Bonanno rilasciato ma costretto a lasciare il paese; Stratigopoulos rimane in prigione: dichiarazione delle famiglie.

Compagni,

Il processo di Bonanno e Stratigopoulos, presso la città di Larissa, ha dato come risultato la condanna per Bonanno a 4 anni di prigione per partecipazione alla rapina, mentre Stratigopoulos è stato condannato per rapina a mano armata ad 8 anni e 3 mesi, senza alcun riconoscimento di circostanze attenuanti e senza possibilità di sospensione di pena.

Fin dal primo momento è stato chiaro che il giudice e il procuratore tendevano ad un giudizio veloce e senza alcuna caratteristica politica/ideologica, ma come unica guida l’archivio criminale dell’accusato Bonanno. In breve, volevano dare prova che Alfredo Bonanno fosse il leader dell’azione, l’autore morale della rapina, e che Christos ne fosse il pupillo, colui che dà esecuzione al piano.

Ad ogni modo, grazie alle solide evidenze, ai testimoni che hanno dato testimonianze favorevoli ai due e al fondamentale contributo degli avvocati (Papadakis, Kourtovik, Sineli), queste infamazioni non hanno retto.

Il fatto che Alfredo fosse finalmente libero, poiché ha di fatto già scontato la sua pena, ha infastidito alquanto i rappresentanti dello stato, che si sono dunque ingeniati alla ricerca di un qualsiasi trucco, legale o meno, col fine di torturarlo ancora un po’. Così, dalla prigione di Larissa, lo hanno trasportato al quartiere generale della polizia della città, con pretesti burocratici (ovvero di dover conseguire l’approvazione per la sua uscita dal paese da parte del quartier generale di Atene).

Lì ci hanno informati che, oltre allo stato di allerta nel quale era stata messa l’Interpol con una seganlazione nei confronti di Alfredo, lo avrebbero trattenuto fino a quando gli alti funzionari politici avessero “giudicato opportuno” espellerlo dal paese, ai sensi dell’art. 106 del decreto presidenziale del 2007. Più tardi nella notte, dopo aver chiamato un avvocato a Larissa, ci hanno comunicato che Alfredo era stato arrestato di nuovo in base alll’art. Precedente, poiché considerato minaccia per la sicurezza pubblica e persona non gradita in Grecia.

Per l’ennesima volta è stato dimostrato quello che era già più che ovvio. Un uomo di 74 anni, già con una salute assai debole, è considerato “pericoloso”! E lo stesso è successo anche con noi che eravamo fuori, pochi compagni che lo aspettavamo e sedevamo su delle panchine: sono stati inviati agenti antisommossa , agenti in borghese, agenti della squadra mobile con motorini e della squadra mobile “superiore” con moto, insomma, tutte le forze dell’ordine possibili, proprio perchè eravamo pericolosi per la sicurezza pubblica!

Davanti a questa più che evidente “vendetta” politica, giocata con una sottile guerra spicologica nei confronti di Alfredo, l’unica cosa che ci rimaneva da fare era decidere se appellarci davanti alla corte di Larissa, il che significherebbe che Alfredo continuerebbe a star dentro fino a quando non venga presa una decisione o fino a quando lo stato greco non decreti la sua esplulsione ufficiale. Infine la soluzione dataci dai suoi avvocati è stata il suo rilascio martedì pomeriggio 23 Novembre e di lasciarlo partire da Larissa, attraverso Atene, verso l’Italia nei giorni seguenti.

Dopotutto, compagni, dal giorno del suo arresto fino a ieri, e allo stesso modo per i restanti giorni di prigione per Christos, loro e noi vogliamo mandare un grande “grazie” a tutti gli amici e i compagni che sono venuti in supporto da Konitsa, da Giannina e da tutta la Grecia, così come dall’estero, e per tutti coloro che sono stati al nostro fianco, dandoci coraggio e supporto psicologico, morale e finanziario.

Noi tendiamo le nostre mani ai compagni, uniamo il nostro essere compagni in una dinamica solidarietà anarchica…

Le famiglie di Christos e Alfredo

Mercoledì 24 Novembre 2010

fonte: http://athens.indymedia.org/front.php3?lang=el&article_id=1227909

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