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Exarchia, Atene: Striscione appeso in solidarietà con Klinika a Praga

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Solidarietà al Klinika da Atene

klinika2-768x431Striscione appeso allo squat Themistokleous 58 a Exarchia in solidarietà col centro sociale autonomo Klinika a Prague, attaccato da un gruppo di neo-nazisti il 6 febbraio 2016.

Forza a chi continua a resistere.

Fanculo il razzismo e la xenofobia.

in inglese, greco

Exarchia, Atene: Aggiornamenti sul primo mese operativo dello squat Themistokleous 58

K-TH-58(Potete leggere il primo annuncio dello squat qui)

Nell’ultimo mese, lo squat Themistokleous 58 Squat ha partecipato a una serie di azioni/manifestazioni:

Il 16 gennaio 2016, siamo scesi in strada per la prima volta con un blocco separato di circa 30 individui in fondo alla manifestazione in ricordo di Shahzad Luqman, nel quartiere ateniese di Petralona. Sono stati gridati e taggati slogan in diverse lingue, e un bancomat è stato vandalizzato lungo il percorso. Dopo la fine della manifestazione, l’insegna all’entrata degli uffici locali del partito di governo SYRIZA ad Ano Petralona è stata tolta.

Il 23 gennaio abbiamo partecipato alla manifestazione in solidarietà con la detenuta migrante Sanaa Taleb, partita da piazza Vittoria, nel centro di Atene. Tra gli altri slogan, abbiamo scandito i seguenti: Lotte comuni di locali-migranti; espropriamo le ricchezze borghesi // Strutture di solidarietà, nuclei di rivolta, guerra contro la guerra di chi detiene il Potere // Alerta, alerta, antipatriota // Ascoltate, miserabili patrioti: daremo fuoco ai confini nazionali // Cucine collettive, autopattuglie bruciate, lotta multiforme per la libertà // I saldi di gennaio non sono abbastanza; espropriamo in massa // La bandiera [nazionale] è bella quando brucia // Libertà per chi è in prigione // L’unità nazionale è una trappola; noi, gli esclusi, non abbiamo patria // Sanaa, tieni duro fino alla libertà, etc.

Il 30 gennaio abbiamo partecipato con un blocco di circa 40 individui (squatter e persone solidali) in difesa dell’angolo in basso a sinistra della piazza Vittoria, per fare in modo che la piazza non venisse investita dagli accoltellatori di Alba Dorata. Siamo rimasti sulla piazza dalle 18:00 alle 23:30. Poi siamo andati via in maniera coordinata, con il resto delle formazioni/collettivi che avevano partecipato alla difesa della piazza e con la maggior parte dei/lle migranti che erano presenti, marciando tutt* insieme verso Exarchia. Riconoscendo la nostra co-responsabilità nello spostamento di un gruppo di quasi 50 individui senza documenti da piazza Vittoria a Exarchia, su iniziativa di alcuni individui dello squat abbiamo investito la sede del Politecnico di Atene in modo che le persone potessero passare la notte lì senza essere minacciate dai teppisti in uniforme della polizia greca o dai gruppi di nazisti che davano loro la caccia. Il mattino seguente, i/le 50 migranti circa hanno lasciato il Politecnico e sono tornat* in piazza Vittoria.

Il 4 febbraio abbiamo preso parte al gruppo difensivo del Black Bloc Anarchico che ha partecipato allo sciopero generale ad Atene. Come nelle altre occasioni, il gruppo di squatters e persone solidali che sono scese in piazza era internazionale e multirazziale.

Il 10 febbraio abbiamo esposto uno striscione fuori dallo squat in solidarietà con il centro sociale autonomo Klinika a Praga, che è stato recentemente attaccato dai fascisti.

L’11 febbraio, alcuni di noi hanno partecipato alla manifestazione in solidarietà con lo squat Vancouver Apartman con uno striscione che diceva: “Gli squats sono una lotta per la vita.”

Complementariamente all’attività sopra citata, dichiariamo la nostra solidarietà con le strutture e i progetti auto-organizzati che sono stati minacciati dalla repressione o colpiti dallo Stato e/o i fascisti in quest’ultimo periodo.

Per quanto riguarda l’operatività dell’edificio, gli spazi comuni dello squat (sala assemblee & cucina a piano terra) aprono tutti i giorni alle 08:30 (tranne la domenica, quando aprono alle 10:00), e le porte dello squat chiudono imperativamente a mezzanotte. Per il momento la casa è piena, e stiamo mettendo in piedi un modo di vita comune auto-organizzato ed efficace. L’uso di droga e alcool così come fumare non è permesso all’interno degli spazi dello squat. Questo specifico accordo tra tutt* i/le partecipant* allo squat corrisponde al nostro bisogno di essere alloggiati in un ambiente abitativo senza risse e che sia sicuro per tutte le persone implicate nel progetto, a prescindere dalla loro età. Sottolineamo il fatto che lo squat non ha i requisiti per alloggiare persone con gravi handicap motori, problemi di salute mentale e dipendenza. Il ‘negozio free’ al piano terra (uno spazio dove dare e prendere per scambiare vestiti e altri oggetti) è aperto tutti i giorni dalle 12:00 alle 20:00. L’assemblea aperta dello squat si tiene ogni lunedì alle 20:00 nella stanza al piano terra, le persone solidali possono discutere di diversi temi relativi allo squat, partecipare ai diversi gruppi di lavoro, e suggerire delle idee per migliorare il funzionamento del progetto.

Qui di seguito una lista delle cose di cui abbiamo bisogno in questo momento:

Questioni tecniche/riparazioni: vernice, palette/prodotti di legno, doni per lavori di idraulica

Cucina: mini-frigoriferi, mini-forni, bombole di gas da cucina, forchette/coltelli/cucchiai, vassoi, tazze/bicchieri

Cibo: olio d’oliva (bisogno prioritario), alimenti base (riso, pasta), latte, frutta e verdura

Prodotti per la pulizia: detersivo, sapone, carta igienica

Prodotti per il giardino: terra, semi, vasi & sottovasi

Bisogni generici: caloriferi, oggetti di cartoleria/attività manuali, macchina da cucire.

Per finire vorremmo ringraziare tutt* coloro che hanno finora sostenuto il progetto. La lotta continuerà, fino alla distruzione totale degli Stati e dei loro confini.

Themistokleous 58 Squat
th58[chiocciola]riseup.net

in inglese, greco

Atene: Nuovo squat in via Themistokleous 58 a Exarchia

Occupazione internazionale. Morte ai patrioti. Per i/le rifugiat*.

Nella serata di domenica 10 gennaio 2016 abbiamo occupato l’edificio vuoto in via Themistokleous 58, a Exarchia, Atene. L’intenzione è di aprire un luogo dove i/le migrant*, che sono bloccati qui in Grecia a causa delle politiche migratorie europee, possano vivere e auto-organizzarsi liber* dal controllo di stato. Siamo un gruppo di individui di luoghi e contesti diversi, uniti dalla lotta contro Stati, nazioni, confini, lager, prigioni, capitalismo; contro, alla fin fine, ogni parte di questo sistema marcio di dominazione che ci opprime. Siamo apert* a chiunque sia d’accordo con i nostri principi base e voglia partecipare al progetto senza secondi fini politici.

Questo squat non ha l’intenzione di essere un servizio pubblico. Non siamo “volontar*” e non trattiamo i/le migrant* come vittime. Una delle sfide di questo progetto sarà di superare nella pratica la separazione che ci viene imposta dai confini e la cittadinanza. Questa casa cerca di diventare un luogo dove le persone si organizzano e imparano gli uni dagli altri, a prescindere dalle proprie origini.

