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Spoleto: I tempi stanno cambiando / Dibattito e concerto

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Sabato 17 novembre 2018: I tempi stanno cambiando

Ore 17.00: discussione
Le necessità energetiche dell’attuale sistema economico e il continuo sviluppo tecnologico richiedono e dettano le odierne condizioni di sfruttamento, accentuando il divario tra sfruttati e sfruttatori e generando l’attuale catastrofe ecologica. A quest’ultima il potere intende porvi rimedio attraverso la continua accelerazione dell’innovazione tecnologica, mentre ogni anno – a causa di guerre e catastrofi “naturali” – migliaia di persone sono costrette a lasciare i luoghi in cui sono nate per cercare altrove un posto in cui vivere. Esistono dei precisi legami tra le migrazioni, lo sviluppo tecnologico, l’apparato energetico, la distruzione della terra. Intendiamo riflettere su tali questioni prendendo in considerazione la complessità e le varie facce di queste ultime.

Ore 20.00: cena

Ore 22.00: concerto dei 22.08 (electro-garagekore da Lucca)
A seguire dj set NyMala a\e D.D (digital dub)

Circolaccio Anarchico, viale della Repubblica 1/a, Spoleto (Umbria)
e-mail: circolaccioanarchico[at]inventati[dot]org

[Italia]: È disponibile il numero 8 di FENRIR

È disponibile il numero 8 di FENRIR, pubblicazione anarchica ecologista di supporto ai/le prigionierx, azione diretta, aggiornamenti e analisi sulle lotte anarchiche e di liberazione animale, umana e della terra in tutto il mondo. 84 pagine A4

In questo numero:

– Editoriale
– Se non ora, quando?
– Per un Giugno Pericoloso
– Scia di attacchi alle infrastrutture energetiche e dialogo tra
anarchicx
– Su anonimato, rivendicazione e riproducibilità delle azioni
– Un naufragio in corso?
– La scienza al servizio della repressione
– L’individuo nella società tecnologica. La schiavitù dell’automazione
– Nell’era digitale
– A cosa serve l’energia?
– Canti di festa da terre lontane
– Il sangue nel microchip
– Guerra per la sopravvivenza in Africa
– Cyborg anti-tecnologia?
– Notizie dal necromondo
– Insurrezione contro il destino
– Aggiornamenti sui/le prigionierx e sulla repressione di Stato
– Lettere dal carcere
– Letture consigliate

Il costo è di 3 euro a copia, oppure di 2 euro per ordini di 5 o più copie. Il costo della spedizione con “piego di libri” ordinario è di 1,30 euro.

Per ricevere una o più copie scrivici: fenrir@riseup.net

Aiutaci a distribuire “Fenrir”, se hai una distro o vuoi un po’ di
copie, contattaci!

Francoforte, Germania: Smontato recinto prima di sradicamento

Francoforte al Meno, 12 gennaio 2016

Nella notte dell’11 gennaio abbiamo smontato il recinto attorno al pezzo di bosco previsto allo sradicamento per la cava di ghiaia Sehring. Abbiamo svitato gli elementi di raccordo e sparso i pezzi del recinto nel bosco.

La cava di ghiaia Sehring presso Langen attualmente s’espande per 60 ettari. Vi s’opposero i comuni locali e il BUND (il trad.: organizzazione ambientale tedesca) ma per vie giuridiche non riuscirono a impedire il progetto. Ecco perché e con copertura da parte della presidente verde del governo di Darmstadt il bosco viene abbattuto inverno dopo inverno.

La ghiaia estratta dalla Sehring sotto la copertura boschiva di un tempo va poi a finire nei megaprogetti inutili del capitale tipo la pista d’atterraggio Nord-Ovest ed il terminale 3 nell’aeroporto di Francoforte o nel nuovo edificio BCE nell’Ostend (il trad.: Banca centrale Europea e quartiere di Francoforte).

Noi vogliamo che il bosco rimanga come contributo alla protezione del clima e spazio pubblico ricreativo vicino alla città. Per tuttx e gratis. Ecco perché lo abbiamo ridato al pubblico.

