24 Giugno 2013
Questo breve testo è parte di una serie di scritti critici in divenire riguardanti l’”anarchismo civile”, come già affrontato da Venona Q. e le edizioni Dark Matter, in risposta alla dichiarazione della Federazione Anarchica UK/Libcom riguardo alla gambizzazione del CEO Roberto Adinolfi di Ansaldo Nucleare a Genova, Italia (1). Due compagni anarchici, Nicola Gai e Alfredo Cospito sono accusati dell’azione, rivendicata dalla Cellula Olga/FAI-FRI. Solidarietà agli accusati, prigionieri a Ferrara, Italia. Questo frammento è semplicemente il meandro di una serie di riflessioni, il risultato di un taccuino e un pomeriggio piovoso, piuttosto che un “manifesto” o il tipo di asciutta dichiarazione politica a cui invece è una risposta.
I. “Avendo realizzato dozzine di attacchi contro gli obiettivi del sistema, soprattutto con distruttivi esiti materiali, siamo stati e saremo sempre precisi. Miriamo specificatamente alle istituzioni e ai rappresentanti del sistema, dando particolare attenzione a non ferire chi non è un nostro obiettivo.” CCF
La violenza non è né buona né cattiva. É la base dello stato per il suo dominio e consenso. Chiunque vuole spezzare questa relazione viene di norma definito come criminale e/o pazzo. Ogni azione mirata a tale trasgressione di norma viene denominata “illegale” o magari “terrorismo”.
II. “Non ci sono innocenti. Facciamo tutti parte della macchina sociale del potere. La questione è se siamo olio o sabbia nei suoi ingranaggi. Inoltre, rifiutiamo la nozione di apparente innocenza della società. Il silenzio non è mai innocente. Odiamo sia la mano che tiene la frusta che la schiena che passivamente la subisce.” CCF
I cittadini volenterosi, i media, la polizia, i tribunali, i giudici, le prigioni e l’esercito sono la linea di difesa dell’ordine di questa relazione nella società. La violenza anarchica è la rottura di quest’ordine, la rivendicazione/espressione del nostro potere e la rottura della complicità della massa sottomessa (2). Essa rappresenta la crisi della realtà esistente e l’inizio della sua distruzione.
III. “La vita acquista valore in base alle scelte che ogni individuo compie” CCF
Ovviamente va detto che quando gli anarchici usano la forza, essa non è mai indiscriminata. Gli anarchici civili, il cui solo dominio è davvero il reame della politica, reagiscono alla retorica del “terrorismo” imposta dallo stato attraverso la semplice ripetizione dei suoi dogmi circa i “rischi per la vita” di impiegati postali e d’ufficio. Ciò è chiaramente una questione di aspetti tecnici e operativi colpire gli obiettivi stabiliti, ma io non piangerò per i segretari di Swissnuclear (3), il direttore di Equitalia (4), né per il dirigente di Ansaldo Nucleare. Né mi allarmerò se un impiegato di un’ambasciata viene ferito, chiunque eccetto gli idioti capisce cosa rappresentano questi posti. I nuovi guerriglieri anarchici non cercano la clemenza in base alla chiara definizione dei loro obiettivi, ma esprimono la propria opposizione secondo i propri termini e modi.
IV. “Le tigri della collera sono più sagge dei cavalli dell’istruzione” William Blake
Gli anarchici civili tracciano la stessa divisione come i marxisti rispetto ai “criminali” e loro stessi: “i buoni” che stanno dentro le leggi dei loro parametri di condotta auto stabiliti e “i cattivi” che sono condannati dalle loro regole. Fuori dal regno unito molti compagni hanno una relazione molto più stretta con la “violenza” e la “criminalità” per via di rapine in banca, attacchi organizzati, cortei agguerriti, furti, truffe, contraffazione ecc e aggiungono a ciò la possibilità dell’esperienza della clandestinità. L’illegalismo è il pane dell’insurrezione. Molti sono già finiti in prigione già e possiamo imparare dai loro casi in molti luoghi. Nel regno unito c’è una vasta mancanza di esperienza riguardo all’organizzazione dell’attacco, la raccolta delle idee e i rapporti dei gruppi d’affinità rispetto alle “azioni criminali”. Andare oltre la legge è parte dello sviluppo del progetto anarco-insurrezionale ed è una parte del motivo per il quale gli anarchici civili disprezzano e svalutano i casi dei compagni prigionieri o latitanti – perché rifiutano le loro azioni, le tendenze d’attacco e il discorso globale degli anarchici d’azione. Azioni individuali di violenza/negazione non approvate dai loro gruppi teorici sono considerate come parte della sfera “criminale” o “terrorista” e bollate come provocazioni. Cosi, gli anarchici civili diventano parte del discorso del potere e si configurano come un settore della repressione. Chiedetevi, in tutta la retorica del “lavoratore” – dov’è il “criminale”?
