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Francoforte sul Meno: Incendiate tre auto della finanza

21 aprile 2017

A Francoforte Höchst abbiamo incendiato tre autocivette della finanza. Una settimana dopo l’attacco degli sbirri alla casa dello studente di Francoforte e al caffè Koz, la nostra rabbia si è scaricata così. Non è diretta solo contro questa operazione concreta degli sbirri, ma contro il regime razzista dei confini di tutta la repubblica federale. In una società benestante come la nostra, gran parte della gente ha deciso di prendere la via più facile e preferisce prendere a calci lx suppostamente più deboli e di dare libero sfogo alle loro idee misantropiche. Ma chi fugge ha delle ragioni che sono da ricercare nella nostra storia, nel rapporto degli Stati occidentali con le società e gli Stati nel cosiddetto sud globale. A Berlino è imminente la cd G20-African-Partnership-Conference, dove si riuniranno lx rappresentanti delle cd potenze guida globali per accordarsi sui propri interessi capitalisti e militari. Ma la resistenza c’è.

Un’alleanza vasta prepara una grande manifestazione antirazzista e anticapitalista per il 10 giugno. Attivatevi – solidarizzatevi!
(…) I cacciatori di teste hanno il sistema – difendiamoci contro il sistema!

La finanza fa parte di queste “autorità per la protezione dei confini”. Perciò è addetta anche alla protezione delle frontiere e coinvolta nella supposta “Agenzia per la protezione delle frontiere Frontex” e perciò diretta corresponsabile per la strage ai confini esterni europei. La loro politica è la morte.
Inizio giugno ad Amburgo ci sono delle azioni contro il vertice G20. Abbiamo collocato il nostro attacco negli actiondays per la mobilitazione contro il G20.

Mandiamo saluti solidali a chi è colpitx dalla violenza razzista e statale.

Mandiamo saluti solidali ax anarchicx in prigione ad Aachen accusatx di esproprio di una banca – i nostri cuori ardono.

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Vienna: Attentati all’Ambasciata italiana – Solidarietà con gli anarchici imprigionati a Torino!

Ricevuto il 25 maggio

Ieri sera, per esprimere la nostra solidarietà attiva, abbiamo attaccato l’Ambasciata italiana con bombe a colori. Per l’immediato rilascio di Antonio, Antonio e Francisco, che sono in prigione dal 3 maggio.

Per l’abrogazione degli arresti domiciliari di Giada, Fabiola e Camille. Sono accusati di resistere a un ricerca della polizia nel loro quartiere in febbraio.

in tedesco, inglese, portoghese

[Italia]: Solidarietà ad Alfredo Cospito in sciopero della fame da Vetriolo

Il 3 maggio l’anarchico Alfredo Cospito – prigioniero in regime di AS2 nel carcere di Ferrara per la gambizzazione dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Adinolfi, e di recente destinatario di un altro mandato di arresto per l’operazione “Scripta manent” – ha iniziato uno sciopero della fame della durata di dieci giorni contro la censura che gli blocca la maggior parte della corrispondenza in entrata e in uscita. Alfredo chiede ai compagni e alle compagne di spedire libri, riviste, lettere e materiale cartaceo in quantità, per sostenere il suo sciopero della fame e infrangere l’isolamento dettato dalla censura carceraria.

Il PM Sparagna di Torino impone la censura per i compagni e le compagne imprigionati/e per l’operazione “Scripta manent”. Negli ultimi mesi la censura è divenuta più stringente e molta parte della corrispondenza viene sistematicamente censurata e bloccata; libri, giornali e spedizioni di ogni tipologia quasi mai giungono a destinazione. La censura ha colpito anche uno scritto che lo scorso dicembre Alfredo ci aveva spedito per essere pubblicato su Vetriolo.

Così come in gennaio uno scritto è stato sequestrato ad Anna, per un’altra pubblicazione. Parallelamente nessuna copia del nostro giornale è giunta ad Alfredo e agli altri prigionieri: sequestrato dalle guardie, o spesso semplicemente scomparso.

È chiaro che se l’isolamento nei confronti dei compagni e delle compagne viene intensificato e reso così pressante è anche, e soprattutto, grazie alla censura e al blocco della corrispondenza. È chiaro che per il potere non è tollerabile che i compagni e le compagne possano continuare a contribuire al dibattito tra i refrattari e i nemici dell’autorità. Se il misero lavoro di spionaggio e la censura vengono sistematicamente intensificati è perché il potere suppone e immagina di poter annientare e ammutolire gli anarchici e le anarchiche nelle sue prigioni.

Bisogna fare dunque una breve analisi di questo odioso strumento del dominio. Il visto di censura è una disposizione, ordinata dal PM, che prevede che ogni lettera, in entrata e in uscita, venga letta dal secondino incaricato per questo infame lavoro, scannerizzata e inviata alla Procura. I frutti più succulenti di questo spionaggio dovrebbero poi venire utilizzati nel processo. Un ulteriore incremento di questo strumento è il blocco della corrispondenza: in questo caso il secondino, evidentemente seguendo linee guida indicate dalla magistratura, decide che non solo quella determinata lettera – come tutte le altre – verrà fotocopiata e spedita copia in Procura, ma bensì che essa non può entrare affatto nelle mani del destinatario. Il salto qualitativo applicato nei confronti dei compagni e delle compagne arrestate lo scorso settembre nell’operazione “Scripta manent” è l’utilizzo sistematico di questo blocco. Negli ultimi mesi si è andati verso una progressiva intensificazione dei blocchi della corrispondenza, deteriorando ogni comunicazione e impedendo ormai ai prigionieri di ricevere qualunque tipo di pubblicazione rivoluzionaria.

Una dinamica obbiettiva che, senza vittimismo, va osservata e denunciata. Così come non possiamo non osservare che tale intensificazione non riguarda solo un singolo carcere (quindi le
paranoie securitarie di quel singolo secondino o di quella singola direzione penitenziaria): è evidente che c’è una regia da parte della Procura di Torino. I solidali devono dire chiaramente e coraggiosamente che la responsabilità di questo comportamento liberticida è del dottor Sparagna.

Sparagna non è il solito PM da barzelletta delle numerose inchieste anti-anarchiche. È un “eroe” dell’antimafia. Un gran pezzo di Stato, apprezzato dalla buona borghesia, come testimonia la solidarietà espressa dall’associazione Libera nei suoi confronti, che arrivò persino a paragonare gli anarchici alla ‘ndrangheta. Come il dominio scelga i personaggi a cui affidare le proprie operazioni repressive, per le loro capacità o per le suggestioni simboliche che portano seco, è un altro elemento non trascurabile per una analisi e una pratica rivoluzionaria di solidarietà.

Nella consapevolezza che – nell’immediato, non in un radioso futuro – è la solidarietà nell’azione rivoluzionaria a poter spezzare questo isolamento e a poter distruggere le galere, esprimiamo la nostra solidarietà ad Alfredo in sciopero della fame e agli anarchici e alle anarchiche prigionieri/e.