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc

Hannover, Germania: Vernice a Deutsche Bank perché finanzia la lignite

162171162168162167Hannover, 14 dicembre 2015

Nella notte dal 13 al 14 dicembre abbiamo marchiato con la vernice la facciata e l’interno della filiale della Deutsche Bank al Schwarzen Bären a Hannover. Ecco la nostra presa di posizione:

Dal 30 novembre al 12 dicembre dex rappresentanti di 195 Stati si sono riunitx per la Conference of Parties (COP) 21, la cosiddetta conferenza per il clima. Obiettivo esplicito di tali conferenze è da ormai 20 anni di arrestare “il pericoloso cambio climatico prodotto dall’uomo” (1). Ma le questioni della cura del clima avanzano al massimo a piccoli passi – l’influenza dei gruppi che smentiscono un cambio climatico dovuto all’uomo, dex rappresentanti dell’economia e degli interessi nazionali particolari è troppo forte.

Ecco perché i risultati delle conferenze contraddicono in modo anche scurrile i fatti scientifici: Prima si farebbero degli sforzi nella protezione del clima, più facilmente si potrebbero evitare le gravi conseguenze. E per i battibecchi grettamente egoisti per un vantaggio concorrenziale ai singoli paesi manca semplicemente il tempo.

Anche se il trattato globale sul clima ora concluso potrebbe essere un segnale positivo che indica un cambiamento nel modo di pensare, molte questioni rimangono tuttora aperte: come raggiungere gli obiettivi nominati, se gli obiettivi fissati per la riduzione delle emissioni degli Stati partecipanti non bastano nemmeno per un accenno di miglioramento? Quanto è vincolate l’accordo, oppure si tratta solo di una irrilevante dichiarazione d’intenti? Le misure necessarie saranno davvero realizzate, per esempio una fine veloce del carbone in Germania?

Inoltre, alcune misure per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica sono da respingere – chi vuole continuare a bruciare i materiali da cui si ricava energia e poi pressare nel sottosuolo i gas serra che ne derivano, non ha capito nulla del problema e rifiuta un cambio del modo di pensare in direzione di una maggiore sostenibilità. È un cambio nel modo di pensare al quale anche un accordo sul clima contribuisce ben poco – poiché non cambia una virgola del fatto che nel nostro attuale sistema economico conviene spesso sfruttare e distruggere l’ambiente.

Vorremmo richiamare l’attenzione sul fatto che questo accordo, negoziato e deciso dai capi di Stato e Ministri, non va abbastanza lontano. Dove stanno le possibilità di partecipazione per le milioni di persone che hanno realizzato da tanto tempo che il cambio climatico non significa conseguenze economiche bensì che si tratta molto concretamente del proprio futuro?

Inoltre, vorremmo contribuire a rivelare alcuni peccatori climatici un tantino meno evidenti.

Perché la Deutsche Bank?

Oltre che per le speculazioni alimentari (2) e una fila di scandali per frode, è perché la Deutsche Bank partecipa in modo particolarmente intenso ai finanziamenti nel settore del carbone. Negli anni 2010–15, la Deutsche Bank investiva solo nelle imprese di sfruttamento della lignite già più di 3,2 miliardi di euro. In più altri investimenti nell’industria del carbone minerale, che è altrettanto dannoso per il clima e l’ambiente – e addirittura in ditte che applicano il metodo estrattivo, criticato in tutto il mondo, del mountain top removal, dove con l’esplosivo fanno saltare intere cime di montagna. Tra le banche tedesche è l’istituto che sta al primo posto dei finanziamenti al carbone (3).

Noi diciamo: Un sistema economico nel quale con la distruzione del nostro ambiente si può fare dei soldi a iosa, è insopportabile! Non può essere parte della soluzione, è chiaramente parte del problema.

Noi diciamo: “System change, not climate change!” e lottiamo per il superamento del capitalismo e degli attuali rapporti di potere, per una società solidale, aperta, che si ritiene parte del proprio ambiente.

(1) http://unfccc.int/essential_background/convention/items/6036.php
(2)https://www.foodwatch.org/de/informieren/agrarspekulation/aktuelle-nachrichten/deutsche-bank-konferenz-war-nur-pr-show/
(3) Europas größter Klimakiller – Braunkohle und ihre Geldgeber, urgewald e. V., November 2015

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, dicembre 2015