Il testo che segue è un estratto della brochure ” Uno scritto di, e Intervista con il compagno Georgiadis Polykarpos “. La brochure contiene anche un’intervista che il combattente Polykarpos Georgiadis,incarcerato dal 27 ottobre 2010, ha dato per ” Urla dalle celle del carcere ” il programma radiofonico della stazione radio auto-organizzata FM 98 (Atene). Esso include anche un testo scritto dal compagno – che abbiamo scelto di tradurre – in materia di contro-informazione, con riferimenti al movimento rivoluzionario e ai ruoli dei diversi mezzi impiegati.
I
Un vecchio adagio afferma che ‘la conoscenza è potere’. Infatti la conoscenza è intrecciata con tutti i livelli del potere: la conoscenza come potere, la conoscenza come autorità, ma anche la conoscenza come rivoluzione.I Pitagorici erano grandi ricercatori e adoratori della conoscenza, ma hanno mantenuto i risultati della loro ricerca all’interno della propria cerchia d’élite autoritaria.Qualsiasi Pitagorico che ha tentato di socializzare e diffondere la conoscenza era considerato un traditore e veniva presto pianificata la sua uccisione. I pitagorici si resero conto che la conoscenza puo’ costituire uno strumento di potere speciale: la gente deve rimanere vittima dell’ignoranza e della superstizione, al fine di rimanere immobile e facilmente manipolabile.
Dovevano essere esclusi da qualsiasi fonte di conoscenza e informazione. L’accesso a queste fonti è era riservato ad una stretta cerchia del clero.
Anche ad Atene nella sua ‘età dell’oro’, nota per la sua grande tolleranza,i filosofi pionieristici furono cacciati e i loro libri bruciati pubblicamente. Prendiamo il caso di Protagora, che metteva in dubbio l’esistenza di Dio (attraverso l’agnosticismo piuttosto che il diretto Ateismo).
Anche nell’epoca pre-Gutenberg , il rogo dei libri è stato l’equivalente al rifiuto della conoscenza, un atto che è stato sfruttato al massimo dal cristianesimo medievale (il paolinismo per essere più precisi).
Milioni di libri scientifici e filosofici sono stati persi per sempre, specialmente i libri dei dissidenti (Epicuro,i cinici,i sofisti, ecc). Il Papale “Index Librorum prohibitorum” (indice dei libri proibiti) contiene circa otto milioni di titoli di libri tra cui il lavoro di Cartesio , Kant, Keplero, Lubiana e molti altri.
Tuttavia, la rivoluzione borghese, identificando la libera circolazione delle merci con la libera circolazione delle idee, rilascio’ grandi forze di conoscenza libere dal controllo del clero. Lo scoppio delle forze produttive generate dal capitalismo sono state accompagnate da un’esplosione della conoscenza (e quindi un’esplosione d’informazione).
Tuttavia, mentre le conoscenze e le informazioni diventano più accessibili, la maggior parte delle conoscenze e delle informazioni si diffondono attraverso e per mezzo di istituzioni intermedie e manipolative: scuole, università, mass media, giornalismo semi-professionale del web, ecc..
II
L’appropriazione e l’uso rivoluzionario della conoscenza (non solo la conoscenza scientifica, ma anche la contro-informazione, lo scambio di esperienze,la memoria collettiva,la teoria rivoluzionaria ed anche le attività ricreative) è uno degli strumenti più importanti che il movimento rivoluzionario ha a sua disposizione.
Come prolifiche infrastrutture di guida del movimento hanno un grande ruolo da svolgere: attraverso la pubblicazione di libri, manifestazioni, di processi di auto-educazione, pagine web, stazioni radio, ecc.Questi mezzi non solo creano la contro-informazione e nemmeno sono semplice parte di un processo di accumulazione di conoscenza o conoscenza di sé stessi.
Fanno parte di una intera rete di mezzi e infrastrutture di costruzione di un movimento di pratica sociale che sconvolge lo status quo, causando un rapimento sia materiale che mentale all’interno della società di classe.
La rivoluzione sociale non riguarda un futuro indeterminato, una profezia finale. La rivoluzione non verrà improvvisamente, né sarà una terra con una società senza classi sociali rispetto al capitalismo. La rivoluzione consiste in una vera e propria tendenza che si sviluppa dentro e contro la società esistente.
