidiana esercitata dall’apparato economico e di guerra di chi detiene il Potere.
Per quanto ci riguarda non commenteremo l’urgenza del Rettorato di restaurare l’edificio. Ma non possiamo non commentare il linguaggio del Potere quando parla di “lavori di disinfestazione”. Dichiariamo che non permetteremo a nessuna squadra di disinfestazione (che abbia o meno un’uniforme) di entrare e difenderemo l’occupazione fino alla fine. Continueremo a contagiare il corpo sociale col virus della solidarietà, la dignità e l’insurrezione, contro gli impiegati dello Stato, del Capitale e della dominazione, contro il mondo delle frontiere e delle discriminazioni nazionali.
Rettori, lo squat dell’edificio Gini resta dov’è.
Nessuno può spegnere la fiamma che abbiamo acceso.
Resistenza anarchica ovunque!
Edificio Occupato Gini
[all’interno del Politecnico di Atene; entrata dalla via Stournari, Exarchia]
in inglese