Le compagne e i compagni della redazione del giornale anarchico Vetriolo

un testo di solidarietà in portoghese qui

[Italia]: Per un Giugno Pericoloso

Scritto a partire dalle riflessioni degli incontri ‘A testa alta’

In questo sistema di dominio la repressione statale è parte fondamentale e una delle sue espressioni più infime; non ci sorprende che storicamente ad essere attaccati con più forza siano quelli che non si lasciano recuperare dal sistema di potere, ovvero le individualità anarchiche, rivoluzionarie e ribelli.

Queste ultime, alla repressione fisica, psicologica, morale, sociale ed economica portata avanti da tutte le componenti del potere democratico ed alla brutale violenza indiscriminata dei loro bracci armati e della magistratura, contrappongono l’azione diretta mirata contro i responsabili dell’oppressione, la distruzione creativa e liberatrice dei luoghi del dominio e il sabotaggio ai danni delle sue infrastrutture, per porre fine o quanto meno ostacolare le cause dello sfruttamento e dell’oppressione dell’essere umano sull’essere umano, sulla terra e sugli animali.
Nell’ottica della liberazione totale, assistere passivi alla riproduzione del dominio è essere complici, perciò c’è chi continua ad alzare la testa e ribellarsi.

In conseguenza a ciò il potere mette in atto le sue strategie repressive e continuano i processi e i procedimenti contro compagni in riferimento ad azioni, momenti di conflittualità e scritti; il prossimo mese si terrà l’udienza in cassazione della cosiddetta operazione Shadow, in cui alcuni compagni ed una compagna sono accusati, tra le altre cose, di istigazione a delinquere per la pubblicazione della rivista KNO3. * (NdR: L’Operazione Shadow è il procedimento per 270 bis che la Procura di Perugia attuò nel 2008. Il reato associativo cadrà in primo grado ed in appello si concretizzerà, nel 2015, ad una condanna di 3 anni per due compagni e ad un terzo compagno indagato a piede libero per 302 c.p. con l’aggravante di finalità al terrorismo per gli articoli di KNO3 ed a condanne ad altri compagni per tentato sabotaggio ad una linea ferroviaria e furto d’auto.)

Questi procedimenti sono un’espressione della guerra che l’autorità porta avanti contro il connubio tra pensiero e azione che è il fondamento della pericolosità dell’anarchismo. Ogni operazione sbirresca, aldilà degli individui e delle lotte specifiche, mira a colpire i concetti cardine del pensiero e del metodo anti-autoritario come l’azione diretta, il rifiuto della delega e la solidarietà.

A partire da queste riflessioni, negli incontri che si sono sviluppati a seguito degli arresti dell’operazione Scripta Manent, anziché soffermarsi a discutere delle strategie repressive, si è sentita la necessità di non ridurre la solidarietà a un sostegno tecnico a chi è in carcere, ma di allargare lo spettro delle nostre analisi.
In questo senso, ci si è confrontati su come la solidarietà sia un elemento fondamentale del nostro agire anarchico e dei rapporti di complicità volti alla distruzione del dominio; una solidarietà che vada quindi al di là degli attacchi della repressione, e sia in grado di non farsi soffocare dalle specificità dei percorsi di lotta, nel momento in cui ci si riconosce in una tensione comune di attacco. In particolare, la solidarietà attiva è uno strumento essenziale per rispondere alla violenza dello stato, per non ricevere passivamente i suoi colpi, per mantenere un carattere di attacco di fronte ad essi, così da non sviluppare atteggiamenti al ribasso e vittimistici, che è proprio ciò che la repressione si auspica. Ragionando in un’ottica offensiva, di conflittualità permanente ed internazionalista, al di là dei differenti percorsi di ognuno, si riduce il rischio dell’isolamento, invalidando uno degli obiettivi principali del nemico.

Esprimere solidarietà nei confronti di contesti e progetti specifici non significa doversi uniformare ai discorsi ed alle pratiche di chi viene colpito, e nemmeno inserirsi necessariamente nella scia di una lotta o di una pratica: riconoscendoci in un orizzonte comune, è possibile agire in solidarietà secondo la propria tensione individuale.

La creazione di rapporti di solidarietà, a livello locale come internazionale, è un obiettivo strategico, che dovremmo porci per cercare di far fronte al potenziamento dei mezzi e delle volontà repressive nei confronti delle individualità anarchiche, rivoluzionarie e ribelli.

Pensiamo sia necessario indirizzare le nostre proposte, progettualità ed obiettivi verso la distruzione di questo sistema, che struttura i rapporti sociali e di dominio appiattendo il dissenso attraverso il recupero e, quando non è possibile, eliminandolo attraverso la repressione.

In questo senso, riconosciamo l’importanza della multiformità di tensioni e pratiche all’interno dell’anarchismo, proprio perché più differenze ci sono in un contesto, maggiore è la possibilità di non immobilizzarsi su posizioni prestabilite e dogmatiche, a condizione che ogni lotta e attacco specifico si inserisca nell’ottica più ampia della tensione alla sovversione.
Riconoscere il valore di questa diversità vuol dire anche porre le basi per contrastare ogni tendenza accentratrice ed egemonizzatrice nell’anarchismo.
Questo è possibile solo attraverso un atteggiamento di autocritica e critica costante tra i diversi approcci, che vada nella direzione di una crescita qualitativamente significativa, tanto dell’analisi di ciò che ci circonda, quanto delle diverse maniere possibili per organizzare la distruzione di ciò che ci opprime.

Rifiutando di catalogare e far catalogare le nostre diverse tensioni in aree identitarie, pensiamo che ogni attacco all’autorità interagisce all’interno dei meccanismi e rapporti sociali e contemporaneamente agisce contro la società stessa.

Da un punto di vista strategico una multiformità di pratiche è utile per alimentare la complessità di forme di organizzazione e di attacco, stimolando così la discussione su mezzi e fini all’interno delle diverse progettualità anarchiche d’azione. Capire come valorizzare questa multiformità, senza diluire i contenuti nell’ottica di un comune progetto di distruzione totale di questo sistema di dominio, è una necessità impellente.
È importante considerare le diverse proposte e progettualità non come antitetiche e statiche ma come strumenti, risorse e possibilità a disposizione degli anarchici e delle anarchiche, purché abbiano alcune caratteristiche che riteniamo fondamentali, quali la conflittualità permanente, l’attacco, l’indipendenza da strutture politiche istituzionali e/o organizzate gerarchicamente,  e l’informalità come strumento organizzativo.

Parlando di conflittualità permanente intendiamo una tensione all’irrecuperabilità delle nostre pratiche e discorsi, il rifiuto di sottoporre il nostro agire a valutazioni opportunistiche. Con questo non si esclude la possibilità di sviluppare una strategia relativa alle modalità e agli obiettivi, ma questa non può essere la giustificazione dell’attendismo, né dell’annacquamento dei propri contenuti in un’ottica di allargamento quantitativo.
Ribadiamo da questo punto di vista il rifiuto di ogni intervento di collaborazione con il potere o che presti il fianco al recupero. Con quest’ultimo termine intendiamo la strategia del potere di inglobare le esperienze ed i comportamenti per esso potenzialmente pericolosi, reindirizzandoli ai suoi scopi.