Non tutti i “criminali” sono ribelli ma c’è un intero mondo che non viene considerato. Non è un errore, gli anarchici civili disprezzano i criminali e non cercano la fine delle prigioni, solamente la loro riforma. Sono spaventati dalla marmaglia antisociale, Re Teppa, che è tornata per bruciare tutte le abitazioni dei politico-meritocrati e le città, perché gli anarchici civili sono i “poliziotti del futuro”.
Per gli anarchici civili, essenzialmente nel loro pensiero cristiano-socialista, il “lavoratore” semplicemente chi segue la traiettoria della loro direzione, che fa ciò che fanno tutti, che non prenderà più di quanto vale come lavoratore e vorrà solo chiedere di più ma ottenendolo raramente. Il “criminale” non segue la traiettoria, è un Escluso. Il criminale prende ciò che vuole, anche più di quanto necessita, e non si china davanti a nessuno. Il criminale non viene gestito dai servi civili o dagli anarchici civili, cosi il criminale è estromesso dai loro discorsi. O soppresso. É lo stesso processo per l’incontrollabile Unico.
V. “Per noi non ci sono vie di mezzo. Chi predica le sue intenzioni anarchiche si trova di fronte ad un dilemma cruciale, quello di agire o di lasciare per sempre l’anarchia. Anarchia dall’ultima linea dei caffè e dei pettegolezzi non esiste… Agisci o taci…”
Cospirazione delle Cellule di Fuoco-FAI/FRI
Bande di Coscienza-FAI/FRI
Nucleo Sole-Baleno
Gli attacchi sono l’obiettivo primario della nuova guerriglia urbana anarchica, per distruggere gli schemi di attività dei funzionari, delle condutture dei motori della megamacchina economica, e per diffondere terrore tra le classi degli inclusi. La distruzione di banche, negozi, infrastrutture elettriche, trasmissioni internet, cellulari, televisione, antenne radio e attacchi alle tecnologie del dominio possono non essere propriamente definiti come “violenza” o “terrorismo”, ma i colpi che infliggono sono abbastanza da spingere l’autorità a proteggersi da essi. La distruzione della proprietà danneggia il nemico e la massa sottomessa, e ha un chiaro fine insurrezionale. Rifiuto l’etichetta “non violenta” spesso usata per azioni di sabotaggio, e considero queste come parte della lotta multiforme che supera tali definizioni utili al controllo sociale. La violenza anarchica è “criminale” nel senso che va contro le aspettative sociali dell’ordine e del consenso, cosi è probabilmente perfettamente accettabile presumere – soprattutto nel nucleo post industriale, dove il senso della pace sociale è alto – che i nemici più vicini che gli anarchici possono aspettarsi di trovare cercando di prevenirli tramite il danno al loro operato sono altri anarchici, – quelli civili – quelli che preferiscono evitare la repressione e continuare la loro inoffensive routine nelle metropoli del mondo.
VI. “Parliamo attraverso il fuoco. Ricordiamo e teniamo sempre a menta le nostre sorelle e i nostri fratelli sequestrati dallo stato e rinchiusi dietro le sbarre. Continuare la guerriglia urbana contro i nemici della libertà. Che le azioni parlino per noi.”