Si tratta di un gesto contro il sistema e la politica migratoria. Non abbiamo l’intenzione di aiutare l’assistenza umanitaria fornita dallo Stato. L’assistenza umanitaria non-critica, integrata e/o assimilata, aiuta infatti lo Stato a concentrarsi sulle misure repressive per perseguitare e controllare la migrazione. Ci rifiutiamo fermamente di collaborare non solo con lo Stato e i partiti politici, ma anche con le ONG e altre organizzazioni od organismi che (ufficialmente o no) fanno la stessa cosa. Tutti questi farabutti approfittano della situazione dei/lle migrant* per lucro, per proteggere i propri interessi, guadagnare potere politico o costruire un profilo sociale.

Il controllo delle migrazioni è uno strumento nelle mani di chi ha il potere. In questo preciso momento lo Stato greco sta utilizzando la situazione dei/lle migrant* bloccat* qui per esercitare una pressione durante i negoziati per ottenere migliori condizioni che rendano possibile la realizzazione del terzo memorandum. Allo stesso tempo gli Stati europei regolano il flusso di migrant* secondo il loro bisogno di forza lavoro a basso costo, e il resto dei/lle migrant* vengono assassinat* (ai confini terrestri e marittimi e nelle strade delle città europee), incarcerat* o deportat*. L’Unione Europea potenzia le politiche repressive alle frontiere e negozia degli accordi con gli Stati all’interno e all’esterno dei confini europei per continuare e intensificare la guerra contro la migrazione con mezzi più efficaci.

Chi detiene il potere spera di difendere proprietà e privilegi da chi viene sfruttato dal sistema capitalista e subisce le loro guerre. Società private e pubbliche cercano di ottenere il maggior profitto possibile dalla situazione. Le ONG rappresentano gli interessi dei propri datori di lavoro, principalmente lo Stato, e sono ben pagate per quello che fanno.

A causa dei diritti di proprietà, ci sono persone che dormono per strada mentre migliaia di case restano vuote. Ci sono abbastanza beni per tutti. Dobbiamo soltanto prenderci da soli quello di cui abbiamo bisogno.

Dichiariamo la nostra solidarietà e sostegno a tutte le forme di azioni che attaccano i confini, le nazioni, le prigioni, le infrastrutture fondamentali che riproducono l’esistente, e tutt* quell* che direttamente o indirettamente difendono lo status quo!

No razzismo
No sessismo
No omofobia
No discriminazione
No sfruttamento
No oppressione
No gerarchia
No autorità
No patriottismo

NON sono i benvenuti:
Giornalisti/media
Politici
Poliziotti
Tutte le organizzazioni che collaborano con lo Stato

Tutte le persone che voglio autorganizzarsi sono le benvenute, a prescindere dal fatto che abbiano o no i documenti in regola, e che abbiano lo statuto di rifugiat* o meno. La precedenza per l’alloggio viene data a chi non ha la possibilità di stare altrove.

Primo aggiornamento Facciamo appello alla solidarietà per sostenere lo squat fuori dall’edificio. Annunceremo appena possibile la data e l’ora dell’assemblea amministrativa del progetto.

Secondo aggiornamento Verso le 22h di domenica 10 gennaio 2016, poche ore dopo aver occupato lo stabile vuoto in via Themistokleous 58 a Exarchia, un tizio che ha dichiarato di rappresentare ‘ANASKEVI M EPE’ si è presentato fuori dall’edificio e ha detto che lo stabile appartiene a quella compagnia immobiliare. In pratica quello che ci ha detto è che se non sgomberiamo il campo noi stessi entro domattina (lunedì 11 gennaio), chiamerà la polizia.

Che sia chiaro: non riconosciamo la proprietà privata e non abbiamo alcuna intenzione di lasciare lo squat.

Chiediamo la presenza continua di persone in solidarietà, all’interno e all’esterno dell’edificio, per  difendere il progetto con tutti i mezzi a disposizione.

Themistokleous 58 squat

in inglese, tedesco, greco, portoghese

Atene: Lotta di strada nella notte del 5 dicembre

Verso le 23:00 di sabato 5 dicembre, circa 200 persone hanno cominciato a riunirsi in via Stournari, nel quartiere di Exarchia, gridando slogan in memoria di Alexandros Grigoropoulos.

Poco dopo sono cominciati i primi attacchi con le molotov contro le squadre antisommossa che si trovavano nella parte bassa della via Tositsa. Gli scontri con i pulotti sono continuati fin quasi le 3 del mattino del 6 dicembre. Per quanto ne sappiamo, non ci sono stati fermi.

Qualche momento della lotta di strada all’incrocio delle strade Zaimi e Stournari:

Grecia / Cipro: Manifestazione e scontri del 6 dicembre

heraklion-creteIl 6 dicembre si sono svolte delle manifestazioni per il settimo anniversario dell’uccisione di Alexandros Grigoropoulos in diverse città greche, come Salonicco, Komotini, Ioannina, Karditsa, Lamia, Volos, Larissa, Trikala, Agrinio, Patras, Kalamata, Heraklion & Rethymno (isola di Creta), Mytilini (isola di Lesbos), e Atene centro, ma anche a Limassol, Cipro.

Lo striscione principale a Trikala diceva: “Avanti per un Dicembre Nero senza fine – Perché nessun Dicembre finirà mai (A)CAB”.

trikalaUno degli slogan cantati a Mytilini: “Koumis, Kanellopoulou, Michalis Kaltezas, Alexis Grigoropoulos, questa è la Grecia,” in riferimento ai giovani che hanno perso la vita per mano della polizia greca (lo studente universitario Iakovos Koumis e il lavoratore Stamatina Kanellopoulou sono stati uccisi dai poliziotti nel novembre 1980; i loro crani sono stati sfondati da feroci percosse).

A tarda sera ci sono stati degli incidenti in città come Komotini, Agrinio, Volos, Kalamata e Heraklion, mentre la terza notte di scontri a Exarchia è durata diverse ore.

Filmati da Athens / Exarchia:

https://www.youtube.com/watch?v=Di7D44kn2EY

Filmato da Komotini, Grecia del nord:

in inglese

Atene: Per la diffusione dell’azione per la libertà e la Terra

6-athens-pltec-1024x693Politecnico, via Patission, centro di Atene: “Il sabotaggio è amico di chi lotta – Da Atene a Chiomonte, guerra contro la guerra di dominazione – No MUOS – No TAV6-athens-polyt-1024x724Politecnico, via Stournari, centro di Atene; striscione neo-luddista: “Fiori selvatici e pane secco; scalpello e martello per tutte le macchinedimosio-sima2-1024x768Dimosio Sima, Kerameikos: “Libertà per Marco Camenischexarxia-1024x768Piazza Exarchia: “La foresta di Hambach Forest resta dov’è – Sabotaggio contro l’industria mineraria ed energetica – Mese per la Terra e contro il Capitalemerkouri2Piazza Merkouri, Ano Petralona: “Marius J. Mason fuori! Marius, tieni duro fino alla libertàximio-1024x768Politecnico, via Patission, centro di Atene: “Il sabotaggio è amico di chi lotta – Da Atene a Chiomonte, guerra contro la guerra di dominazione – No MUOS – No TAV

Diversi striscioni sono stati piazzati in zone centrali di Atene prima del presidio anarchico che è stato realizzato, l’11 giugno, al Parco Voutie nel quartiere di Ano Petralona ad Atene. Con slogan in diverse lingue, si fa riferimento alla lotta contro la costruzione della linea TAV Lione-Torino nella valle di Susa e il villaggio di Chiomonte, e contro l’installazione del sistema militare di telecomunicazioni MUOS in Sicilia; in difesa della Foresta di Hambach in Germania, minacciata dalla devastazione causata dalle miniere di lignite; e in solidarietà con il prigioniero di lunga durata eco-anarchico Marco Camenisch, la cui richiesta di rilascio in libertà condizionale è stata ancora una volta rifiutata dalle autorità svizzere, e con Marius Jacob Mason, prigioniero trans anarchico negli Stati Uniti.

greco | inglese

Atene: Retata in casa dei compagni ad Exarchia

Il 17 luglio, durante la mattinata, il giorno seguente la cattura di Nikos Maziotis, la polizia antiterrorista irruppe nella casa dove vivevano diversi compagni, in via Dervenion, quartiere di Exarchia. Gli sbirri li negarono la presenza di un avvocato durante la ricerca. Ugualmente, sono stati fermati cinque dei compagni che si erano ritrovati a solidarizzare (sono stati rilasciati qualche ora dopo).