Nelle democrazie il meccanismo del recupero è complementare al volto più duro della repressione ed ha il  fine di perpetuare questo sistema di sfruttamento e oppressione: il tentativo di inclusione e integrazione di alcune forme di rifiuto è volto ad aumentare la partecipazione al gioco politico, creando divisioni per poter più facilmente attaccare chi allo spettacolo della società non vuole partecipare.

L’azione anarchica diretta alla distruzione della società del dominio risponde sia alla pulsione che rifiuta l’autorità e quindi non media con essa, mirando ad abbatterla violentemente, sia ad una più ampia strategia che parta dalla consapevolezza che non si vivrà mai liberi creando isole all’interno di questa società di massa.
È quindi imprescindibile che una lotta, affinché non sia riformista, contempli come pratica l’attacco diretto.

In seguito all’operazione Scripta Manent si trovano al momento, Alfredo, Nicola, Danilo, Valentina, Anna, Marco e Sandrone nelle sezioni di alta sicurezza, sottoposti a limitazioni e censura della comunicazione con l’esterno.
Altri anarchici si trovano nelle carceri in Italia e nel mondo, altri ancora qui e altrove sono sottoposti a diverse misure restrittive, come arresti domiciliari e obblighi di dimora.

Lanciamo per il mese di Giugno una mobilitazione in solidarietà alle individualità anarchiche, rivoluzionarie e ribelli colpite dalla repressione, come momento di coordinamento tra iniziative e pratiche.

Roma, 30 aprile 2017

Anarchiche e Anarchici

in portoghese

Grecia: Solidarietà col compagno Panagiotis Aspiotis

L’anarchico Panagiotis Aspiotis – attualmente incarcerato nella prigione di Korydallos – ha iniziato uno sciopero della fame mercoledì 22 marzo, per protestare contro il rifiuto della sua iscrizione all’Istituto professionale (IVT) pubblico della prigione benché ne avesse i requisiti. Qualche giorno fa, altri quattro prigionieri si sono uniti allo sciopero della fame per la stessa ragione.

Nella precedente richiesta di trasferimento, P. Aspiotis aveva invocato ragioni di studio – dato che era stato ammesso all’IVT della prigione di Korydallos – così come ragioni personali legate alla possibilità di comunicare con la sua compagna e con il figlio appena nato. Il rifiuto della sua domanda non ci coglie assolutamente di sorpresa, dato che il Ministero della Giustizia – che collabora fedelmente col pubblico ministero del Comitato carcerale, Stamatina Perimeni – ha da tempo gettato la maschera che nascondeva la loro mentalità fascista. Stavolta la ragione legalmente infondata che invocano per privare P. Aspiotis e gli altri compagni in sciopero della fame del diritto a studiare all’IVT è che i prigionieri sono registrati in prigioni diverse da quella di Korydallos. Questo gesto pregiudica l’esistenza stessa dell’IVT, visto che dei 21 richiedenti ammessi con successo ai corsi soltanto a 9 è stato dato il permesso di frequentare. Non è una coincidenza neppure il fatto che lo stesso pubblico ministero – che mostra di essere un nostalgico dei campi d’esilio di Makronissos – sia lo stesso che ha ripetutamente respinto le domande di permesseo di K. Gournas e D. Koufontinas, chiedendo loro un atto di pentimento.

Il rifiuto di queste richieste da parte dei fedeli collaboratori della coalizione di governo SYRIZA-ANEL costituisce una violazione flagrante dei diritti dei prigionieri e un tentativo di accentuare la loro marginalizzazione sociale. I loro annunci, ben pubblicizzati ma vuoti, sul miglioramento delle condizioni di vita dei prigionieri, come anche, più specificatamente, le disposizioni per la creazione delle “scuole della seconda-opportunità” e gli IVT (Istituti professionali), comunicate dal Ministro della giustizia (E. Fytrakis) un paio di mesi prima, si è presto rivelato una vuota promessa e l’ennesima campagna rivolta ai media per calmare i prigionieri e far tacere ogni asserzione di diritti umani.

Questo governo non è nient’altro che l’ennesimo governo che delude il pubblico, promuove e protegge gli interessi delle elite economiche, impoverisce il popolo tagliando stipendi e pensioni, dona proprietà e installazioni a uso alloggio a banche e grandi compagnie e mette in vendita i beni pubblici per soddisfare l’appetito rapace delle multinazionali. Portano avanti i piani dei loro predecessori con zelo eccessivo smantellando ogni sensibilità sociale che possono aver predicato e intensificando i progetti di oppressione.

Il caso di P. Aspiotis è una lampante manifestazione del desiderio di rivalsa, l’ipocrisia e l’autoritarismo del meccanismo di applicazione delle leggi dello stato. Nel febbraio 2016 il compagno è stato gravemente ferito dagli uomini dell’Unità dell’Antiterrorismo dopo il suo rifiuto di fornire un campione di DNA e, come conseguenza “naturale”, l’Unità dell’Antiterrorismo l’ha portato in processo il 6 aprile al tribunale di via Evelpidon [ad Atene]. Che fornire campioni di DNA raccolti forzatamente dal pubblico ministero sia stato ufficalmente, anche se solo in teoria, vietato dopo la dura e accesa lotta dei prigionieri politici che avevano cominciato uno sciopero della fame nel marzo 2015 non conta niente.

Il nostro compagno P. Aspiotis e tutti gli altri prigionieri che prendono parte a questo lungo sciopero della fame difendono il diritto umano fondamentale dell’accesso all”educazione e la loro unica arma  sono i loro corpi e la loro stessa vita. Il Ministero delle Giustizia, insieme al pubblico ministero, prendono deliberatamente tempo così che lo sciopero della fame prenda fine e le richieste dei prigionieri rimangano insoddisfatte. S. Perimeni, E. Fytrakis e il Ministro della giustizia, S. Kontonis, utililzzano la salute e la vita dei prigionieri per le loro manipolazioni sistematiche. Devono essere tenuti a rispondere per le loro vite. Il compagno P. Aspiotis non è solo! Conviene che si preparino a una reazione proportionale al risultato delle loro azioni outcome of their actions!

Solidarietà col compagno P. Aspiotis e gli altri compagni in sciopero della fame.

Esigiamo l’immediata soddisfazione della loro richiesta di studiare all’IVT della prigione di Korydallos.

Iniziativa di solidarietà a P. Aspiotis e i compagni in sciopero della fame

in inglese, tedesco, portoghese

[]17-23 aprile] Appello internazionale ad azioni decentralizzate in solidarietà con le compagne anarchiche accusate di rapina ad Aachen

Amiamo la libertà, odiamo lo stato!

Una compagna di Amsterdam è stata arrestata nel 2015 e accusata di una rapina compiuta ad Aachen nel 2013. Dopo qualche mese di prigione e diverse settimane di processo è stata prosciolta e liberata. Ci aspettiamo che l’ufficio del pubblico ministero ad Aachen faccia appello contro la sentenza.

