Tag Archives: Cile

Cile: Lettera del compagno in cattura Marcelo Villarroel Sepúlveda dal carcere di massima sicurezza di Santiago

Attraverso queste parole vorrei comunicare con la lingua della guerra eterna, la mia decisione di sostenere ed approfondire la lotta anti-capitalista, contro lo Stato e i suoi sostenitori, contro i padroni che conservano la loro festa nella danza eterna di chi ha e chi detiene.

Oggi mi trovo al carcere di massima sicurezza (CAS), accusato di due rapine di banche, in quello che è pubblicamente conosciuto come il “caso Security”. Questo non è un altro caso giudiziario, ma era e continua ad essere questi ultimi 5 anni, la vendetta poliziesca e giudiziaria di uno Stato che punisce l’ammutinamento dei sfruttati col carcere, con la persecuzione e la morte.

Durante questi anni di reclusione innumerevoli sono state le azioni e i gesti di solidarietà di varia natura e provenienza: parole di solidarietà, raduni, azioni di propaganda, discorsi pubblici, concerti, raccolte musicali, produzioni audiovisive, propaganda sulla strada e un sacco di azione autonoma contro le prigioni.

Si tratta di una prova solida che chi combatte contro lo stato-prigione-capitale non è solo. Che la solidarietà non è solo una parola scritta, ma una pratica permanente tra il popolo in lotta.

Attualmente nel carcere-impresa di Santiago-1 c’è gente detenuta a seguito di combattimenti di strada. Si tratta di Karla e Ivan, due fratelli che sono stati arrestati lo scorso Aprile perché i sbirri dicono che erano carichi con materiali per fabbricare bombe. Qui, nel carcere di massima sicurezza, si trova Hans Niemeyer Salinas, accusato di diversi attacchi contro i simboli del Capitale. Inoltre, qui si trova inoltre Miguel Sánchez, vecchio detenuto, ex militante del Fronte Patriottico Manuel Rodríguez (FPMR) ed ora affine alle idee e alle pratiche libertarie.

Eppure, qui ci sono Juan Aliste e Freddy Fuentevillia con i quali costituiamo parte di questa accusa senza fine chiamata “Caso Security» (Caso di sicurezza).

Tutti siamo puniti perché non crediamo al potere, perché non accettiamo la classe della violenza di stato, perché manteniamo in vita una storia, una memoria di Resistenza e di Sovversione.

Puniti perché ci ribelliamo contro il buon ordine del sfruttamento e della miseria, e non ci perdiamo dileguati nella loro offerta democratica di una Ribellione estetica, nella quale si suppone che più tatuaggi uno abbia, più Ribelle sia…no! Noi ci rifiutiamo di far parte di questa società del cazzo, e quindi cerchiamo e combattiamo per costruire un’altra…

Perché la lotta continua perché le ragioni e i motivi bastano…
Per la distruzione della civiltà della prigione

Fino a quando ci sarà miseria, ci sarà Ribellione!

Marcelo Villarroel Sepúlveda.
Prigioniero libertario,
26 Ottobre 2012

Messico – Lettera del compagno Mario nel contesto delle giornate di agitazione e solidarietà con i prigionieri anarchici, dal carcere

Compagnx, finalmente ho avuto notizie dal mondo esterno e mi rende infuriato sapere che moltx compagnx ancora vengono raggiunti dalle ondate repressive del dominio internazionale. E’ evidente che il nemico ci vuole vedere a terra, e questi colpi, in un modo o nell’altro, mirano al logorio morale e fisico della varietà di individualità, gruppi, progetti, occupazioni e nuclei di azione anarchica che in qualche maniera formano quello che grossolanamente potremmo chiamare movimento.

Recentemente, sono venuto a sapere della detenzione del compagno Massimo Passamani in Italia, ma sfortunatamente, non ho molte informazioni al riguardo. Ho anche saputo degli arresti domiciliari di un’altra compagna italiana, Daniela Battisti. In ogni caso, le invio tutta la mia solidarietà: Ai Ferri Corti Con La Vita!

Tuttavia, nonostante tutte le ostilità contro i nostrx compagnx nel mondo, c’è qualcosa che mi ha rallegrato moltissimo: la lettera pubblica del nostro caro compagno Braulio Duran. Sono stato molto felice di leggerla e sapere che nonostante le condizioni di non-vita in cui si trova si mantiene integro e rivendica ad alta voce le sue convinzioni come vegano e straight-edge. Con Conspiración Ácrata, abbiamo sempre mantenuto (e manteniamo) la solidarietà e l’appoggio totale al compagno Braulio e come individui diversi abbiamo sempre mostrato una enorme complicità con le sue posizioni. Pur essendo incarcerato continuo ad esprimere il mio appoggio e la mia solidarietà con Braulio, non importa che non ci siamo mai incontrati faccia a faccia o ci siamo mai stretti la mano, ugualmente abbiamo condiviso idee e avvenimenti, in modo particolare con la sua azione contundente contro le strutture del dominio. Per questo ripeto che mi fa molto piacere che cominci a comunicare in maniera pubblica, magari lo facesse più spesso, poiché per un prigioniero anarchico è molto importante mantenere la comunicazione.