Non ci terrorizzano, non ci arrestano!

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco ad un internet café

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Martedì sera, 26 Novembre 2013, abbiamo fatto irruzione all’internet café “Palladium”, situato sulla via Solomou ad Exarchia. Abbiamo vandalizzato il suo interno, distruggendo gli schermi e le vetrate della facciata ed abbiamo incendiato il server, prendendo delle misure adeguate per prevenire incidenti. Di seguito siamo partiti tutti insieme in modo coordinato e in sicurezza assoluta, al fine di evitare qualsiasi spiacevole incontro con i cani della squadra di polizia motorizzata “DELTA”.

Diversi incidenti hanno raggiunto le nostre orecchie in relazione a questo internet café, compreso il fatto che è stato uno dei luoghi preferiti dei poliziotti nel centro di Atene, qualcosa che anche il proprietario stesso ha ammesso durante l’attacco.

Ogni cittadino pacifico che si veste volontariamente nell’uniforme della polizia, tutti coloro che sono in attesa di ricevere una pacca sulla spalla dai poliziotti per aver offerto i propri “servizi “, ognuno la cui miseria e servilismo abbia permeato ogni centimetro della sua personalità dovrebbe tenere in mente che nulla rimane senza risposta. Faremo tutto quanto in nostro potere per dare agli infami ciò che meritano: la realizzazione del loro incubo peggiore, una risposta alla loro sottomissione intenzionale. Hanno un nome, un indirizzo, dirigono i loro negozi, e noi li conoscono molto bene. La loro logica è pericolosa; hanno ideali logori ed si sono consapevolmente assunti il ruolo sottomesso dell’informatore. Se pensano che li permetteremo di svolgere il loro compito senza sopportare le conseguenze, allora stanno sbagliando tristemente. Che sappiano gli individui come il proprietario dell’internet café “Palladium” che saranno costantemente presi di mira da noi, perché continueremo a mostrare la nostra avversione agli informatori e ai ben intenzionati collaboratori di tutti i tipi di poliziotti. Lo dobbiamo ai nostri compagni prigionieri, a quelli che ci hanno lasciato presto e non hanno svolto la loro visione insurrezionale, a quelli che sono “stati fregati” dal lavoro dei sostenitori della sottomissione intenzionale, così come a coloro che continuano la lotta per il disturbo e la de-costruzione dell’inerzia sociale.

Dedichiamo questo attacco ai 4 compagni arrestati a Nea Filadelfeia ( Argyris Ntalios, Fivos Harisis, Grigoris Sarafoudis, Yannis Naxakis )

Forza ai 6 anarchici attualmente sotto processo per il caso di Velventòs ( Andreas-Dimitris Bourzoukos, Dimitris Politis, Nikos Romanos, Yannis Michailidis, Argyris Ntalios, Fivos Harisis ), e a quelli che continuano la loro lotta da dentro le mura

anarchici/e

in inglese

Exarchia, Atene: Rivendicazione di responsabilità per attacco incendiario contro autobus della polizia in memoria di Pavlos Fyssas

La vergogna non è un lavoro

Otto ore in piedi nel perimetro di un autobus della polizia in un angolo della Via Charilaou Trikoupi con Via Didotou ad Exarchia, chiedendosi se si sarà attaccato da “bottiglie” e sassaiole. Destinatari di odio e di rabbia che permeano tutto il nostro essere. Per quello che siete. Per quello che siamo. Per coloro che servite. Per cosa stiamo lottando.

Otto ore di fila, e ora è il momento per il turno di notte, alle 22.00, il 19 Settembre 2013. Maiali freschi sono venuti a sostituirvi. Dopo una chiacchierata, si entra nel autobus porcile tutti insieme.

Ma dovete confrontarsi con noi, quando meno ve lo aspettate, quando ci siete seduti col culo su un sedile del bus della polizia, sfiniti da questa sporcizia che si chiama lavoro.

Due isolati di distanza, al bivio di Via Charilaou Trikoupi e Via Dervenion, i compagni aspettano l’autobus della polizia per muoversi. Prendono posizioni, aspettano un po più a lungo, e poi spingono dei cassonetti e bloccano la strada. Le taniche da 10 litri piene di benzina sono a rotazione sotto il veicolo. I poliziotti fanno appena in tempo, e abbandonano il bus prima di guardare la prima luce della Molotov al materiale infiammabile. Hanno paura nei loro occhi.

Un’altra volta, in un altro luogo, vi aspetteremo.

Pavlos vive tra noi.

in inglese

Atene: Respinte e cacciate squadre di agenti Delta ad Exarhia

Sabato 20 Luglio 2013, gli scagnozzi della “Delta” sono entrati a “Exarhia”, una delle zone più calde di Atene, mentre centinaia di persone prendevano parte a due diversi eventi solidali per l’anarchico K. Sakkas, che ha fatto 38 giorni di sciopero della fame a causa della sua prigionia nell’autoproclamata “democrazia” della Grecia in quanto detenuto da 31 mesi senza un processo.

Come appare nel video, gli agenti della “Delta” in moto hanno iniziato ad intimidire e inseguire i passanti – senza motivo e quando la gente si è riunita per reagire alle loro tattiche terroriste, gli agenti hanno lanciato grante flashbang, lacrimogeni, razzi e anche bottiglie di vetro vuote.

Centiana di persone si sono riunite all’angolo per mandarli via e li hanno circondati, mentre i residenti buttavano acqua dai loro balconi per costringerli ad andarsene, visto il disastro che avevano provocato.

Affrontati da cosi tanta gente, i bastardi, insieme ad una squadra antisommossa chiamata a rinforzo, sono stati costretti a ritirarsi e lasciare la zona.

fonte

Atene: Rivendicato attacco al Ministero della Cultura in solidarietà con Kostas Sakkas

“Non riesco più a sentire l’odore delle medicine, né il tanfo dell’infermeria, – i garofani fioriranno, – sia benedetto il tempo – E se finisci in prigione? – Non piegarti! Questo è tutto. Non ci sono altre raccomandazioni.” Nâzım Hikmet

Ieri 2 Luglio abbiamo attaccato il ministero della Cultura dalla parte da via Zaimi (Exarchia). I compagni hanno scavalcato il cancello, e dato alle fiamme tutti i veicoli del ministero nel parcheggio per poi andar via insieme al resto del gruppo.

Un’azione di solidarietà e supporto alla lotta dell’anarchico Kostas Sakkas, che sta mettendo il proprio corpo in prima linea, avendo già fatto 1 mese di sciopero della fame per la propria liberazione immediata.

Kostas Sakkas è in prigione da ormai 30 mesi senza essere stato condannato. La battaglia che fa al suo sterminio fisico e politico è una parte della più ampia resistenza contro la ristrutturazione capitalista e il regime di emergenza imposto dal dominio nazionale e internazionale in Grecia e nel mondo. Le risposto all’attacco del nuovo totalitarismo sono date in molti modi e ovunque: dagli attacchi da Atene a Skouries (Halkidiki) alle città in fiamme della Turchia, Brasile, Egitto, Cile.

Se il compagno non verrà rilasciato subito, gli attacchi saranno aumentati al massimo livello.

Tutto continua.

PS1. In merito agli arresti che abbiamo saputo dai media, seguiti al nostro attacco dopo un’operazione di polizia ad Exarchia, chiariamo che noi siamo andati e tornati con successo e secondo i piani, pertanto gli arresti non hanno nulla a che fare con noi e l’azione.

PS2. Solidarietà agli arrestati antifascisti degli scontri a Patrasso.