Nell’aprile e nel giugno 2016 due compagne di Barcellona vennero arrestate e incarcerate dallo stato spagnolo, dopodiché sono state estradate in Germania dove sono rimaste in preventiva. Sono accusate di un’altra rapina, sempre ad Aachen. Non solo le due compagne sono ancora in prigione, ma da gennaio sono sotto processo. La fine del processo è provvisoriamente programmata per il 22 maggio 2017 nella città di Aachen.

Non ci sorprende che chi lotta e si batte contro la miseria di questo sistema oppressivo venga perseguitato, punito e attaccato. Non ci interessa parlare di innocenza o colpevolezza, è il linguaggio dei nostri nemici. Ci rifiutiamo di attenerci a una logica che divide gli individui rendendone più facile l’arresto, sostenendo così l’industria carcerale. Condividiamo con le compagne l’odio per un sistema giudiziario che perpetua la divisione tra chi viene catalogato come ‘buon cittadino’ e chi merita di essere punito. Odiamo tutte le infrastrutture repressive di ogni stato come odiamo i legami che hanno con la chiesa, con la sua ancor più antica tradizione di oppressione. Per noi la chiesa è un’altra parte dell’impalcatura dello stato, entrambi direttamente collegati con le banche e la perpetuazione del controllo di cui facciamo esperienza ogni giorno. La logica e le regole imposte da queste istituzioni sono ciò che le nostre compagne sono accusate di aver sfidato.

Questo processo dimostra i passi da gigante che vengono compiuti verso lo sviluppo della repressione nella nostra vita di tutti i giorni. Nuove tecnologie, lo sviluppo di nuove tecniche per ottenere il DNA, analisi biometriche, telecamere… tutti dispositivi utilizzati per studiare, analizzare e controllare; formano una struttura che costituisce parte del nemico contro cui ci posizioniamo e che vogliamo distruggere. La coordinazione tra polizia, giudici e investigatori di diversi stati è una vecchia strategia che viene rispolverata in Europa e altrove e che conduce più rapidamente e in maniera ovvia verso un capitalismo più ‘puro’ e più sottile ma allo stesso tempo più feroce.

Con le vene cariche di rabbia, forza e coraggio, ci riprendiamo gli spazi nelle strade, usciamo rafforzati dagli attacchi repressivi. Siamo al fianco delle compagne imprigionate per mostrare loro, attraverso la nostra solidarietà, la passione nel distruggere un sistema che non vogliamo e di cui non abbiamo bisogno, e che continueremo a combattere qualunque sia l’esito di questo processo.

È un appello internazionale in solidarietà con le compagne accusate di rapina ad Aachen, è un appello a rinforzare i legami tra ribelli e oppress* di ogni parte del mondo, in ogni angolo. Usiamo i nostri strumenti per sabotare, attaccare e distruggere le strutture del potere, usiamo la nostra immaginazione per continuare a mostrare il nostro odio, e utilizziamo la nostra passione per continuare a camminare, per continuare a combattere. Lanciamo un appello per la settimana dal 17 al 23 aprile!

Niente finisce, la lotta continua! Finché tutt* non saranno liber*!
Solidarietà con le compagne anarchiche accusate di rapina ad Aachen. Libere, liber* tutt*!
Per la rivolta, per l’anarchia!

Per informazioni e aggiornamenti: solidariteit.noblogs.org
solidaritatrebel.noblogs.org

Febbraio 2017, da qualche parte nel mondo.

in portoghese, spagnolo

Marsiglia: Bancomat bruciato in solidarietà

Il bancomat della posta situato in via Lacédémone (6è arrondissement) a Marsiglia è stato bruciato nel week-end del 18 febbraio.
Un saluto caloroso a tute le persone che sono scese nelle strade queste ultime settimane (e anche prima!) per attaccare la polizia, la giustizia, e tutto quello che, in generale, rovina loro la vita.

E tra quest* agli/lle anarchic* incarcerat* a Parigi e altrove… Un pensiero particolare a Krem e Kara, messe in preventiva (accusate entrambe dell’incendio di una pattuglia di sbirri lo scorso maggio).

Libertà per tutti e tutte.

Berna, Svizzera: Prigione locale e furgone della polizia attaccati con bombe di vernice

Sabato 21 gennaio 2017 abbiamo bombardato di vernice la prigione regionale di Berna in un completo rifiuto di tutte le prigioni. Tornando dall’azione un furgone della polizia ha fatto l’errore di inseguirci e ha dovuto battere in ritirata di fronte al nostro intervento determinato. Quest’azione è stata intrapresa in solidarietà con la giornata globale d’azione per i/le prigionier* trans e l’appello a sostegno al gruppo Lotta Rivoluzionaria in Grecia.

Giornata di azione e solidarietà ai/lle prigionier* trans

Il 22 gennaio segna la seconda giornata annuale e globale d’azione e solidarietà ai/le prigionier* trans. Sguardi esaminatori, infamia, isolamento, molestie e violenza sessualizzata sono raddoppiati per le persone trans in prigione, a causa delle restrizioni fisiche ed emotive della gabbia letterale che non lascia loro via d’uscita. Questo evento viene organizzato a livello mondiale da prigionier* trans e i loro sostenitori e le loro sostenitrici. Permette a coloro che sono all’esterno di ricordare chi è dietro le sbarre, mostrare solidarietà e aumentare la consapevolezza dei problemi affrontati dai/lle prigionier* trans. Permette anche a chi è dentro di far sentire la loro voce e di organizzarsi.

Giornata d’azione in solidarietà con Lotta Rivoluzionaria

Una giornata globale d’azione in solidarietà con i/le prigionier* di Lotta Rivoluzionaria è stata chiamata per il 21 gennaio. Per quanto le autorità credano fermamente che imprigionando gli/le anarchic* potranno eliminare la lotta (armata), si sbagliano. In complicità totale, che sia dentro o fuori le mura delle prigioni, ci battiamo per un mondo libero dalla dominazione. Così facendo non riponiamo le nostre speranze in partiti di sinistra come Syriza, interessato soltanto alla pacificazione sociale, e che ha ancora una volta rivelato il suo vero volto con l’arresto di Pola Roupa e di suo figlio, come anche col trattamento dei/lle prigionier* anarchic*.

Solidarietà con tutt* gli/le anarchic* e gli/le altr* prigionier* politic* che sono stat* rapit* e incarcerat*.

in inglese, greco

Berlino: Attentato incendiario a posto di polizia

18 febbraio 2017

Il 21/22 febbraio a Berlino si svolge per la 20a volta il congresso europeo di polizia. Nel Congress Center di Berlino (CCB) s’incontrano i guerrafondai, i cacciatori di teste ed i fanatici della sicurezza per propagare i loro intrighi disumani.
Con il ministro federale degli interni Thomas de Maizière e il presidente della protezione della costituzione Hans Georg Maassen s’incontrano agenti e protettori dell Stato d’ogni risma a partire da Europol, Frontex, BKA fino al LKA e anche tante altre autorità. Ma ci sono pure lobbisti, imprenditori e profittatori di guerra come i giganti del riarmo Heckler & Koch, Taser, Rheinmetall e Vodafone.