Il carcere, gli “incidenti”, la morte, la repressione, la vita “in fuga”, niente di questo ha potuto né potrà fermarci. Dal 1887, quando negli Stati Uniti i mass media al servizio dello Stato-capitale, reclamavano il sangue degli anarchici che volevano sovvertire l’ordine democratico, fino ad oggigiorno in Cile, in cui i media di alienazione di massa fanno il lavoro della polizia nell’investigare e mostrare i nostrx compagnx in lotta; una costante continua che si mantiene nonostante tutte le avversità: la lotta incorruttibile contro il Potere. Persone che lottano con tutti i mezzi a loro disposizione per distruggere le strutture fisiche e le relazioni di dominio, compagnx di lotta dispostx a non fare un passo indietro. Anche quando cadiamo ci rialziamo un’altra volta e, con fermezza, continuiamo il nostro percorso sul sentiere della guerra quotidiana contro il Potere. Il cammino per la libertà totale.

Come individualità anarchica, pur essendo prigioniero nelle segrete dello Stato democratico, continuo nella guerra quotidiana con i mezzi possibili, anche se solo con la parola, cerco il modo di contribuire al processo di distruzione del sistema di dominio tramite pratiche conseguenti e relazioni informali che ci permettano di materializzare la nostra lotta. Cerco di contribuire, con i limiti del carcere, al processo di distruzione dei valori del sistema, alla distruzione delle strutture fisiche che sostengono il capitalismo tecnologico; cerco di contribuire al processo di distruzione delle relazioni di Potere sulle quali si sostenta la società facendo funzionare il meccanismo di dominazione.

Io non sono un prigioniero politico, sono un prigioniero anarchico che si trova insofferente a morte con tutto l’esistente, in conflitto e critica permanente con il sistema di dominazione e il modo di vita che ci impone. Rifiutando i suoi valori e le sue pratiche, negando le sue relazioni di Potere, il suo linguaggio e il suo addomesticamento. Ancor meno accetto la rassegnazione che il cristianesimo o il cattolicesimo ci impongono perchè facciamo fronte all’oppressione. La religione è il miglior cammino per la sottomissione, la rassegnazione e l’ignoranza. Nonostante questo, qui molti poveri di spirito e di mente restano attaccati alla religione per sopportare il carcere, caricando doppiamente le proprie catene. La religione in carcere è il mezzo per eccellenza per neutralizzare e catalizzare ogni possibilità di conflitto. Continue reading Messico – Lettera del compagno Mario nel contesto delle giornate di agitazione e solidarietà con i prigionieri anarchici, dal carcere

$ile : Lettera della compagna Carla Verdugo dal carcere di San Miguel al gruppo “81 ragioni per combattere”

Carla Verdugo è stata arrestata insieme a Ivan Silva all’alba di Lunedì 16 Aprile 2012 nell’area di La Granja, Santiago del Cile, dopo un controllo di identità in cui hanno trovato nel loro zaino materiali per la costruzione di un congegno esplosivo. Si trova attualmente nel carcere di San Miguel in attesa di processo.

A 22 mesi dalla strage di San Miguel

A familiari, amici e compagni

Oltre a recapitare i miei sinceri rispetti e saluti fraterni devo raccontare loro che dal giorno Martedì 25 Settembre abito nella Torre 5 del Carcere di San Miguel, che oggi funziona come centro di detenzione femminile. Le 160 donne che vivono qui subiscono molti mesi di privazione della libertà.

In particolare è stato sommamente perturbante questo cambiamento, poichè il giorno 16 Aprile ero reclusa nella Sezione Speciale di Alta Sicurezza del Centro Penitenziario Femminile di Santiago; ma capisco che le dinamiche del carcere contano insieme alla volubilità della nostra condizione di prigioniere. Per ora mi trovo bene di salute e di morale, come sempre amata e in compagnia, instancabile nella lotta quotidiana dentro questo spazio di merda che imprigiona i nostri corpi. Ma non i nostri sogni o aspettative.

Ancora più sconvolgente del cambio di luogo di reclusione o routine è stato riconoscere in modo tanto evidente il dolore e la morte “il carcere è un luogo di controllo, punizione, oppressione e morte”, sembra essere scritto su ogni muro, su ogni sbarra.