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Atene: Assunzione di responsabilità per l’attacco incendiario contro la stazione della polizia ad Exarchia

Libertà ai “4 di Kozani”

Ieri sera, 21 Febbraio, abbiamo attaccato la stazione della polizia ad Exarchia in un minimo segno di solidarietà con i nostri compagni N. Romanos, A-D.Mpourzoukos, Y. Michailidis e D.Politis arrestati dopo la doppia rapina a Velventòs di Kozani. Insieme alziamo i nostri pugni e le nostre fiamme quando le opzioni diventano azioni, quando il viso rimane alto e non si abbassa, quando la guerra infuria.

Era atteso che la festa dell’Antiterrorismo-Media di Massa si sarebbe creata a tempo di record, come è successo, con le foto e i nomi dei nostri compagni in mercé da un canale televisivo all’altro accompagnate dalle pessime analisi e profili psicologici fatte da qualsiasi prezzemolo dei media, richieste di informazioni e reportage straordinari. Non ci sorprende, la copertura offerta agli sbirri cafoni di Veria e agli vigliacchi delle forze speciali della polizia (EKAM) all’ospedale dal ministro fascista dell’Ordine Pubblico, Dendias, e dai vari ufficiali dell’anti-terrorismo. Non crediamo che la divulgazione delle fotografie dei compagni maltrattati in questa situazione sia stato un errore dell’Anti-terrorismo con lo solo scopo della veloce raccolta di informazioni per l’azione degli arrestati, ma un’azione ben mirata per disperdere la paura a coloro che consapevolmente scelgono di attaccare l’esistere.

Non ci aspettavamo niente di meno dai meccanismi della repressione che furiosamente raccolgono il DNA in ogni occasione, col culmine i recenti episodi alla zona di Skouries a Halkidiki, col sequestro di persone e la violenta raccolta di materiale genetico per la costruzione di rinvii a giudizio e arresti in quanto viene utilizzato come un unico elemento di prova derivato dagli “indiscutibili” laboratori/cucine della Polizia.

Ministri, poliziotti, giudici, giornalisti, vicini di casa-testimoni e proprietari di appartamenti che avete fatto diventare il telefono un prolungamento della vostra mano, dimenticate una cosa: CHE NOI NON DIMENTICHIAMO.

Sui volti gonfi dei nostri compagni non riconosciamo l’immagine di alcuna “vittima”, al contrario, non fermiamo di vedere i sorrisi, i desideri, la rabbia, che diventano passaggi sul campo di battaglia, come il nostri attacchi successivi.

Dietro agli annunci per la lotta contro l’illegalità, il “terrorismo” e le nuove ordinanze d’arresto, non smettiamo di vedere i nostri passaggi. Li sfrutteremo fino all’ultimo.

(La reazione immediata dei sbirri è la fuga, come ha fatto la guardia armata e una macchina della polizia.)

PS 1. Nessuno è diventato forte colpendo un prigioniero in manette.

PS 2. Buona fortuna a forza ai compagni ricercati.

fonte

Atene: “Trent’anni di occupazioni: La progettualità sociale e politica delle occupazioni, ieri, oggi, domani”

vox

Giovedì sera, 7 Febbraio, un evento-dibattito si è svolto nel centro sociale occupato VOX in Exarchia con partecipanti dei progetti occupati del passato e del presente di Atene, come Valtetsiou (1981), Charilaou Trikoupi (1985), Lelas Karagianni 37 (dal 1988), Villa Amalias (1990), Fylis e Ferron (1991), Alkamenous (1993), Ano-Kato Patission (dal 1996), Patission 61 e Skaramaga (2009) e Epavli Kouvelou (dal 2010).

Exarchia, Atene: Azione diretta contro una macelleria

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Domenica 30 dicembre 2012, all’alba, è stata rotta la vetrata di una macelleria situata in via Kalidromiou, nel quartiere di Exarchia, così come un furgone appartenente alla stessa. Inoltre, sono state lanciate bombe di vernice e si è scritto con spray lo slogan “La carne è assassinio”.

Contro ogni forma di sfruttamento e oppressione, fino all’anarchia.

Fronte di Liberazione Animale

Atene: Combattimento di strada notturno nel quartiere di Exarchia

Verso la mezzanotte di Sabato, 8 Settembre, un gruppo di compagni che si trovavano nella zona di Exarchia hanno sentito dire che a circa 100 metri dalla piazza del quartiere, in via Stournari e di fronte all’ingresso del Politecnico, erano iniziati dei scontri tra due gruppi di persone. Siamo scesi verso di la con gli altri per vedere che cosa stava succedendo, senza poter capire esattamente chi erano quelli che combattevano uno contro l’altro. Chiedendo alla gente per strada, abbiamo scoperto che gli spacciatori avevano cercato di spingere la loro attività disgustosa nella zona, sostenuti dalla polizia segreta. Si noti che, da qualche mese, la polizia cerca di trasformare il quartiere in una zona di traffico di droga per l’ennesima volta- come fu nel passato recente- e via Stournari si trasforma spesso in una scena di scontri di strada tra gli spacciatori e le persone che ci vivono o frequentano la zona.

Quando siamo arrivati ​​all’altezza della via Bouboulinas, l’invasione era stata respinta da un gruppo di giovani incappucciati e mascherati, e le prime barricate costituite da contenitori di rifiuti che bruciavano erano stato alzate. Da allora e per un paio d’ore, il traffico in via Stournani è stato tagliato e decine di attivisti incappucciati, compresi diversi immigrati, stavano lanciando pietre, bottiglie e vari oggetti contro gli squadroni della polizia anti-sommossa (MAT) che sono apparsi nelle strade laterali per rispondere sparando dei lacrimogeni

Verso le 01:30, circa un centinaio di persone si sono spostate da via Stournani verso il parco autogestito situato sulle vie Navarinou e Zoodohou Pigis, passando attraverso le arterie principali del quartiere. Arrivando a via Charilou Tripouki, nuove barricate sono state alzate con bidoni della spazzatura e sono stati lanciati attacchi contro i MAT fuori della facoltà universitaria. La polizia anti-sommossa è riuscita a farci ritirare, correndo lungo la via Zoodohou Pigis, in direzione della collina di Strefi. Nonostante questo, nuove barricate sono state alzate in un angolo di via Valtetsiou e via Charilou Tripouki, tagliando il traffico anche a questo punto. Dopo essere rimasti in via Zoodohou Pigis per qualche tempo, e considerando che le cose erano state abbastanza calmate, ci siamo trasferiti di nuovo in via Stournani, per vedere che c’era un sacco di azione lì e che la battaglia di strada era ancora in corso, con continui attacchi e contrattacchi tra i maiali ed i resistenti. Un paio di ragazzi che hanno cercato di fare delle foto sono stati rimproverati dai giovani incappucciati e le foto che avevano scattato sono state cancellate.

Alcuni slogan che sono stati cantati durante gli scontri sono elencati di seguito:

Rabbia e coscienza, negazione e violenza, pianteremo il caos e poi l’anarchia!

Libertà alle Cellule di Fuoco (CCF)!

Libertà a tutti coloro che sono nelle celle delle prigioni!

Anarchia, destabilizzazione, azione diretta, insurrezione!

Solo raffiche di Kalashnikov farebbero giustizia e vi farrano [poliziotti] rinsavire!

La solidarietà è l’arma dei popoli, guerra contro la guerra dei padroni!

Gli insorti hanno ragione, e non le spie e coloro che stano in ginocchio!

Tra l’altro, intorno alle 03:00 l’intensità degli scontri era scesa in modo significativo, ed abbiamo detto addio alla scena della battaglia spostandosi ai nostri posti di letto per un meritato sonno.

Exarchia, Atene: Testo dell’anarchico Yannis Dimitrakis (3/8)

Il 2 Agosto, circa 45 poliziotti di diverse unità della polizia hanno preso d’assalto la piazza Exarchia, ed hanno detenuto l’anarchico Yannis Dimitrakis da un caffetteria di via Tsamadou, dove stava prendendo il caffè, per trasferirlo poi al quartier generale della polizia d’Atene. Dopo diverse ore, il compagno è stato rilasciato. Questo è il testo che ha scritto il giorno dopo in riguardo alla sua detenzione: 

L’incidente che viene descritto di seguito sicuramente non coglierà di sorpresa molte persone – dal momento che questo tipo d’incidenti sono diventati parte della vita di tutti i giorni che è piena di eventi simili.