Con lo slogan – L’Europa senza confini? Libertà, mobilità, sicurezza – discutono le future linee di battaglia e le rispettive tecnologie e armi con le quali il dominio si schiera sul campo.
Parole come senza confini, libertà e mobilità intendono anzitutto la cooperazione internazionale degli organi europei di repressione, lo scambio di dati e di conoscenze e la militarizzazione dell’Europa e dei suoi confini esterni.

Riteniamo un tale incontro una sfrontatezza e pensiamo: “Questi porci, non deve assolutamente essere … eh no!”; esattamente come anche il vertice G20 che dovrebbe avere luogo in estate ad Amburgo. I difensori dell’esistente e responsabili della miseria imperante non hanno meritato nessun palcoscenico. Ecco perché cospiriamo contro il sistema delle frontiere e del controllo e abbiamo attaccato il posto di polizia del contrasto alla criminalità della direzione 6 con due ordigni incendiari e un copertone.

Per tuttx quellx che dividono da noi con recinti e muri.
Per le centinaia di migliaia di persone che devono rischiare la vita sui confini esterni d’Europa.
Per lx due anarchicx prigionierx che in base all’operazione congiunta tra Audiencia Nacional e LKA Nordrhein-Westfalen sono statx arrestatx con l’accusa di aver rapinato una banca nel 2014 e ora sono sotto processo ad Aachen.
Per Pola Roupa e Konstantina Athanasopopulou recentemente arrestate in Grecia per la loro partecipazione al gruppo Lotta Rivoluzionaria.
Per Gabriel Pombo da Silva che fine gennaio è stato temporaneamente arrestato dai cani da guardia dello Stato spagnolo e messo davanti alla montatura “commercio illegale d’armi e di munizioni e fondazione di un gruppo armato”.
Per chi si rivolta nei sobborghi di Parigi e da più di una settimana scende in piazza contro le vessazioni razziste della polizia.

Fuoco e fiamme alla repressione – Abbasso la fortezza Europa
Ci vediamo ad Amburgo – Tschüss
Anarchicx

A tuttx lx interessatx che vogliono dimostrare ulteriore affetto alle ditte e istituzioni che partecipano al congresso di polizia:
@-yet GmbH, 3M, Akutklinik Urbachtal, Alcatel-Lucent Enterprise, Basler, BMS – Broadcast Microwave Services, BONOWI International Police-Equipment GmbH, Bosch, Bundesdruckerei GmbH, BDK, Bundeskriminalamt (BKA), Bundesverband der Dolmetscher und Übersetzer e.V. (BDÜ), BDA – BerlinDataAnalytics, Busch PROtective, Canon, Capgemini, Cellebrite, Cognitec, CONTURN, CSC, Cyber Akademie, Daimler AG, Dallmeier, Data-Warehouse GmbH, DERMALOG Identification Systems GmbH, Deutsche Hochschule der Polizei, DigiFors GmbH, Disy Informationssysteme GmbH, Deutsche Polizeigewerkschaft DpolG, DVZ DATENVERARBEITUNGSZENTRUM, E.I.S. Aircraft GmbH, EFB-Elektronik GmbH, Ekin safe city technologies, Ericsson, Esri deutschland GmbH, eu-LISA, Eurocommand GmbH, Forum Vernetzte Sicherheit (FVS), futureLAB AG, Gauselmann AG, Gewerkschaft der Polizei (GdP), Heckler & Koch, HELIOS Privatkliniken GmbH, HP Inc, Hytera Mobilfunk GmbH, IABG, IBM, Informations- und Bildungszentrum Schloss Gimborn (IBZ), IfmPt, INTERNATIONAL POLICE ASSOCIATION (IPA), Jenoptik, KRD Sicherheitstechnik, Kaspersky Lab, KEMAS, Kowa, KRIMINALISTIK, Microsoft Deutschland GmbH, MOBOTIX, Motorola Solutions, MSAB, NetApp, Panasonic Computer Product Solutions (CPS), PDV-Systeme GmbH, PLATH Group, RCS, Rheinmetall AG, Roadmetric, Rohde & Schwarz Cybersecurity, rola Security Solutions GmbH, SAP, Sapite GmbH, Scheer E2E AG, Schmidt & Bender GmbH & Co, Schönhofer Sales and Engineering GmbH, Sciengines, Seccon Group, Stashcat, T3K-Forensics, Trivadis, Schelhorn OWiG Software GmbH, secunet, Sinc, Sita, Smartfrog, Sopra Steria, STOOF International, SVA System Vertrieb Alexander GmbH, Taser – Axon, TASSTA, Ulbrichts Protection, Unisys, Verseidag-Indutex GmbH, VIMTEC – FAST, Vites, VirtualSolution, Vitronic, Vodafone

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Bruciata auto diplomatica francese

6 febbraio 2017

Armatx di un ordigno incendiario in una notte gelata giravamo per le strade di Berlino cercando un bersaglio con il quale comunicare che ci solidarizziamo con e prendiamo atto delle lotte dex nostrx compas sconosciutx contro il cesso per rifiuti nucleari CIGÉO nel bosco di Bure, della ZAD e in generale contro lo Stato francese d’emergenza. Come riteniamo anche meritanti appoggio altri interventi anarchici sul continente europeo, per esempio quelli di Lotta Rivoluzionaria in Grecia.

Perciò, la notte passata in località Schöneberg abbiamo incendiato un’auto diplomatica francese volendo con ciò salutare il prigioniero Damien Camélio e Pola Roupa e Konstantina Athanasopoulo recentemente arrestate ad Atene, per la cui libertà e contro tutti gli Stati dobbiamo lottare, e continueremo a lavorarci con diligenza.

È anche un appello per utilizzare il G20 ad Amburgo (https://www.liveleak.com/view?i=fa9_1485352794) per coordinare la nostra teoria e prassi, per arrivare ad una continua offensiva anarchica in ogni ambito ben oltre il vertice di luglio.
Il pezzo di merda francese che vuole rappresentare il proprio regime al G20 ad Amburgo vi è ovviamente malvisto nella stessa misura come tutti gli altri potenti. Ai diplomatici a Berlino consigliamo di nascondersi nelle Gated Communities.

FAI – “Nucleo Rémi Fraisse”

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Vienna, Austria: Solidarietà con Thunfisch

Mandiamo i nostri saluti solidali da Vienna/Austria a Thunfisch, arrestata il 21 novembre 2016 in merito alle proteste in solidarietà al R94, il 7 luglio. Viene tenuta prigioniera dal 29 novembre nella prigione femminile JVA Lichtenberg a Berlino.