La violenza si aggrava nel ricordo, in nessun giorno voglio dimenticare che 81 uomini hanno perso la vita qui; che 81 storie sono terminate di colpo, consumate tra le stesse grate che posso toccare e che hanno il compito di imprigionarmi.

Nella memoria sono e nella memoria rimarranno, quegli 81 e gli altri numerosi morti e torturati nelle carceri di Stato. I loro nomi sono i miei nomi, i loro fratelli sono anche miei fratelli e le loro madri sono le mie.
In tutto ciò, e difendendo l’allegria, ho compiuto da poco 32 anni e ho sentito ogni manifestazione di affetto anche dalle più acute distanze o le più nude vicinanze che pemettono le visite.

Per il vento che viaggia, amore ai miei figli, ai miei fratelli, al mio compagno e a mia madre.
Tranquillità e Forza in queste situazioni.

ABBASSO I CARCERI DI STATO!!!
LIBERTÀ!!!

Carla Verdugo

fonte : liberaciontotal, in spagnolo

$hile – Santiago: La solidarietà trapassa le mura

17.10.2012

Dallo scorso 27 Settembre, nel secondo braccio nord del carcere di massima sicurezza (CAS) di Santiago del Cile, i detenuti sono in sciopero per protestare contro quello che considerano un trattamento umiliante e degradante con perquisizioni corporali eccessivi sui prigionieri e sui parenti in visita.

La Gendarmeria (guardie carcerarie in Cile), con il pretesto della sicurezza, insistono sulla violazione della dignità delle persone, cercando di spogliare donne, uomini e minorenni. Si tratta di una situazione che è diventata una cosa abbastanza normale, ma non è affatto accettabile.

Come risultato di questa pratica abusiva e la volontà inesistente di fermarla, 22 detenuti hanno deciso di avviare uno sciopero della fame (nutrendosi solo di liquidi) il Mercoledì 17 Ottobre, con l’obiettivo di denunciare pubblicamente questa situazione e finché non ci sarà una sospensione definitiva di essa.

La Gendarmeria, in quanto istituzione carceraria, ha storicamente mantenuto diversi metodi di punizione ed isolamento, trasformando le carceri di questo paese in luoghi in cui la morte è di routine e l’impunità per le guardie umane che vi lavorano è implicita.

Le prigioni sono la vendetta di questa società indolente, che punisce coloro che hanno dovuto commettere un reato a causa delle disparità nelle condizioni di esistenza. Non è un caso che quasi il 98% delle persone imprigionate in Cile hanno un’origine di classe operaia.

Al momento sappiamo che, a Puerto Montt, Valdivia, Valparaíso e Arika aberranti pratiche di tortura vengono effettuate e non c’è quasi alcuna conoscenza di fuori dalle mura della prigione.

Facciamo un richiamo di solidarietà con i prigionieri in sciopero della fame, per aver denunciato gli abusi e le torture, e contro le guardie umane che applicano questo regime. Chiediamo anche che siano intrapresi solidi passi per procedere in modo chiaro, al fine di rompere con l’impunità dei gendarmi, dei giudici e dei poliziotti, che garantiscono e mantengono questo sistema repressivo.

PER UN TRATTAMENTO DECENTE DELLE PERSONE E DELLE LORO FAMIGLIE

PER LA FINE DEGLI ABUSI DALLA GENDARMERIA NEI CAS ED IN OGNI SINGOLA CARCERE IN QUESTO PAESE

*Persone vicino ai parenti ed ai prigionieri in lotta

in spagnolo, via revueltaviolenta

Aggiornamento
Tra i prigionieri che erano scesi in sciopero era il compagno Marcelo Villarroel Sepúlveda. Il 19 Ottobre, le guardie della prigione si sono resi conto che 22 prigionieri era scesi in sciopero della fame (nutrendosi solo di liquidi), già da due giorni, ed hanno scatenato un attacco con tutti i mezzi. In particolare, il 20 e 21 Ottobre, 6 detenuti in sciopero sono stati trasferiti al carcere Rancagua, tra varie minacce da parte dell’amministrazione penitenziaria. Questo trasferimento ha lasciato 9 dei 22 prigionieri in sciopero della fame nel CAS di Santiago. Il 23 Ottobre, un incontro di solidarietà con i prigionieri che erano ancora in sciopero (tra cui Marcelo) si è tenuto davanti al CAS. L’incontro ha avuto un forte impulso, ma è stato subito attaccato dalle forze speciali della polizia, catturando cinque compagni. Nessun solidale sia stato picchiato, ma hanno dovuto sopportare gli scherni dei poliziotti e la lunga attesa fino a che non sono stati rilasciati. Mentre questo accadeva, 6 dei 9 prigionieri, che a quel punto erano in sciopero nel CAS, hanno dovuto interrompere perché i stronzi dei gendarmerieri hanno minacciato di vietare la preziosa visita coniugale. Quindi, solo tre detenuti continuato lo sciopero della fame ( nutrendosi solo con liquid), compreso Marcelo ovviamente. L’amministrazione penitenziaria ha imposto la pena massima (trasferimento in una cella di isolamento) contro i tre prigionieri che sono ancora in sciopero e ormai in completo isolamento.