Unità della Rabbia FAI/FRI Indonesia
La gambizzazione del CEO Roberto Adinolfi non la considero particolarmente “violenta”, non più di un’azione anarchica di libero arbitrio e libertà. Queste azioni purtroppo sono rare e non avvengono con abbastanza frequenza, è una sfida a provarci di più. Sicuramente ritengo che tali azioni dovrebbero essere parte fondante di ogni insorgenza anarchica, e nonostante il belato elitario degli anarchici civili sono molto contrariato che la Federazione Anarchica Italiana condivida lo stesso acronimo della Federazione Anarchica Informale. Ecco perché non è necessario dare occhiali a chi non sa leggere. Sono dieci anni che la Federazione Anarchica Italiana dichiara che la Federazione Anarchica Informale è uno spauracchio poliziesco. Una falsa opinione che gli anarchici civili nel regno unito hanno ripetuto come pappagalli per un decennio perché si adatta alla loro cieca politica. Nella loro dichiarazione denigratoria della gambizzazione di Adinolfi, confondono le azioni separate di attacco come azioni di un gruppo singolo, ma la FAI non esiste come la ritraggono loro, non incidentalmente, è lo stesso modo in cui si muove la repressione nelle manovre come l’operazione Ardire, il processo Marini, ecc. In questo modo cercano di diffondere menzogne, quello che vale per uno vale per l’altro, a priori. Il loro fine è stato svalutare e fiaccare una nuova e incontrollabile tendenza anarchica, che minaccia la loro organizzazione. Temono la criminalizzazione dei loro gruppi di passatempo, bettole ed eventi minori, così aiutano la criminalizzazione della prossima generazione di lotta anarchica e tentano di reprimerla. Come loro hanno preso le loro decisioni, noi abbiamo preso le nostre, e i risultati sono visibili a tutti – una forza informale insurrezionale che aumenta e non segue una sola direzione, teoria o metodo, ed è coerente alle idee anarchiche. Rispedisco le accuse di “avanguardismo” e “elitarismo” alle organizzazioni dominanti di noia e contegno anarchico civile. Non ho bisogno di diventare un membro tesserato di un culto politico centralizzante e dare una percentuale dei miei introiti al comitato per essere anarchico! O per organizzarmi!
Per loro, il capitalismo è solo una “relazione sociale” che non può mai essere modificata senza aderire a “obiettivi e principi” della loro organizzazione formale che parla di “cultura resistente” di cui mancano prove concrete. Infine parlando per me, il capitalismo è solo una piccola parte del dominio che affronto oggi con i miei compagni sparsi in tutto il mondo, che lottano contro la totalità dell’esistente e accettano tutti i metodi anarchici e le conseguenze del loro utilizzo. Le azioni internazionali della FAI/FRI e degli anarchici d’azione sono più che insulso tepore e sterile propaganda socialista di “un mondo dove le nostre vite sono davvero sotto il nostro controllo”.
VII. “Soprattutto non dimentichiamo che le azioni seguono le parole”
CCF
A differenza degli anarchici civili, ritengo non ci sia essenziale differenza nella validità tra violenza rivoluzionaria anarco-insurrezionale individuale o collettiva, che provenga da un “movimento di massa di lotta di classe” o no. Un’azione piccola o grande; un fracasso minore o una vasta rivolta; uno striscione, una vetrina rotta, una sede devastata, una banca bruciata; un’azione solidale, un favore, un
regalo, un pasto, un letto; un opuscolo, un articolo, un manifesto o uno slogan sul muro può diventare alla fine un proiettile nella testa dell’autorità e restare come una ricchezza della nuova internazionale nera anarchica.
VIII. “La FAI / FRI, è una cospirazione internazionale degli anarchici della prassi, che mette fuoco alle posizioni difensive degli anarchici societaristi e riformisti. Si libera dell’odore di muffa che si è stabilito nell’anarchia degli anfiteatri e riempie l’aria con l’odore della polvere da sparo, dell’anarchia nera, della notte, delle esplosioni, degli sabotaggi. È per questo che nei recenti annunci dell’Europol il Fronte Rivoluzionario Internazionale del FRI, della FAI e della Cospirazione sia il rischio anarchico numero uno.”
Cospirazione delle Cellule di Fuoco-FAI/FRI
Bande di Coscienza-FAI/FRI
Nucleo Sole-Baleno
In questo mondo in rovina considero le mie parole, le mie idee e il mio operato come una goccia che si unisce alla tempesta di catastrofiche proporzioni che i miei compagni noti e ignoti stanno scatenando. Si sta già scatenando il caos in tutto il mondo e i fronti di pressione ancora operano. Insieme ad altri selvaggi e violenti Unici ci incontreremo nei giorni e nelle notti per commettere crimini contro la società e lo stato.
Un abbraccio al mio amico Giannis Naxakis. Un abbraccio infuocato a tutti i compagni prigionieri.
L.
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