Sabato 4 febbraio ci siamo riuniti come gesto di solidarietà. Per questo abbiamo scattato una foto con uno striscione che dice «Thun libera – Ama R94 – Odio per gli sbirri»

L’azione è stata organizzata nell’ambito di un evento per i/le prigionier* anarchici. Si trattava di una serata informativa sulla repressione e un party per sostenere finanziariamente gli/le anarchici che affrontano dei processi in questo momento. Era la seconda serata di questo tipo, per la solidarietà anarchica, con il marchio «Feierabendsoli» . L’evento mirava anche a dimostrare che ci sono altre forme di azioni solidali oltre alla semplice partecipazione a un benefit party.

Abbiamo quindi approfittato di questa serata per sostenere la compagna Thunfisch.

Mandiamo forza e capacità di resistenza a lei e a tutt* i/le nostr* compagn* in prigione!

Fuoco a tutte le prigioni!
Libertà per tutt* i/le prigionier*!

freethunfisch.blackblogs.org

in inglese

Tolosa, Francia: Solidarietà in atti ed emozioni

12 febbraio 2017

La vettura di un’agenzia immobiliare e una ruspa eiffage sono bruciate nella notte fra il 10 e l’11 febbraio. Qualche accendigrill e un po’ di motivazione sono bastati.

Abbiamo preso di mira l’azienda eiffage perché costruisce prigioni, e un’agenzia immobiliare a caso, perché ci rovinano sempre la vita.

Ma altre ragioni ci hanno spint* ad agire. L’ultima lettera di Damien che abbiamo letto ci ridato un po’ di coraggio. Fa piacere sapere che gli atti di solidarietà arrivano all’interno e raggiungono il loro scopo “colorando il grigiore delle mura”.

Così come quella lettera ci mette di buonumore, altrettanto l’arresto del compagno di Montreuil mercoledì scorso ci ha fatto infuriare e ci ha dato voglia di reagire. Che l* conosciamo o meno, in Francia e ovunque, apportiamo la nostra solidarietà in atti ed emozioni quando la repressione tocca quell* con cui condividiamo la sete di libertà e la determinazione contro ogni forma di potere, e questo sia che rivendichino le loro azioni o che scelgano l’anonimato.

Agli/lle anarchic* di prassi, ovunque nel mondo, vi mandiamo un po’ di calore.

Trieste: Arrestato anarchico di Udine. Presidio di solidarietà e indirizzo del compagno

Un compagno anarchico udinese da 8 mesi ai domiciliari a Trieste con le accuse di oltraggio e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, il 3 febbraio 2017, circa due settimane prima della sua liberazione, viene prelevato dalle carogne in divisa nella sua abitazione e portato nel carcere di Trieste, le motivazioni sono l’accusa di rapina e violazione del foglio di via da Udine. Per queste accuse viene condannato a un anno e nove mesi, ma per decidere con che modalità deve scontare la pena bisogna aspettare che una commissione si riunisca e prenda la sua decisione, nell’attesa che trovino il tempo di riunirsi, vale a dire tra uno, due, tre, quattro o chissà quanti mesi, nel frattempo il magistrato prende la decisione di detenere il compagno in carcere.

Alla luce di tutto ciò, sabato 11 febbraio 2017, saremo sotto il carcere di Trieste (via Coroneo) per portare la nostra solidarietà al compagno costretto agli arresti.

Per scrivergli:
Via Coroneo 26, Trieste
Casonato Alberto.

Seguiranno aggiornamenti.

Berna, Svizzera: Prigione locale e furgone della polizia attaccati con bombe di vernice

Sabato 21 gennaio 2017 abbiamo bombardato di vernice la prigione regionale di Berna in un diniego totale di tutte le prigioni. Sulla via del ritorno, un furgone della polizia ha commesso l’errore di inseguirci e ha dovuto ritirarsi dopo il nostro intervento determinato. Abbiamo compiuto quest’azione in solidarietà con la giornata globale d’azione per i/le prigionier* trans e l’appello a sostenere il gruppo Lotta Rivoluzionaria in Grecia.

Giornata di azione e solidarietà con i/le prigionier* trans

Il 22 gennaio cadeva la seconda Giornata globale di azione e solidarietà con i/le prigionier* trans.

Sguardi indagatori, infamia, isolamento, molestie e violenza sessualizzata raddoppiano per le persone trans in prigione, a causa delle restrizioni fisiche ed emotive della gabbia, in senso stretto, che non lascia loro via d’uscita. Quest’evento è organizzato a livello mondiale dai/lle prigionier* trans e dai loro sostenitori. Permette a chi è all’esterno di ricordare quell* che sono dietro le sbarre, di mostrare solidarietà e aumentare la consapevolezza riguardo le questioni affrontate dai/lle prigionier* trans. Permette anche a chi è dentro di alzare la voce e organizzarsi.

Giornata di azione in solidarietà con Lotta Rivoluzionaria

Per il 21 gennaio è stata chiamata una giornata globale di azione in solidarietà con i/le prigionier* di Lotta Rivoluzionaria. Per quanto le autorità siano convinte che arrestando degli/lle anarchic* riusciranno a eliminare la lotta (armata), in realtà si sbagliano. In complicità totale, all’interno o all’esterno delle mura delle prigioni, ci battiamo per un modno libero da ogni dominazione. Così facendo non riponiamo alcuna speranza nei partituncoli di sinistra come Syriza, unicamente interessati alla pacificazione sociale, e che ha ancora una volta rivelato il suo vero volto attraverso l’arresto di Pola Roupa e di suo figlio, come anche col trattamento dei/lle prigionier* anarchic*.

Solidarietà con tutt* gli/le anarchic* e gli/le altr* prigionier* politic* che sono stat* rapit* e incarcerat*.

in inglese, greco

Madrid: Foto della manifestazione in solidarietà con le anarchiche accusate di rapina ad Aachen

Che delitto è rapinare una banca in confronto al crearla? Né colpevol* né innocent*! (A)
Solidarietà ribelle. Prigionier* anarchic* a casa!

La manifestazione di sabato [21 gennaio 2017] a Madrid in solidarietà con le prigioniere accusate di rapina in una banca in Germania si è conclusa con decine di identificazioni, non ci sono stati arresti.

in spagnolo, portoghese, tedesco

Leuven, Belgio: Solidarietà con le accusate ad Aachen

Ricevuto via mail

A Leuven, Belgio, nella fredda notte del 17 gennaio, 50 parchimetri sono stati ricoperti di vernice e le serrature di diverse banche sono state incollate. Su una delle banche (e in altri luoghi della città) è stato taggata la frase: “Solidarietà con le accusate ad Aachen! (A)”.

Una piccola azione di resistenza… per mostrare alle accusate che non sono sole.

Contro le banche e il loro mondo!

in inglese, greco, olandese, tedesco

L’Aia, Paesi Bassi: Bancomat distrutti in solidarietà con le anarchiche accusate di rapina

La notte scorsa abbiamo distrutto 9 bancomat a L’Aia, Paesi Bassi, in solidarietà con le anarchiche accusate di rapina ad Aachen, in Germania. La data del processo è stata fissata al 23 gennaio, e si prolungherà per circa 26 giorni nel giro di 5 mesi.