Concepción – Cile : Violato il blog dell’anarchico Radio Mauricio Morales

Verso i gruppi e gli individui affini:

Compagni, vi informiamo che il blog radiommorales.blogcindario.com è stato compromesso e purtroppo abbiamo perso tutto il materiale che era stato memorizzato in esso. Questa manomessa, invece di farci perdere l’anima, ci motiva a proseguire in avanti con il nostro progetto informativo e radiofonico. Speriamo di ritornare al più presto con un nuovo server che ci fornirà maggiore sicurezza. Per questo motivo, inviamo un invito di cooperazione con qualche infrastruttura elettronica, esaminando la possibilità di utilizzare un server installato all’esterno, se possibile.

Nei giorni scorsi abbiamo espresso apertamente la nostra solidarietà con i prigionieri politici Mapuche, che sono in sciopero della fame, siccome con gli scioperi costanti che si svolgono all’interno delle diverse carceri cilene. Non ci deve sorprendere se poi dietro il fatto che il blog sia caduto c’e qualcosa di più.

Continueremo ad emettere il nostro programma consueto attraverso questo canale, mentre stiamo elaborando la creazione di un nuovo sito web. Al momento stiamo usando questo blog.

Salute e Libertà

Il gruppo di R(A)DIO Mauricio Morales

Santiago, Cile: Lettera del prigioniero politico José Miguel Sanchez Jimenez

Amici, sapete bene che la scrittura non è possibile il mio punto forte, sono mediocre a queste cose, ma sono a favore di ogni azione diretta contro le regole imposte, e da ora in poi cercherò anch’io di contribuire mettendo una piccola pietra.

A volte il mio essere trabocca di odio per la grandezza dell’ingiustizia sociale nei confronti delle persone povere, e vedo anche con grande ansia che la stragrande maggioranza di queste persone si lasciano sottomettersi, senza una risposta frontale alla violenza perpetrata dai guardiani dei ricchi . Mentre loro uccidono, sopprimono e imprigionano la nostra gente, tutti rimangono semplici spettatori, e per questo quindi penso che sia il momento di attaccare con forza e coraggio contro il potere, e se eravamo solo coerenti con ciò che pensiamo saremo già ucciso gli oppressori di oggi e di ieri che senza alcun rimorso passeggiano con le loro famiglie presso i nostri terreni.

Dobbiamo usare tutti i mezzi a nostra disposizione per rispondere col fuoco alla violenza dello stato, non dovremmo continuare a ricevere altre botte passivamente, per ogni fratello che cadde morto nella lotta due maiali dovrebbero cadere per terra, l’azione diretta deve essere dinamica e coerente, ogni combattente deve essere un’arma consapevole e dobbiamo mantenere alta la bandiera della lotta, anche se dobbiamo lasciarci l’anima, dobbiamo ricambiare ogni colpo con un colpo, ogni morte con la morte, basta con la complice passività e l’insabbiamento della rabbia, dobbiamo agire in tal modo che i porci non possano godersi i loro premi, non dimenticare i caduti, un combattente senza memoria è uno sfruttato senza storia.

Lotta frontale contro gli oppressori!
Che la miseria ingigantisca il nostro odio per i governanti!
Che tremino i ricchi e i loro guardiani!
Abbattiamo tutte le prigioni!
Sabotaggio ai simboli del potere ora!

Beh, cari compagni da qui dentro vi auguro il meglio a tutti voi e di continuare a combattere da ogni trincea, per consentire al nostro popolo di vivere in libertà e dignità.

Con fraternità,
Jose Miguel Sanchez Jimenez
Carcere Alta Sicurezza (CAS), ala J3

PS: Jose Miguel Sanchez Jimenez, 52 anni, è un ex prigioniero politico della giunta di Pinochet ed ex membro dell’organizzazione guerrigliera FPMR (Manuel Rodriguez Fronte Patriottico). È stato rilasciato nel 1991 con il cambiamento politica per essere arrestato di nuovo lo stesso anno in possesso di fucili. Condannato dal nuovo regime della democrazia in 20 anni di carcere. Durante il lungo periodo del sequestro, ha effettuato insieme ad altri “comuni” prigionieri diverse lotte all’interno del carcere. In seguito alla cessione della prima licenza, Miguel Sanchez è fuggito per 2 anni rompendo così il “privilegio carcerario”. Attualmente serve i due anni restanti della sua condanna di 20 anni.