E ‘una forza sociale che mina i rapporti sociali esistenti. La rivoluzione non comincera’in un giorno nel futuro. La rivoluzione è già presente, e lo e’da molto tempo …
III
Tuttavia, ogni mezzo non è un feticcio segreto, né gerarchicamente ‘superiore’ o ‘inferiore’. Fa’ parte di una totalità organica unificata che entra nel progetto rivoluzionario complessivo . Dobbiamo evitare la logica della divisione del lavoro all’interno del movimento: il frequentatore di un luogo di ritrovo, il teorico, il rivoltoso, il pacifista, il bombarolo, lo squatter, il terrorista, il radiobroadcaster, gli illegalisti, il relatore all’assemblea, l’ascoltatore all’assemblea, l’editore, il lettore, ecc..
Quando queste parti si separano, quando il mezzo diventa centrale e la forma trionfa rispetto al contenuto, allora il capitalismo prevale ancora una volta su di noi e l’alienazione rimane scolpita sul corpo e lo spirito del movimento rivoluzionario.
Quando la logica della feticizzazione prevale, quando il mezzo supera la causa e diventa ruolo di se’stesso , quando l’esperienza è separata dalla teoria, quando l’atto cessa di essere una parte dell’unità tra pensiero e azione, quando cioe’emerge una separazione idealistica e dualistica , travestita in un contesto rivoluzionario.
Allora si scopre ancora una volta che il sistema è dentro di noi. La specializzazione alienante ed alienata è nata e questo riguarda tutti i mezzi di lotta (fino ad oggi abbiamo solo parlato di ‘esperti della violenza’ dal momento che questo problema preoccupa gli esperti della teoria …).
Ma, dobbiamo riconoscere che la divisione del lavoro all’interno del movimento riflette, fino ad un certo punto, la divisione sociale del lavoro: ‘Questa divisione esiste in tutte le sfere della nostra società, ma esiste anche nel movimento rivoluzionario.
Al contrario è un continuo processo evolutivo (sia individuale che collettivo) che è già iniziato. Ma non può essere totalmente realizzato a meno che emerga una società senza classi. Dobbiamo riflettere sulla de-alienazione in maniera dialettica, come un progetto in progresso, non in modo metafisico, ma come qualcosa che esiste o non esiste affatto.
L’alienazione causata dalle relazioni sociali odierne ed il progetto di de-alienazione rivoluzionaria continuerà a combattere dentro di noi fino al cambio delle relazioni sociali: fino a quando il regime di indispensabilità sara’ sostituito dal regime di libertà, fino a quando lo Stato, la schiavitù del salario e la privatizzazione dei mezzi di produzione saranno distrutti, fino alla riappropriazione delle nostre condizioni esistenziali.
La lotta per la de-alienazione comprende anche la lotta contro la feticizzazione del mezzo : l’olismo rivoluzionario pone un congiuntivo “e” dove la divisione pone un disgiuntivo “o”.Un mezzo penetra l’altro, proprio come il passato, presente e futuro della rivoluzione si alimentano a vicenda attraverso la compenetrazione della memoria rivoluzionaria, la rivoluzione in questo momento (‘qui e ora’), e il nostro scopo storico (quello di una societa’ senza classi). Qualsiasi interruzione del mezzo, proprio come qualsiasi interruzione di continuità spazio-temporale, è pura metafisica.
IV
In questo contesto dovremmo esaminare tutti i mezzi a disposizione della causa rivoluzionaria, tra cui la ‘circolazione’ della conoscenza-informazione, come ad esempio attraverso le stazioni radio auto-organizzate.Le dobbiamo esaminare non come isolate ‘isole di libertà’ , ma come mezzo che crea insieme un sotterraneo culturale anti-autoritario e delle comunità di lotta, di resistenza e solidarietà.Creano una componente aggiuntiva di un movimento sociale più ampio che realizza il compito negativo della distruzione dell’attuale degrado sociale, tanto quanto il compito positivo della formazione di nuovi rapporti sociali basati sulla solidarietà, in altre parole, la formazione del nuovo mondo anarco-comunista dalle viscere del vecchio mondo.Si tratta di un complesso progetto di co-evoluzione che procede al di là di qualsiasi armato o disarmato, pacifico o violento, feticismo teorico o pratico. Rivoluzione per mezzo del popolo, non dei mezzi.Le persone sono quelle che realizzano la rivoluzione, facendo loro la storia, con la creazione di relazioni sociali che sono competitive a quelle già esistenti, trasformando se stessi, l’ambiente e la società, distruggendo ciò che li distrugge. Questo è un processo dialettico: armato e disarmato, violento e pacifista, teorica e pratica …
Polykarpos Georgiadis
Prigione di Kerkyra
27/2/2011