3 aprile 2017
Toccò a quelli giusti! Lunedì 03 aprile 2017 abbiamo fatto visita notturna alle amministratrici immobiliari Haack e WohnWert (parte di Kindler & Fries) e di Haack abbiamo messo fuori uso una vettura (latte acido nel condizionatore, pece ai vetri) e presso WohnWert abbiamo distrutto l’entrata in vetro.
Queste azioni sono espressione dei confronti per lo spazio casa e la questione bollente “a chi appartiene la città?”…
WohnWert continua a comperare palazzi interi e facendolo continua ad esercitare pressione su chi li abita. Nel 2012 un inquilino che viveva da 60 anni in una delle sue abitazioni a Linden Nord fu spinto al suicidio con una disdetta pianificata e poi la sua vedova subito costretta a sloggiare. Nel 2014 la ditta faceva sgomberare nella Nordstadt un intero palazzo con i soliti metodi spiacevoli. Come buona notizia: per questo ci furono delle apparenti occupazioni e un piccolo scontro con la polizia, ma la risposta era repressione – in un caso addirittura con la pena condizionale.
Haack è noto in generale che scaccia lx inquilinx con i suoi trucchetti, sfruttandone anche l’ignoranza giuridica.
L’amministratrice è responsabile che in luglio 2015 un inquilino a Linden-Mitte fu sgomberato con la forza. Con dei falsi pretesti gli offrirono di cambiare in una casa nuova. Fu convinto di firmare un contratto per una nuova casa e una disdetta per la vecchia abitazione. Ma Haack ha stracciato il contratto per la casa nuova, aspettato un anno fino alla scadenza dei termini legali e malgrado le richieste di difficoltà sociale insisteva per lo sgombero. Durante lo sgombero fu scacciato dalla sua casa con l’impiego dello spray urticante ed alcunx dex 50 manifestanti furono citati in tribunale dopo di che la polizia lx toglieva di mezzo a suon di bastonate.
Obiettivo di questa dichiarazione non è, però, dire perché abbiamo deciso di attaccare giusto questi obiettivi, bensì discutere la questione di come intervenire nei processi di espulsione partendo da una prospettiva emancipatrice. Azioni precedenti, iniziate con l’occupazione della L98, per prime hanno fatto la gentrificazione un oggetto del dibattito pubblico a Hannover. Addirittura di riflesso, dopo ogni azioni si lamenta che avrebbe colpito “quelli sbagliati”. Secondo noi dietro questi riflessi c’è di più che una delegittimazione della politica militante. Sono piuttosto loro ad essere prigionieri del pensiero che la gentrificazione sarebbe riducibile alle decisioni volontarie di determinatx attori. La frase vuota che avrebbe colpito quelli sbagliati implica che ci sarebbero quelli giusti, che i criteri secondo cui decidere ci sarebbero. I schemi che ci offrono sono semplicisti. L’espulsione sociale, come lo dimostrava la discussione attorno al proprietario della L98 e la venditrice di gelati, è immaginata come qualcosa che viene da fuori.
L’inquietudine pubblica si scaricava anzitutto sul fatto che ambedue sarebbero del posto. Per discolparli si ricorreva ai loro motivi individuali. Tutti hanno dei motivi comprensibili per le proprie azioni. Anche Haack e WohnWert hanno motivi comprensibili per la loro azione. Alla fine fanno un normalissimo “lavoro” da amministratrici. Ma la nostra critica non e moralistica, che mira ai grandi investitori senza scrupoli, meglio ancora se americani. La nostra critica e con questo la base della nostra resistenza s’accende per il fatto molto più banale che alcunx possono fare di case soldi, mentre altrx sono dipendenti da questo spazio per abitarvi. La struttura di fondo che porta al fatto che lo spazio abitativo diventa merce, è astratta. Ma le conseguenze di questi rapporti sono concreti: affitti che aumentano dove rende e così i processi sociali sono infiltrati dalla logica di mercato. Cioè, la gente non se ne va perché le piace andare altrove, bensì viene negato il loro diritto alla casa. Giocano un ruolo gli interessi finanziari, ma anche il razzismo, il classismo e i motivi personali possono avere influenza sul modo di esercitare il proprio potere.
Di questa contraddizione di base facciamo il punto di partenza della nostra politica. Significa che non stiamo a valutare moralmente i livelli di scrupolo o i modi più sfruttatrici per commisurare la nostra azione, bensì determiniamo i nostri interventi tatticamente lungo questo rapporto. Le nostre azioni mirano al rafforzamento degli attriti e delle resistenze che nascono da questa contraddizione fondamentale, e con ciò a creare terreni di scontro ove le strutture astratte diventano visibili e gli attori concretamente attaccabili. Terreni, sui quali nel migliore dei casi si possono conseguire delle vittorie parziali. Che sia impedire uno sgombero coatto, impedire una trasformazione di case da affittare in case di proprietà oppure la riduzione del margine d’azione di coloro che hanno la possibilità di lucrare sull’abitare. Con i nostri attacchi notturni ci muoviamo su questo terreno.
Rifiutiamo l’idea di considerare la resistenza dal punto di vista penale. Le categorie giuridiche non c’interessano. Piuttosto, coloro che profittano del fatto che lo spazio casa è una merce devono sapere che le loro azioni saranno anche legali e comprensibili in una logica capitalista, ma che questa logica contraddice la nostra concezione che l’organizzazione della vita dovrebbe soddisfare i bisogni di tuttx. Questa concezione è semplice. È meno ingenua dell’idea che l’organizzazione capitalista della società funzioni. Poiché funziona come principio capitalista ma se si tratta di far vivere la gente in condizioni decenti, allora non funziona. Ma giusto questo resta il nostro obiettivo: la vita decente per tuttx!
La Limmerstrasse 98 nel 2011 era occupata per cinque giorni. Mediaticamente il proprietario s’inscenava come “abitante del luogo” che voleva edificare per se e famiglia. Che già allora erano progettate case di lusso, interessava quasi nessunx.
Quando nel 2013 furono rotti i vetri nella Stephanusstrasse non si vedeva ancora nulla della manifattura gelati alla moda Frioli. La protesta non si dirigeva dunque contro la produzione di gelati ma contro il sfitto dello stabile con conseguente risanamento di lusso.
Fonte: https://linksunten.indymedia.org/de/node/208625
Traduzione dal tedesco mc, CH