Città del Messico: Intervento di solidarietà in diverse ambasciate il 28 Settembre

Nel contesto delle giornate di mobilitazione e di solidarietà internazionale con i compagni rapiti in tutto il mondo, dal 21 al 30 Settembre, una manifestazione anti-repressiva è stato chiamata a mezzogiorno del Venerdì 28 Settembre nella Città del Messico.

La manifestazione anarchica ha fatto visita alle ambasciate di diversi Stati in cui sono detenuti dei compagni, così come al corpo rappresentante del governo di Guanajuato, dato che Braulio Durán è imprigionato in León.

Al di sotto alcuni momenti dall’intervento anti-carcerario.

Sede centrale della rappresentazione del governo di Guanajuato:

Libertà al Braulio Durán

“Questo è il modo con qui esprimo la mia solidarietà:
– Con passo sicuro che non va indietro prima di tutto e con un sorriso luminoso
– Con un cuore d’amore che viene messo a nudo davanti a un compagno
– Con una mano tenera e l’altra armata
È così che esprimo la mia solidarietà: vincendo in ogni battaglia una somma di libertà preziosa”
Gabriel Pombo Da Silva

Libertà ai prigionieri!

Ambasciata $ilena:

Libertà ai prigionieri anarchici – Morte allo Stato

Ambasciata indonesiana:

Pareti e bare non abbasserano le nostre proteste e desideri – Solidarietà e rivoluzione sociale

Scorta di polizia

Ambasciata svizzera:

Libertà ai prigionieri anarchici

Ambasciata greca:

Giornata anti-carceraria – Solidarietà con i prigionieri anarchici

Ambasciata italiana:

Libertà a Stefano Fosco

Fonte / Altre foto: ABC Messico via Liberación Total

$ile: A proposito della repressione in Bolivia

Bruciando le streghe.
Contro l’indifferenza, la delazione e la complicità con lo Stato.
A proposito della repressione in Bolivia

Lo scorso 29 maggio nelle terre dominate dallo Stato Plurinazionale di Bolivia, è stata portata a termine un’operazione repressiva contro i circoli “libertari” e anarchici, cercando di colpire i presunti responsabili delle azioni dirette perpetrate contro simboli del Potere.
Con una strategia identica alle razzie repressive di altre latitudini, si perquisiscono una decina di abitazioni. Una battuta di caccia che aveva più l’intenzione di creare un precedente, che di seguire una pista in particolare. Come già sta diventando abitudine e dettaglio poco fantasioso, si arresta in massa per poi vedere cosa apporta ogni detenutx.

Così facce note e molto identificabili nei circuiti anarchici sono state arrestate , con la classica scusa  del profilo da neutralizzare. Così sono state presentate tre persone come i capibanda degli attacchi.

Una pomposa conferenza della stampa è servita da scenario per mostrare come agiscono i potenti quando vedono attaccati i loro interessi. Le prove ancora una volta erano riviste, libri, manifesti, toppe e maschere.

All’inizio, e in assenza di informazione, nessuna aveva sufficienti certezze di come avessero avuto origine le manovre repressive, ma con il passare delle settimane comincia a passare nelle pagine di controinformazione la notizia della collaborazione di 3 detenuti, tutti membri di una organizzazione di taglio piattaformista chiamata OARS, la cui pagina internet dà chiari segnali dei suoi principi, per nulla anarchici e per nulla “libertari”.

Sottoposte agli interrogatori, queste tre persone hanno fornito nomi, indirizzi e relazioni di amicizia tra il resto degli/lle arrestatx e hanno segnalato apertamente due persone come responsabili, facendo i nomi di Nina Mancilla e Henry Zegarrundo. Così è come sono stati incarcerati, avvolti in un’onda di accuse, mormorii e confusione. Più tardi anche una terza persona, Mayron Mioshiro, è stata arrestata e portata nel carcere della città.

Tramite testi anonimi, carichi di prepotenza e alcuni di altezzosità, con il coraggio di discutere altro, abbiamo scoperto che nessunx dex detenutx formava parte di alcuna cellula di azione diretta ma che si rivendicavano anarchici. Così leggemmo che il nome di Mauricio Morales citato in alcune azioni, bastò per scatenare l’isteria, così abbiamo saputo che il nome di Luciano Pitronello, dipinto su un lenzuolo bastò perchè si parlasse di terrorismo e immaginarie organizzazioni internazionali.

Ma con il correre dei giorni l’informazione cominciò a spegnersi e quello è stato il terreno di coltura della confusione regnante, è così che poche persone hanno capito nella giusta prospettiva quello che si nasconde dietro l’attacco repressivo in Bolivia e da uno e dall’altro lato si fomenta la confusione.