Naturalmente mi riferisco solo ad un altro episodio di violenza e repressione, piuttosto aggressivo verso di me, un risultato dell’accelerate attività delle bande fasciste / DELTA e DIAS (unità di moto della polizia) nel centro di Atene, ma anche la dove il lungo braccio della legge possa arrivare.

La storia ha intense caratteristiche vendicative visto che il mio sequestro, da una caffetteria in piazza Exarchia il 2 Agosto 2012, è stato presumibilmente una semplice detenzione “tipica” preventiva ed una verifica d’identità – come essi stessi hanno affermano – ma alla fine quando ci siamo trasferiti lontano dai sguardi familiari e scesi sotto alcuni vicoli poco frequentati della zona, la questione dei debiti è stata sollevata. Non una data quantità di denaro a loro dovuta, ma a quanto pare una sorta di prezzo peculiare che ho dovuto pagare per il fatto che io sono un anarchico e per di più – secondo loro – uno che spara contro agenti della polizia.

In questo modo, esercitando i loro insulti e minacce più volgari, il branco dei Tagmatasfalites contemporanei [il nominativo delle persone che erano stati reclutati ai battaglioni della sicurezza dei collaborazionisti durante la seconda guerra mondiale], sempre sostenuti da parte dello Stato, sono stati risolti in un angolo di via Vassileos Irakleiou e via Bouboulinas in attesa di un veicolo di trasferimento per portarmi al quartier generale della polizia (GADA), sotto la protezione della polizia anti-sommossa (MAT), squadra che di regola campi in questo punto tutti i giorni.

Anche se fino a questo punto la procedura si svolgeva in un contesto più o meno noto, l’uso della violenza fisica estesa in dosi massicce durante le mie tre ore di detenzione nei corridoi della sede della polizia, mentre le mie mani erano legate dietro la schiena, ha fatto catapultare questa sceneggiata in uno stato di cannibalismo violento degno della fama che accompagna i battaglioni della sicurezza (Tagmata Asfalias).

Eppure se si usa spesso il riferimento a queste specifiche -e non solo- forze repressive col termine “battaglioni di sicurezza”, questo non lo faccio perché ho l’intenzione di eccitare gl’impulsi emotivi di alcune persone, recuperando immagini dalle atrocità del passato, ma perché in realtà agiscono in modo analogo di quei soggetti aberranti e, in parte, perché sono stati loro stessi a reintrodurre il tema della guerra civile nel 1946-49 con le loro battute.

Ha sfilato davanti a noi il 9° battaglione (LOK) dell’Esercito Nazionale, una divisione responsabile per vari massacri contro i partigiani ed altri durante il periodo 1946-1949. Grammos e Vitsi sono stati denominati come luoghi di sconfitta schiacciante dell’Esercito Democratico [due montagne nel nord della Grecia, dove l’Esercito Democratico della Grecia (DSE) ha subito pesanti perdite nel 1949 durante le battaglie e il resto delle forze del DSE dovette fuggire in Albania, mentre la Guerra Civile Greca era finita in termini militari]. Riferimento è stato anche fatto con grande orgoglio per il loro ruolo parastatale e la loro azione sponsorizzata-e quindi non veramente incontrollabile-, ecc.

Dettagli stupidi, che tuttavia riflettono la situazione di crescente polarizzazione che esiste oggi nella società, ma anche come questa polarizzazione -naturalmente, senza escludere il fattore soggettivo- conduce saldamente alla formulazione di chiare linee di demarcazione e di campi, dove ognuno deve scegliere un lato.

In conclusione, vorrei sottolineare che nessuno avrebbe bisogno di fare riferimento a un tale evento, che si è verificato per l’ennesima volta, per dimostrare il ruolo della polizia e delle sue risorse umane usa e getta, e in nessun modo personalmente penso che sia stato un incidente oltre la logica, per non parlare della legalità.

Questo elenco di circostanze ha lo scopo di informare e non di protestare o denunciare la forma di conflitto che si terra in un futuro a breve termine tra coloro che combattono per il rovesciamento e la rivoluzione e quelli che usano i loro artigli e denti per difendere i propri interessi e privilegi nel regime esistente.

Personalmente, non ho nessun’altra risposta da dare al bullismo e alle minacce dei battaglioni di sicurezza in uniforme ed i loro superiori, diversa da quella di continuare a lottare imperterrito e più dinamico per la sconfitta totale e travolgente dei dominatori di questo mondo.

NEMMENO UN PASSO INDIETRO

Yannis Dimitrakis
3 Agosto 2012

fonte

Atene: Aggiornamento sulla studentessa immigrata in carcere, dopo lo sgombero del progetto abitativo di Valtetsiou

Come abbiamo riportato, il 20 Aprile i poliziotti hanno sgomberato l’edificio occupato al numero 60 di Via Valtetsiou, in Exarchia ( di proprietà della Previdenza Sociale dello Stato – IKA). Tre persone furono arrestate durante lo sgombero. Furone tenute in una stazione di polizia, portate dinanzi al procuratore (con l’accusa di occupazione illegale) e due di loro furono finalmente rilasciate. La terza persona, una giovane di 19 anni, studentessa immigrata è da allora trattenuta nella Direzione della Polizia per Stranieri di Petrou Ralli, perchè non ha attualmente i documenti.

Annuncio da parte della casa sgomberata al numero 60 di Via Valtetsiou

Il modo rumoroso con cui lo Stato ha deciso di attaccare due spazi occupati ad Exarchia il 20-04/2012, vale a dire il centro sociale VOX ed il progetto abitativo in Valtetsiou, ha lasciato dietro di se anche delle vittime.

Con il pretesto di  ostacoli burocratici senza senso, uno dei tre arrestati nello squat di Valtetsiou rimane agli arresti: Anastasia “Nancy” Plamantiala è trattenuta nella Direzione della Polizia per Stranieri di Atene ed è minacciata di espulsione, nonostante il fatto che viva in Grecia da diversi anni, dove stà studiando all’Università.

La solidarietà verso Anastasia non può riguardare solo i suoi 2-3 amici o i conoscenti. E’ un dovere dei gruppi o degli individui che principalmente sono nel movimento squat.

Se Anastasia non viene immediatamente rilasciata, faremo una chiamata per avere in cambio una specifica forma di sostegno.

Siamo rimasti all’interno dello spazio occupato per difendere le nostre scelte, anche se eravamo a conoscenza in anticipo dell’operazione di polizia. In seguito agli arresti ed allo sgombero, difenderemo il diritto della nostra compagna ad essere rilasciata ed a continuare a vivere in Grecia.

SOLIDARIETA’ A TUTTI GLI SQUAT

Squat Valtetsiou

Atene: Raid della polizia nel Centro Sociale Occupato VOX in Exarchia

Nei primi giorni del 2012, persone coinvolte nell’ambiente anarchico/antiautoritario hanno occupato l’edificio del VOX (proprietà dell’ “Istituto della Previdenza Sociale” – IKA) in Piazza Exarchia, nel tentativo di trasformarlo in un centro sociale aperto. “BOΞ” era il nome di un ex cinema all’aperto nello stesso edificio, all’angolo tra le vie Arachovis e Themistocleous. L’edificio permette di ospitare varie iniziative. Scopo del gruppo è quello di ampliare le lotte socio-politiche attraverso le esigenze collettive, in un’epoca in cui la crisi del sistema economico minaccia e attacca la maggior parte della società, ma anche per costruire rapporti di solidarietà e di comunicazione con le persone e le altre iniziative nel quartiere.

Il 20 Aprile, proprio il giorno prima dell’apertura al pubblico del nuovo progetto, le forze di polizia hanno fatto un’imponente irruzione nella zone, ed in particolare in Piazza Exarchia, e dalle 06:00 (GMT+2) i poliziotti ed i procuratori hanno eseguito lo sfratto del palazzo del VOX (sembra non ci fossero occupanti all’interno).