Non ci interessa sapere se le compagne sono davvero responsabili per le rapine o meno. L’esproprio è una pratica eticamente giusta e politicamente legittima, un metodo di lotta che fa parte della storia di ogni movimento rivoluzionario.

Le vogliamo libere! Amore, rabbia e solidarietà!
Distruggiamo tutte le banche! Fuoco alle prigioni!

[Prigioni statunitensi] Sean Swain in sciopero della fame dal 26 dicembre

via SeanSwain.org (12 gennaio 2017)

Recentemente abbiamo ricevuto da parte di un suo amico la notizia che attualmente Sean è in sciopero della fame ed è stato messo in una cella speciale.

Nonostante i dettagli siano ancora vaghi, sappiamo che Sean rifiuta il cibo dal 26 dicembre 2016. Era accusato di estorsione nei confronti di un vice-direttore di prigione e un processo disciplinare era in corso quando ha cominciato lo sciopero della fame ed è stato trasferito in una cella speciale.

Sappiamo che la prigione riconosce il suo sciopero della fame e segue le procedure connesse, che includono che ogni giorno venga condotto al reparto medico dove viene pesato e vengono controllati i suoi segni vitali. Non è chiaro se cercano di negoziare con lui in qualsiasi modo.

Prendete il tempo di scrivere una lettera d’incoraggiamento a Sean:
Sean Swain #243-205
Warren CI, P.O. Box 120, 5787 State Route 63
Lebanon, Ohio 45036 [USA]

in inglese, francese, greco, portoghese, tedesco

Grecia: Lambros-Viktoras Maziotis Roupas affidato ai familiari

Striscione esposto dallo squat anarchico Utopia A.D. a Komotini, nel nord della Grecia: “Prigioniero a sei anni; l’odio cresce; feccia sbirri–giudici–media, assassini”

Oggi domenica 8 gennaio 2017, dopo un nuovo ordine del pubblico ministero, la nonna materna ha ottenuto la custodia temporanea di Lambros-Viktoras Maziotis Roupas, e la prigionia nel reparto psichiatrico (!) dell’ospedale pediatrico di Atene è infine terminata. Il bambino di 6 anni ha lasciato l’ospedale accompagnato dai parenti di primo grado.

Nel frattempo ci sono state proteste dei e delle detenut* nella prigione maschile e in quella femminile di Koridallos, nella prigione femminile di Elaionas a Tebe, e nella prigione di Trikala.

I membri di Lotta Rivoluzionaria Nikos Maziotis, Pola Roupa e Kostantina Athanasopoulou hanno interrotto lo sciopero della fame e della sete.

La corte prenderà una decisione sulla custodia definitiva del bambino entro sei mesi.

in inglese, portoghese

Atene, Grecia: Tre prigionier* di Lotta Rivoluzionaria in sciopero della fame e della sete – Lambros-Viktoras Maziotis Roupas rapito

Nelle prime ore del 5 gennaio 2017, due membri di Lotta Rivoluzionaria, la compagna Pola Roupa, latitante, e l’anarchica Konstantina Athanasopoulou sono state arrestate in uno dei quartieri della zona sud di Atene. La polizia anti-terrorismo ha assaltato il nascondiglio in cui si trovavano Pola e suo figlio di 6 anni, mentre Konstantina è stata arrestata in una casa vicina.

Separato da sua madre con la forza, Lambros-Viktoras Maziotis Roupas — figlio dei membri di Lotta Rivoluzionaria Nikos Maziotis e Pola Roupa — viene tenuto prigioniero in un ospedale pediatrico e sorvegliato dalla polizia (!), senza aver diritto di vedere i parenti più stretti e nemmeno il rappresentante legale dei genitori.

Le autorità greche, e in particolare il pubblico ministero minorile, la s.ra Nikolou, continuano a rifiutare di affidare il bambino ai parenti di primo grado di Pola Roupa.

In risposta a questo, tre membri di Lotta Rivoluzionaria — il prigioniero anarchico Nikos Maziotis, la compagna Pola Roupa, ricatturata, e la nuova arrestata Konstantina Athanasopoulou — hanno intrapreso uno sciopero della fame e della sete a partire dal 5 gennaio stesso, richiedendo che il bambino di sei anni venga immediatamente affidato alla zia e alla nonna (da parte di madre).

In una lettera aperta, Nikos Maziotis dichiara, tra le altre cose: “Nostro figlio è il figlio di due rivoluzionari, ed è fiero dei suoi genitori. Non cederemo ad alcun ricatto. Difenderemo le nostre scelte con la nostra stessa vita”.

Il 6 gennaio, durante il trasferimento delle due donne alla corte di Evelpidon, Pola ha gridato: “I vermi tengono prigioniero mio figlio a Paidon (ospedale pediatrico di Atene), sorvegliato da poliziotti armati; a sei anni è un prigioniero di guerra” e: “Lunga vita alla Rivoluzione!”. Inoltre Pola ha dichiarato: “Sono una rivoluzionaria, e non ho niente di cui scusarmi.”

Qui sotto la dichiarazione di Konstantina:
“Sono anarchica, membro dell’organizzazione rivoluzionaria armata Lotta Rivoluzionaria (Epanastatikos Agonas). Gli unici terroristi sono lo Stato e il Capitale. Rifiuto di mangiare e bere qualsiasi cosa finché il figlio dei miei compagni Pola Roupa e Nikos Maziotis non verrà consegnato ai parenti.
Konstantina Athanasopoulou”

Dentro, prigionier* anarchic* e altr* detenut* in ali diverse, maschili e femminili, della prigione di Koridallos hanno organizzato una protesta unitaria rifiutando di rientrare in cella, per esigere la fine della prigionia di Lambros-Viktoras in solidarietà con i/le prigionier* di Lotta Rivoluzionaria attualmente in sciopero della fame e della sete.

All’esterno, compagn* di diverse città in tutta la Grecia hanno effettuato varie azioni in sostegno ai/lle rivoluzionar* anarchic*, chiedendo che ai parenti di primo grado di Pola Roupa vengano immediatamente garantiti il diritto di visita e la custodia del minorenne.

Forza a Konstantina Athanasopoulou, Pola Roupa e Nikos Maziotis, membri orgogliosi di Lotta Rivoluzionaria.

Lotta Rivoluzionaria non deporrà le armi e non si arrenderà ai/lle nemic* della libertà.

in inglese, tedesco, portoghese

Salonicco, Grecia: Chiesa attaccata in solidarietà con Mónica e Francisco

Nelle prime ore dell’8 dicembre 2016 abbiamo deciso di attaccare la chiesa del Profeta Elia in via Olympiados a Salonicco, appiccando fuoco all’entrata e all’interno. Si tratta di un gesto solidale con Mónica Caballero e Francisco Solar, prigionier* anarchic* accusat* di un attacco esplosivo alla cattedrale El Pilar di Saragozza il 2 ottobre 2013. In quel periodo la chiesa cattolica spagnola è stata colpita da una serie di attacchi a causa della volontà di limitare l’accesso all’aborto.