Così l’OARS nei suoi testi accusa altrx compagnx di essere i collaboratori, nel tentativo di sganciarsi dalle responsabilità. Hanno anche avuto il coraggio di fare una chiamata di solidarietà per gli arrestati (che loro stessi hanno consegnato alla polizia) e di passaggio farsi pubblicità come un’organizzazione repressa e “vittima” dell’attuale “desmedido” della polizia, arrivando perfino a pubblicare un numero di conto corrente dove depositare denaro in solidarietà con i propri membri che si trovano agli arresti domiciliari.

Come anarchici, non riconosciamo frontiere e non accettiamo che ci siano temi nei quali possiamo partecipare solo come semplici spettatori, per questo ci decidiamo a scrivere questo testo, come messaggio solidale carico di forza verso gli incarcerati.

Spiacevolmente abbiamo trovato più informazioni nella stampa del capitale che nelle pagine di controinformazione, così ne approfittiamo per invitare i compagnx di là a tenere un ruolo più attivo nella diffusione delle notizie sul caso.
Comincia la caccia alle streghe…

Tramite internet ci siamo imbattuti in una lettera recente di Nina Mancilla (1) sulla sua situazione giuridica e ci sembra rilevante esprimerci al riguardo.
Nella sua lettera si può identificare chiaramente che il messaggio che sta portando è dimostrare la sua innocenza in base alla presunta colpevolezza di un’altra persona che sarebbe libera, proponendo così una sorta di scambio, consegnando l’identità di quest’altra persona per ottenere la sua liberazione. Nina non identifica come responsabili della sua incarcerazione lo Stato, l’istituzione della polizia o la dichiarazione di Renato Vincenti che la incolpa direttamente, lei preferisce addossare la responsabilità alla persona che presumibilmente appare in un video e che non ha alcuna somiglianza con lei. Le sue parole ripetono le logiche poliziesche più basilari, inoltre non avere alcuna somiglianza non è prova concludente di nulla.

Capiamo l’angoscia che provoca la prigione, poiché quello è l’obiettivo che persegue fin dai suoi inizi, distruggere chi sopravvive al suo interno, in maniera morale così come fisica, emozionale e politica. Capiamo il dolore, l’angoscia e la rabbia, ma come anarchici mai capiremo né giustificheremo che questo dolore porti all’atto di collaborare o consegnare su un vassoio le identità di altrx.

Storicamente la prigione è stata la punizione per quelli che si sono opposti al dominio, storicamente quelli che si sono ribellati hanno ricevuto condanne di vendetta e la storia ci ha trasmesso anche che dietro le mura delle prigioni sono esistite persone che non si arrendono, che non si zittiscono e che continuano a lottare, senza vacillare nelle loro convinzioni.

Per essere anarchici non basta enunciarlo, ma bisogna tenere una posizione coerente con i principi anarchici, in quel senso la lotta per la distruzione delle prigioni è un asse centrale nella difesa della libertà. Quindi, protestare perchè il/la prigionierx sia un altro/a e non sé stessi è un atto denigrante, però è ancora peggio fare una chiamata aperta e una provocazione senza trucco perchè questa persona si consegni o sia consegnata da altrx.

Questo costituisce un ricatto, un’attitudine servile al Potere, agli interessi dello Stato e porta a un evidente autoritarismo, poiché mediante la pressione mediatica si impone a un’altra persona un cammino da prendere, quale consegnarsi agli organismi polizieschi. In definitiva è una posizione poliziesca e delatrice.

Purtroppo questa attitudine ripudiabile non ha ricevuto alcuna risposta e si diffonde come una verità. Così troviamo un altro testo (2) in cui una tale  Virginia Aillón non perde occasione di segnalare che chi ha portato a termine le azioni dirette, dovrebbe mantenere un’attitudine “coerente” e consegnarsi. Questo tipo di chiamate non ce le saremmo mai aspettate da un Garcia Linera (3) né da qualunque persona si rivendichi parte dello spettro “libertario” o anarchico.

Per il resto, nessuno si aspetta che chi si trova in prigione assuma come proprie azioni che non ha realizzato, nessuno deve accettare invenzioni e infamità che il Potere si incarica di imporre come verità. Ma questo non equivale a consegnare identità di altrx e menchemeno di fare un’aperta citazione-accusa contro un’altra persona, accusandola incredibilmente di essere falsamente anarchica perchè non si consegna.

Non accettiamo questa condotta e ci sembra disprezzabile, poiché non solo confonde il reale nemico ma anche perchè incarna tutti i valori della cultura dei potenti, questo tipo di azioni non hanno niente a che vedere con valori “libertari” o femministi secondo l’autodefinizione che queste fanno di loro stesse.