Alle 13:00, in Piazza Exarchia e molte strade circostanti erano sotto occupazione da parte della polizia.

C’erano notizie di un raid anche in un’altro edificio in Exarchia (in Via Valtetsiou, 60), anche questo di proprietà dell’IKA.

Tre persone sono state arrestate durante lo sgombero del secondo edificio, in via Valtetsiou. Sono state trattenute alla stazione di polizia, e sono stati portati di fronte al procuratore con l’accusa di occupazione abusiva, due di loro sono stati rilasciati. La terza persona, un’immigrata senza documenti, è trattenuta presso il Direzione di Polizia per stranieri in Petrou Ralli.

Nel frattempo, il palazzo del centro sociale VOX veniva  sigillato. Alle 13:49, il gruppo del VOX rilasciava una dichiarazione circa la repressione, puntando l’attenzione sulla distorsione dei fatti fatta dai media, dichiarando tra l’altro che oggi, 20 Aprile, alle 6:00, numerose forze repressive e tre procuratori hanno preso il controllo su tutta l’area di Exarchia. Recentemente Ioannis Tentes, procuratore della Corte Suprema (Areios Pagos), aveva emesso un’ordine per lo sgombero degli spazi occupati, un’ordine che ora è stato messo in pratica per la prima volta con la stretta collaborazione del celebre procuratore generale Eleni Raikou. Sotto il comando dei procuratori, l’amministrazione dell’IKA ha presentato una formale querela contro il centro sociale VOX, consentendo il già deciso sgombero forzato.

Alle 17:00, l’intero quartiere di Exarchia (compresa l’entrata del Politecnico in via Stournari) era ancora circondato dalle forze di polizia, con squadre e unità in motocicletta che bloccano anche il traffico in alcune vie, e cos’ via.

Pertanto, l’ordinaria Assemblea anarchica di solidarietà alle R.O. CCF si terrà nel Piccolo Teatro di Lofos Strefi, alle 19:00 (invece che nel palazzo Gini presso il Politecnico).

La 2 giorni di concerti per i combattenti imprigionati che si doveva tenere al Politecnico di Atene (un festival auto prodotto e benefico di musica punk del 20-21/04) è stato annullato.

Il gruppo VOX ha indetto un presidio in Piazza Exarchia per Sabato 21/04, dalle 18:00, dove ha intenzione di tenere il loro programmato concerto dal vivo.

Sabato sera (alle 17:00 circa) l’edidicio del VOX è stato nuovamente occupato grazie all’aiuto di 200 compagni. All’auto-intervento per l’apertura dello squat hanno partecipato quasi 2.000 persone in piazza e nelle strade vicine. Piccoli scontri sono scoppiati dalle 02:00, la polizia ha sparato molti gas lacrimogeni nella zona.

Più informazioni sono in arrivo.

Pochi giorni prima di questo fatto “spettacolare”, un deputato del partito di estrema destra LAOS aveva sollevato dei “quesiti” sugli occupanti del Centro Sociale VOX.

Il 9 Aprile, gli occupanti avevano riferito che il parlamentare del partito di estrema destra LAOS Athanassios Pleuris aveva fatto una formale interrogazione in Parlamento alla “protezione civile” e al Ministero del Lavoro. Il parlamentare ha dichiarato che gli anarchici desiderano “…trasformare questo specifico spazio in un “centro sociale”, ossia un covo in più di violenza anarchica e terrorista…”- chiede ai ministri, tra gli altri, se hanno in programma il suo sfratto immediato. I poliziotti del ministero hanno rilasciato una risposta evasivamente burocratica, sottolineando solo il fatto che le sue forze stanno monitorando il posto in modo “discreto” (quello che esce non è una sorpresa).

Lottando senza tutela contro ogni autorità, gli squat e gli spazi liberati sono ora una minaccia ancora maggiore per l’ordine regnante. Quindi, questo tentativo persecutorio può essere visto solo all’interno della cornice di repressione coordinata contro progetti radicali e combattenti. La risposta degli squatter nei confronti dello Stato e di ogni delinquente fascista è che l’edificio del VOX è già in uso da persone che non cesseranno di lottare per una società priva di uguaglianza di classe e solidarietà, senza esclusioni e sfruttamento. Gli squat sono parte integrante della lotta per la libertà.

GIU’ LE MANI DAGLI SQUAT – LA SOLIDARIETA’ E’ LA NOSTRA ARMA

 

Quì segue il primo comunicato del progetto VOX, rilasciato all’inizio di Marzo

 

Occupazione del palazzo del VOX, Exarchia

Nei primi giorni del 2012, persone coinvolte nell’ambiente anarchico/antiautoritario hanno occupato l’edificio del VOX (proprietà dell’ “Istituto della Previdenza Sociale” – IKA) in Piazza Exarchia, nel tentativo di trasformarlo in un centro sociale aperto.

La scelta di creare un centro sociale nel cuore di Exarchia è strettamente legato sia alla storicità della zona sia alla condizione critica del momento e dei suoi sviluppi politici e sociali.

Per diversi decenni, al di là di essere un particolare quartiere di Atene, Exarchia è stato un perenne laboratorio politico-sociale, un luogo d’incontro per i giovani ribelli, e uno spazio per imprese politiche sovversive, luogo di creazione libera ma anche per l’interazione di tendenze di critica contemporanea.

Di conseguenza, l’area divenne un polo d’affinità per anarchici e giovani di sinistra, studenti, intelletuali, che hanno scelto Exarchia non solo come luogo d’incontro, ma anche come luogo di residenza. Questo, combinato con le lotte in corso, ha creato un rapporto sociale con alcune parti della comunità locale che sicuramente non di meno fu una relazione lineare, ma è stato sempre legato alla stato del movimento, ogni volta.

Lo Stato, cos’ infastidito da questa parte della città, ha più volte tentato di riprendere il controllo della zona attraverso la repressione diretta o trasformando il quartiere in un supermarket della droga. L’espansione stessa della commercializzazione e i processi dello stile di vita fin dal principio hanno mirato a snervare le dinamiche insurrezionali di Exarchia.

Oggi, nell’attuale condizione di crisi, l’attacco frontale scatenato dal Capitale e dallo Stato ha portato gran parte della società all’impoverimento, in tal modo fenomeni di violenza intra-classista e di cannibalismo sociale sono ovunque in aumento.In particolare in Exarchia bande di teppisti e bulli, cogliendo la storia libertaria del quartiere, e il fallimento finora di una risposta collettiva a questi fenomeni, stanno minacciando la vita quotidiana di Exarchia interessando seriamente ogni principio politico e sociale. Valori quali la resistenza e la solidarietà finiscono dietro i fabbricati argomenti quali sicurezza, legalità e ordine.

Il contenuto politico del movimento del VOX occupato è correlato alla necessità crescente rappresentata dall’oggettiva prova della condizione eruttiva del particolare luogo e momento. Il centro sociale VOX – un progetto d’intervento sociale, politico, culturale – si verifica nell’attuale situazione di aggravamento della crisi economica, mentre il blocco di potere dominante (che non è mai stato più ingiustificabile da parte della società e al tempo stesso diventa cos’ omogeneo al suo interno) scatena il suo attacco finale contro la forza lavoro e l’acquis sociale.

Allo stesso tempo, la repressione è stata aumentata con il presupposto per la mantenenza della coerenza sociale attraverso l’uso di pratiche dello stato di emergenza in tutti gli aspetti della vita quotidiana. Il terrorismo economico (cancellazione dei diritti acquisiti dai lavoratori da decenni, emarginazione ed impoverimento di gran parte della società, immunità per il datore di lavoro) e la tattica dello Stato (controllo autoritario a tutti i livelli, stato di polizia intensificato, tentativi di porre severe punizioni su tutte le pratiche di  disobbedienza, conflittuale o meno, persecuzioni delle masse di manifestanti, la legislazione “anti-terrorismo”, e cos’ via) impostano la fase di una guerra di classe, la cui intensità mostra anche i vicoli ciechi e i limiti del tentativo delle classi dominanti di uscire dal guazzabuglio della crisi.