Tutte le religioni sono nostre nemiche. Mantengono lo status quo, pacificando la società con norme che più tardi diventano leggi. Fonda il suo potere sulle speranze di chi crede in una futura vita nell’aldilà, soffocando ogni desiderio di ribellione nel presente, nel qui e ora. Giustifica la guerra sulla base di differenze culturali che la religione stessa ha creato.

E questo è anche il ruolo della chiesa nella realtà contemporanea della Grecia, e oltre. Il suo onnipotente ruolo politico viene esercitato attraverso la retorica fascista, patriotica, xenofoba, sempre in tandem e in relazione diretta con politici, sbirri, giudici e giornalisti.

Allo stesso tempo è risaputo che la chiesa cerca continuamente di ampliare la propria egemonia e la sua immensa fortuna, che si basa sul possesso di enormi distese di terra, di edifici etc. Con l’idea di ottenere profitti grazie alla speculazione, allestisce una facciata caritatevole che non ha niente a che vedere con la realtà.

Per finire, ha un’influenza sociale e culturale enorme, ed è un pilastro del sistema patriarcale. Promuove (all’esterno e all’interno) l’eteronormatività, l’omofobia, e la cultura dello stupro. La sua posizione sul ruolo delle donne, la sessualità o l’aborto è indicativa della sua posizione su tutte queste questioni.

Solidarietà con gli/le anarchic* tenut* prigionier* nelle prigioni.

–Anarchic*

Iruña, Euskal Herria: Presidio solidale con i/le 3 compagn* arrestat* perché difendevano la foresta di Hambach

Solidarietà con i/le compagn* detenut* nella foresta di Hambach

Giovedì 15 dicembre si è svolto a Iruña un presidio solidale con i/le 3 compagn* arrestat* perché difendevano la foresta di Hambach.

Siao, Hodei e Maya liber*!

Guerra a chi distrugge la terra!

in spagnolo e basco

Di nuovo al gabbio… Lettera di Damien dalla prigione di Fleury-Mérogis

Vi scrivo da Fleury dove sono incarcerato in detenzione preventiva. I capi di imputazione come al solito sono noiosi e privi di qualsiasi fantasia, preferisco che i compagni e le compagne abbiano una visione giusta e realistica dei fatti che mi sono contestati, propongo quindi la (ri)lettura di un resoconto di quella bella notte di una primavera di rivolta scritta dai e dalle amanti del disordine [in francese]: “Resoconto del 14 aprile: a contenere troppo la rabbia questa finisce per esplodere come si deve.”

Non ho alcuna intenzione di lamentarmi, non vi racconterò nei dettagli il mio arresto, identico a tutti quelli che hanno luogo qui come altrove in tutto il mondo.
Mi sembra tuttavia necessario esprimermi su alcuni punti precisi.

Al momento della perquisizione gli sbirri hanno trovato del materiale di propaganda anarchica, nella fattispecie giornali, opuscoli, manifesti, volantini e qualche testo in corso di traduzione. Ho rifiutato di firmare i fogli della perquisizione così come quello della mia detenzione preventiva.
Una volta trasferito a Parigi al commissariato del 19esimo  arrondissement il mio avvocato non era raggiungibile.
Ho rifiutato di essere rappresentato da un altro avvocato e quindi sono stato interrogato senza la presenza di avvocato. Ho fatto questa scelta perché la mia dichiarazione alla sbirraglia si riduce a una sola riga: “Non sono né innocente né colpevole. Sono anarchico. Non ho nient’altro da aggiungere”.

A causa della mia mancata dichiarazione non posso sapere, attualmente, cosa ci sia nel mio dossier di istruzione.
I tirapiedi del potere mi hanno solo notificato che hanno 8 prelievi di DNA che corrispondono al mio profilo genetico e so, per averlo visto, che il dossier d’istruzione è un mattone di 6 o 7 cm di spessore.

Aspetto che il mio avvocato possa avervi accesso e che venga a farmi visita per aver maggiori informazioni. A prescindere da ciò che avverrà ho già espresso il desiderio che l’insieme della procedura e delle mie dichiarazioni siano messe a disposizione dei compagni e delle compagne affinché le usino nella maniera che sembra loro migliore. Senza copyright, senza proprietà, senza censura dell’ufficio politico di qualsiasi partito, fosse esso anche solo immaginario.

Dopo una notte trascorsa nelle celle del deposito del tribunale di Parigi –sorta di mastio medievale nel quale gli sbirri appagano le loro sadiche passioni – sono arrivato alla sbarra del tribunale per un processo per direttissima. Non essendo il mio avvocato presente ho chiesto che mi venisse assegnato un avvocato d’ufficio per ottenere il rinvio dell’udienza.
La procuratrice, come fa abitualmente, si è messa strillare tutta una sequela di stupidaggini, gesticolando in tono sicuro. Affermando per esempio che l’attestazione di domicilio fatta da un compagno presente in sala era inaccettabile a causa di un errore grammaticale… Continuando poi, sempre molto sicura di se stessa, dicendo che certo, tutte le opinioni sono rispettabili, persino quelle anarchiche, ma non servono a scusare i fatti che mi sono imputati.
Bisogna ammettere che i clown in toga nera, se non decidessero della vita degli uni e degli altri, ci farebbero assai divertire!
Ma finché i tribunali non saranno distrutti e i magistrati rinviati al posto che spetta loro: il circo, non possiamo certo permettere loro di dire tutte le idiozie che gli passano per la testa.
A prescindere dalle asserzioni strampalate della signora procuratrice della repubblica, l’anarchia non è un opinione, l’anarchia è un insieme di idee coerenti ad un insieme di pratiche.

Visto che i fatti in questione si sono svolti nel corso di un movimento sociale che non è stato tale, ci tengo a precisare che rifiuto la solidarietà umanitaria dei sindacati o di una qualsiasi struttura pacificatrice o cittadinista, che giocano un ruolo di cinghia di trasmissione del potere.
Il mio solo desiderio è la complicità degli individui ribelli che cospirano nell’ombra, ai ferri corti con l’esistente e con il potere.

Grazie alla compagna presente al momento del mio arresto per la dignità dimostrata di fronte ai soldatini dell’ordine e grazie all’insieme di tutti i compagni e le compagne per aver prontamente reagito. Il vostro sostegno al tribunale mi ha scaldato il cuore e dato molta forza.
Non vi preoccupate troppo per me. La prigione è un universo di cui conosco perfettamente i codici per averci trascorso molti anni e non ho dubbi sul fatto che incontrerò, tra gli indesiderabili di cui faccio parte, qualche complicità ricca di prospettive.

Perché la rassegnazione non sarà mai un’opzione, perché  in ogni atto di rivolta individuale risiede tutta la violenza dei rapporti sociali, perché ci restano ancora molte storie da scrivere attraverso il tempo e lo spazio attraverso il grigiore delle città, fuori come dentro…

…la lotta continua.

14 dicembre 2016

Damien Camélio
n° d’écrou 432888
MAH de Fleury-Mérogis (Bâtiment D5)
7, avenue des Peupliers
91705 – Sainte-Génevieve-des-Bois
Stato francese, Mondo