Più in là della discussione sui metodi, crediamo che sia importante mantenere sempre alta una morale anarchica, sapere identificare il nemico, e quindi, tenere chiaro che chi realizza azioni illegali, non è “colpevole” degli attacchi repressivi che lo Stato può portare, questo lo hanno capito dai tempi remoti tuttx queglx anarchicx che difesero a viva voce i cosiddetti illegalisti in prigione. Se esiste difesa per l’innocenza e ghigliottina per i “colpevoli”, si ha posto fine alla visione anarchica ed è rimasta solo una dissidenza amichevole con le logiche statali.

Entrambi i testi di queste supposte femministe boliviane, accendono solo il falò su cui bruciare la strega. Con queste chiamate a consegnarsi al Potere, l’ordine patronale, statale, poliziesco e patriarcale non riceve alcun colpo, ma al contrario si riafferma e si garantisce la propria continuità. Quello che dobbiamo stimolare tra tuttx quellx che hanno ricevuto colpi dallo Stato è la solidarietà, mai la delazione né l’isolamento.

Si è molto paragonato il processo boliviano con il caso Bombas in Cile, ma forse c’è una differenza sostanziale, più in là delle similitudini ed è che qui, i compagnx incarceratx, pur rischiando condanne fino a 25 anni, non sono mai entrati nel gioco dello Stato, mai hanno chiesto che chi aveva compiuto le azioni dirette si consegnasse. Lasciarono in chiaro che loro non avevano partecipato e che non formavano parte di nessuna associazione illecita terrorista, ma mai chiesero a qualcuno di sottomettersi al Potere e e questo è forse il maggior atto di solidarietà.

Il messaggio per noi è chiaro: solidarietà senza frontiere con i perseguitati dal Potere, distruzione delle carceri e liberazione fino alla fine.
Un abbraccio complice per Henry e Mayron, libertà per tuttx, per la fine delle carceri, dei suoi carcerieri e dei suoi falsi critici.

Alcuni anarchici della regione cilena.
Santiago, inizio di ottobre 2012.

Note:
(1) La lettera integrale di Nina Mancilla si può trovare qui
(2) Per chi vuole leggere il testo di “Virginia Aillon”, si trova qui in spagnolo
(3) Alvaro Garcia Linera è l’attuale vice-Presidente della Bolivia, che come tanti altri ex-lottatori dell’America latina, ha fatto un salto da un passato guerrigliero (fu membro fondatore dell’Esercito Guerrigliero Tupak Katari) a occupare un posto importante in una sede dello Stato che fino a ieri aveva combattuto. Ricordato tra i suoi ex compagni per aver consegnato informazioni sui membri dell’organizzazione e l’infrastruttura, è forse il personaggio più influente oggi nell’attuale governo di Evo Morales. Si potrebbe dire che è “il cervello pensante”, mentre Evo è “l’immagine carismatica”.

in spagnolo

Santiago, Cile: Intervento pubblico per la depenalizzare dell’aborto

Sotto lo slogan “Aborto il vostro paese” si è tenuta nel pomeriggio del Venerdì 28 Settembre a Santiago, il seguente intervento pubblico nel corso della giornata per la depenalizzazione dell’aborto in America Latina e nei Caraibi. L’azione era chiamata dal Collettivo Ivaginario, le Lesbiche e le Femministe per il Diritto all’Informazione, e la squadra Pance in sciopero. Le manifestanti hanno parlato per il divieto dell’aborto sotto ogni circostanza in Cile, El Salvador, Nicaragua, Malta e Città del Vaticano (Santa Sede), mentre alcuni degli slogan che si sentono nel video sono:

Noi partoriamo, noi decidiamo
Depenalizzazione dell’aborto ora
Terroristi sono i poliziotti fascisti

Il poster del richiamo:

Aborto il tuo paese!

Settembre, mese di sabotaggio alla patria
Mese di depenalizzazione dell’aborto

Ci muove il piacere, l’amore, la liberazione del desiderio, la pluralità degli affetti e delle scelte su come vogliamo vivere, tagliati/e dal potere, dal dominio, dalla commercializzazione e dalla paura.

Azione sulla strada per l’autodeterminazione del nostro corpo

attraverso i blog imagen pirata

Santiago-Cile: Scontri dopo la manifestazione studentesca/universitaria del 4 Ottobre

http://www.youtube.com/watch?v=ngQqgORgQ5E&feature=player_embedded

Giovedì, 4 Ottobre, organizzazioni studentesche ed universitarie del Comune di Ñuñoa nella grande area metropolitana di Santiago, sono scese per strada nel contesto di una manifestazione locale. Il corteo è partito dalla fermata metropolitana d’Irarrázaval e si è concluso nel punto di intersezione delle autostrade Macul e Grecia, con la soffocante presenza delle forze repressive.