Viviamo in un’epoca in cui il sistema mostra incapacità ad integrare tutte le persone ad ora sfruttate, allo stesso tempo, vediamo segni di allargamento delle lotte sociali e di classe (manifestazioni di massa, scontri con le forze di repressione dello stato, ravvivamento della fiducia verso l’attività collettiva, allo sviluppo di forme organizzative e di credito all’interno dei quartieri) che potrebbero essere ancora inadeguate nel complesso a sostenere un’argine, tuttavia queste lotte mostrano un segno positivo nella lotta per un rovesciamento.

L’espansione delle lotte politico-sociali e la dinamica di sviluppo di tutte le forme di resistenza al fine di raggiungere un’efficacia deve tenere il passo con il concetto di auto-organizzazione, solidarietà sociale e politica e rifiuto delle istituzioni.

Noi crediamo che occupare costituisca una parte integrante del movimento sovversivo, e il ravvivarsi di questa pratica all’interno delle date circostanze ha un duplice scopo: da un lato quello di una linea di difesa attraverso la creazione di spazi liberi, e dall’altro una tattica aggressiva per disegnare la linea per una nuova prospettiva a venire, se si tratta di occupazione permanente di edifici finalizzata alla creazione di spazi socio-politici come centro e base operativa per le lotte, o occupazione di immobili e spazi pubblici come forma di protesta che supera la legittimità borghese, o anche di più quando si tratta di occupazioni come mezzo di rivendicazione di classe che si interroga sullo stesso concetto di proprietà, vale a dire il sequestro dei mezzi di produzione e l’occupazione dei posti di lavoro.

Gli squat sono una minaccia per chi domina, perchè sfida il potere, i rapporti capitalistici e il modo dominante dell’organizzazione della società, in pratica, manifestando l’auto-attività e la partecipazione anzichè l’assegnazione, la realizzazione dei nostri bisogni e desideri, invece delle condizioni imposte a noi dai governanti.

Il carattere stesso dello squat, come pratica di confronto e progetto auto-organizzato, mira a rotture sociali che intensificano le contraddizioni e i vicoli ciechi del sistema, basato su rapporti di solidarietà e valori di uguaglianza.

Intendiamo l’auto-organizzazione come un processo anti-gerarchico, anti-centralizzato, senza rappresentanti, esperti e opinionisti. Lottiamo contro ogni forma di nazionalismo, di logica razzista e sessista. Ci opponiamo a qualsiasi tipi di modelli di consumo che richiedono la personalizzazione, l’omogeneizzazione della società e la sottomissione alla logica del mercato e del profitto.

Una pre condizione per l’efficacia della nostra attività è quello di espandere la cultura degli interessi collettivi e costruire relazioni di solidarietà all’interno della nostra assemblea, ma anche con il nostro quartiere, e al tempo stesso, attraverso la nostra connessione con le reti di resistenza che sono attive nell’area: occupazioni, assemblee di quartiere, luoghi di ritrovo, collettivi politici, gruppi di lavoratori e sindacati di base. Soprattutto, però, attraverso il nostro contributo attivo nelle lotte sociali, manifestazioni, blocchi negli scioperi, barricate aspiriamo a contribuire con la nostra parte alla grande scommessa del nostro tempo, vale a dire il passaggio dalla protesta spontanea e l’indignazione del popolo oppresso e sfruttato alla rivolta cosciente e la rivoluzione sociale, come unica uscita dalla crisi del sistema e l’attacco alla classe dirigente, stabilendo più strutture e zone di emancipazione e azione collettiva.

Vogliamo che il centro sociale VOX diventi uno spazio di comunicazione diretta, interazione e creatività, dove non ci siano gerarchie ed esperti, o spettacolarizzazioni e modelli consumistici, uno spazio di cameratismo, solidarietà e lotta contro ogni autorità.

Punto di riferimento principale per la funzionalità e attività dello squat sarà l’assemblea di gestione, in cui le decisioni collettive saranno effettuate secondo una pre configurazione ed il consenso sull’amministrazione dello spazio e estroversi interventi del centro sociale.

Attraverso l’auto-organizzazione, la comunicazione e la fermentazione, lo spazio occupato VOX permette di ospitare varie iniziative che saranno gestite da gruppi di lavoro tematici, ad esempio un bar auto gestito per il sostegno finanziario dei combattenti imprigionati, ma anche per le spese di mantenimento, una biblioteca, una sala per eventi, proiezioni cinematografiche, attività per bambini, giornali, pubblicazioni, etc.

Centro Sociale Occupato VOX

Atene: Rafforzare la reciproca solidarietà

Domenica, 11 marzo alcuni compagni provenienti da paesi diversi hanno preso parte all’assemblea aperta di Contra Info ad Atene. Così, il giorno seguente, siamo riusciti a portare a termine un’azione simbolica di solidarietà internazionale e di contro-informazione allo stesso tempo, attaccando striscioni riguardanti quattro importanti casi in diverse parti del centro di Atene.

Un piccolo striscione su cui si legge ‘Solidarietà internazionale tra gli oppressi’ è stato messo all’ingresso del Politecnico in Stournari Street. Inoltre, al Politecnico, sul lato di Via Patission, abbiamo posizionato uno striscione per il compagno Tortuga in vista del 20 marzo, giornata internazionale di azioni in solidarietà con Luciano Pitronello, che rischia di subire  15 anni di carcere da parte delle autorità di perseguimento penale dello Stato cileno, per aver collocato un’ordigno esplosivo in una filiale della Banca Santander il 1 ° giugno 2011, a Santiago. Sullo striscione si legge in spagnolo / greco: ‘Libertà per il compagno Tortuga! Solidarietà con gli ostaggi della guerra in Cile ‘.

In piazza Exarchia abbiamo messo uno striscione in memoria di Oury Jalloh, in tedesco / Greco: ‘Il caso Oury Jalloh: e’ stato un’omicidio! La memoria di Oury Jalloh è viva! Nessuna tolleranza per gli assassini di Stato. Solidarietà con i compagni in Germania. ‘Oury fu bruciato vivo all’interno di una stazione di polizia a Dessau, in Germania, il 7 gennaio 2005. Da allora in avanti, parenti, amici e sostenitori hanno portato il caso davanti ai giudici, chiedendo la punizione dei responsabili per l’omicidio del 36 enne profugo dalla Sierra Leone. Nei giorni scorsi, sotto il terrore della polizia, il caso è stato esaminato nel tribunale distrettuale di Magdeburgo.

In Via Patission, al di fuori dell’ Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE), uno striscione scritto in italiano / greco ‘NO TAV, NO STATO, NO CAPITALE – Solidarietà con Luca Abbà – Sabotaggio a tutte le linee ad alta velocità del sistema’ è stato appeso per l’attivista NO TAV italiano, che è ancora ricoverato in ospedale dopo essere stato ferito gravemente il 27 Febbraio, durante l’ennesima operazione repressiva in Val di Susa. Nonostante la mano assassina dello Stato e del Capitale, la protesta rimane viva; la lotta contro la linea dei treni ad alta velocità Torino-Lione continua dai primi anni ’90 ad oggi.

All’ingresso del Panteion (Università di Scienze Politiche e Sociali), situato sulla Syngrou Avenue, abbiamo messo uno striscione scritto in francese / Greco: ‘Solidarietà con Ivan, Bruno, Damien, Inès, Franck, Javier – Giù le mani dai nostri compagni in Francia ! ‘Questi sei anarchici sono perseguiti sotto la legge anti-terrorismo da quattro anni. In breve, tutti e sei sono nello stesso processo per essere giudicati secondo la legge anti terrorismo francese. Ivan, Bruno e Damien sono stati arrestati nel gennaio 2008 per il possesso di fumogeni mentre si dirigevano verso una protesta fuori dal centro di detenzione di Vincennes. Pochi giorni dopo, Inès e Franck sono stati arrestati in Vierzon per possesso di manuali per le tecniche di sabotaggio ed una mappa del carcere minorile. Le autorità hanno usato l’identificazione del DNA ed hanno affermato che il campione di DNA di Inès  combacia con una delle cinque tracce di DNA trovate sul sacchetto contenente le bottiglie con la benzina in un camion rimorchio della polizia, tra i due turni delle elezioni presidenziali nel 2007. Entrambe le indagini sono state ben presto unite in un unico caso, e i procuratori anti terrorismo hanno preso il sopravvento. Poi i poliziotti avrebbero scoperto il DNA di Damien su tale borsa. A seguito di questa pratica dei test del DNA, non passò molto tempo prima che il fratello di Inès , Javier, fosse  arrestato anche per il fatto del 2007. Inoltre, nel giugno 2010 Javier era stato incriminato per una serie di sabotaggi dei quadri elettrici delle stazioni di segnalazione della SNCF, incendi dolosi che avevano paralizzato parte del traffico ferroviario durante il movimento del ‘CPE’ nel 2006. Ancora una volta, il DNA di Javier fu’ trovato dalla polizia sulla scena di un tentativo di sabotaggio. Tutti e sei hanno fatto dai 5 ai 13 mesi di reclusione come detenuti in attesa di giudizio. Le accuse principali nei loro confronti sono: partecipazione ad un’organizzazione con il fine di preparare atti terroristici (per sei di essi), fabbricazione di esplosivi (per tre di loro), tentata distruzione di beni appartenenti ad altri (per tre di loro), possesso e trasporto di prodotti esplosivi o di incendio (per quattro di loro), ed il rifiuto a presentare campioni di DNA (per tre di essi). Il loro processo è previsto per il 14 maggio 2012, a Parigi – più informazioni in francese 1, 2, 3.

Atene: Rivendicazione di una serie di incendi in solidarietà con la compagna imprigionata Stella Antoniou

All’alba di giovedì 23 febbraio, abbiamo attaccato vari obiettivi in cinque aree differenti di Atene:

– Bancomat della National Bank of Greece a Thymarakia
– Bancomat della Marfin bank a Palaio Faliro
– Un veicolo del giornale Free Sunday, dell’editore Giorgos Kyrtsos, a Ilioupoli
– 4 bancomat a Ano Petralona (due della National Bank, uno della Piraeus bank, uno della Millennium bank)
– Una sede del Ministero della Cultura a Exarchia

Dedichiamo questi attacchi alla compagna anarchica Stella Antoniou, che è incarcerata nella prigione femminile di Koridallos dal 4 dicembre 2010, originariamente accusata di partecipazione in un’organizzazione terrorista sconosciuta, accusa che presto diventò partecipazione nella Cospirazione delle Cellule di Fuoco, secondo gli astratti scenari dell’unità antiterrorista della polizia. La verità è che Stella è accusata per la sua posizione combattiva contro lo Stato ed il Capitale. Mantiene questa posizione combattiva fino ad oggi, dentro le mura della prigione, partecipando attivamente alle lotte di massa dei reclusi, così come con la sua presenza nei problemi della vita quotidiana in carcere.

Stella affronta gravi problemi di salute cronici, che rendono il suo rilascio immediato, ed un suo regolare monitoraggio da parte dei dottori imperativo, qualcosa che è impossibile che succeda in quello che è chiamato in maniera eufemistica ospedale della prigione di Koridallos.

La posizione delle autorità dell’accusa, attraverso la ripetuta respinta delle sollecitazioni per il suo rilascio, mostra la natura vendicativa dello Stato contro le persone che ancora combattono; contro tutti coloro che né abbassano la loro testa, né accettano l’oppressione e la miseria imposte dal Potere dominante.

Nei nostri tempi, quando le ineguaglianze classiste diventano palesi nella pratica, colpendo sempre più strati sociali, noi progettiamo la solidarietà di classe tra i combattenti, la creazione di tumuli contro i piani del dominio, la rivoluzione sociale come unica via d’uscita verso la liberazione delle nostre vite.

Mandiamo i nostri saluti militanti all’anarchica Stella Antoniou e chiediamo il suo rilascio immediato

SOLIDARIETA’ CON ALEXANDROS MITROUSSIAS, KOSTAS SAKKAS E GIORGOS KARAGIANNIDIS, ACCUSATI PER LO STESSO CASO

Fonte: Athens Indymedia – Traduzione ParoleArmate

Grecia: Attacco diretto alla casa di Karolos Papoulias nel centro di Atene

Tardo Sabato sera, 4 Febbraio, un gruppo di compagni incappucciati ha effettuato un’ azione diretta fuori la casa del presidente della Grecia, in via Asklipiou, lanciando bastoni e pietre verso la sua residenza. Sono stati cacciati in via Zoodochou, in Exarchia, da unità di polizia in moto che hanno lanciato granate stordenti. Tutti i compagni sono fuggiti di corsa.


Rivendicazione:

Sabato 4 Febbraio, intorno alle ore 20, 60 solidali hanno attaccato la guardia personale, i veicoli di sicurezza e personali fuori la residenza del presidente della democrazia Karolos Papoulias. La sua guardia personale è fuggita, sono stati lanciati volantini in solidarietà con l’anarchica Stella Antoniou e gli anarchici Kostas Sakkas, Giorgos Karagiannidis e Alexandros Mitrousias.

I solidali si sono ritirati insieme dal posto, che è poco distante dalla stazione di polizia. Qualche minuto dopo, si è presentata un’unità motorizzata DELTA, che ha usato granate flashbang nel tentativo di raggiungere i solidali, ma senza successo.

L’azione di ieri è stata fatta in solidarietà con Stella Antoniou e gli altri accusati per lo stesso caso, come prima risposta al rifiuto della sua richiesta di rilascio.

Queste azioni continueranno fino al rilascio di Stella Antoniou.

RILASCIO IMMEDIATO DELL’ANARCHICA STELLA ANTONIOU

LIBERTA’ PER GLI ANARCHICI SAKKAS, KARAGIANNIDIS, MITROUSIAS

Anarchici/Anarchiche

Exarchia, Atene: Espropriazione di una filiale della catena di supermercati Sklavenitis

Sabato, 26 Novembre, un gruppo di compagni ha espropriato un supermercato della catena Sklavenitis a Charilaou Trikoupi, ad Exarchia. Dei volantini sono stati lanciati durante l’azione, leggiamo: “La loro ricchezza è il nostro sangue ” e “Espropri del Capitale ovunque”.

Gli anarchici hanno espropriato alimenti di prima necessità e li hanno poi distribuiti tra i passanti e le altre persone riunite al mercato all’aperto di via Kallidromiou. La maggior parte della gente ha reagito positivamente a questa azione ed ha preso i prodotti dai cesti.

L’unica reazione negativa è arrivata da parte di un dipedente del supermercato che, mentre i compagni se ne stavano andando, urlava “Questa è una vergogna!”. I compagni annunciano nel loro comunicato che lui e i suoi colleghi dovrebbero sapere che solo i capitalisti e i padroni dovrebbero vergognarsi, perchè loro diventano sempre più ricchi vivendo il loro “sogno” contro le persone che vivono quotidianamente l’incubo dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

fonte

Atene: Continuano gli espropri dei supermercati

Altri due espropri di supermercati sono stati realizzati in due diversi quartieri di Atene. Intorno alle ore 18 un gruppo di persone ha espropriato beni di prima necessità da un supermercato in via Soultani, nel quartiere di Exarchia. Un altro gruppo di compagni ha espropriato stamattina un supermercato nel quartiere di Galatsi. I beni espropriati sono stati distribuiti tra le persone che stavano al mercato popolare all’aperto, vicino al supermercato. Come viene detto nel comunicato che è stato distribuito durante quest’azione diretta a Galatsi:

“La bancarotta non è un’immagine alla televisione.
Le coscienze nascono attraverso gli attacchi ai padroni
Espropriazione ora!”

trad. Cenere