Al termine del corteo, gruppi di giovani incappucciati hanno cominciato dei disordini sollevando barricate al di fuori della Facoltà di Filosofia bloccando il traffico. Gli insorti hanno attaccato con bottiglie di molotov i sbirri e i loro veicoli blindati di lancio d’acqua, mentre dopo 2 ore di combattimento, si sono ritirati all’interno del campus, per fortuna senza arresti.

Come indicato nelle informazioni rilevanti dalla pagina di contro-informazione Hommodolars, questa manifestazione non aveva nulla a che fare con Confech (Confederazione Generale Degli Studenti), inviando così un messaggio sano di organizzazione di manifestazioni senza il “cappello” e la delimitazione dei politici che cercano di limitare l’azione sovversiva e gli eventuali tentativi di sabotaggio della vita quotidiana capitalista e la rottura totale con lo status quo.

Cile, sentenze del processo contro Mono, Rusio e Victor

Dal 25 settembre al 2 ottobre 2012 si è svolto il processo contro i compagni accusati di aver aggredito un poliziotto a cavallo lo scorso 11 settembre 2011.
Il tribunale li ha considerati colpevoli lo scorso 2 ottobre e ha emesso le sentenze il 5 ottobre.

Le condanne sono state:
Gonzalo Zapata: 541 giorni di carcere minorile come coautore del crimine di lesioni a carabiniere con conseguenza di ferite meno gravi
Victor Conejero:541 giorni di carcere minorile come coautore del crimine
Cristobal Franke, “Mono”: 2 anni di carcere minorile come coautore del crimine

Visto il tempo già scontato in carcere dai tre, la pena si trasformerà in libertà vigilata, con restrizioni come firme e controlli da parte di assistenti sociali e altri funzionari della gendarmeria.

fonte

Cile: comincia il processo contro Mono, Rusio e Víctor

Il 25 Settembre 2012 è cominciato il processo contro Victor Conejero, Gonzalo Zapata e Cristobal Franke, questi ultimi due sono rimasti circa 4 mesi in carcere preventivo nella sezione di massima sicurezza del C.A.S.

Il pestaggio si è svolto l’11 Settembre 2011 nel cimitero generale, quando un poliziotto cade dal suo cavallo, le immagini furono costantemente ripetute dalla stampa e nei giorni seguenti detenuti i 3 compagni, 2 dei quali rimasero in prigione preventiva.

Sia Victor che Gonzalo resero dichiarazioni di fronte al tribunale, mentre il compagno Cristobal preferì rimanere in silenzio.

Ricordiamo che la stampa non solo fornì le fotografie alla polizia, ma anche iniziò una campagna con palesi menzogne assicurando che il poliziotto aveva perso un occhio dopo il pestaggio per dirigere così l’opinione pubblica contro i compagni che stavano cominciando a essere arrestati per diversi scontri.

Il poliziotto aggredito, José Inostroza Crisosto, dichiarò di fronte al tribunale di avere gli occhi intatti.

Il procuratore Patricio Cooper chiede una condanna di 3 anni e un giorno di carcere contro i compagni, per il crimine di danneggiamenti a carabinieri in servizio, presentando 10 testimoni e 8 periti oltre a varie fotografie e video.

Aspettiamo che venerdì o lunedì della prossima settimana termini il processo e poi i giudici daranno il verdetto e la sentenza.

Chiediamo ai compagni solidali che vanno al processo, di fare un riassunto di quanto accade nel tribunale.

SOLIDARIETÀ CON I COMPAGNI PROCESSATI PER LA LOTTA DI STRADA!
Di fronte alla violenza e al terrorismo della polizia: Solidarietà con quelli che rispondono!

fonte

$ile: Aggiornamenti sui prigionieri politici mapuche

Angol, comunicato dei prigionieri politici mapuche a più di un mese di sciopero della fame

I prigionieri politici della comunità Wente Winkul Mapu del Lof Chekenco, Paulino Levipan Coyan, Daniel Levinao Montoya, Rodrigo Montoya Melinao e il suo portavoce Eric Montoya Montoya, desideriamo comunicare all’opinione pubblica nazionale e internazionale quanto segue:

Oggi 23 Settembre vogliamo rendere noto che ci siamo sollevati con una voce piena di forza. Che abbiamo lottato per recuperare la terra che ci hanno tolto, per essere figli degni di questo popolo che con orgoglio e sangue la ha difesa attraverso la storia.
Nonostante la discriminazione e il trattarci come “indios ignoranti”, dobbiamo dire che prima che loro arrivassero, noi eravamo. Era la nostra cultura, era la nostra lingua, era la nostra religione, la nostra forma di sopravvivenza, non non aveva niente a che vedere con la sottomissione e lo sfruttamento degli altri.

Ci chiamano ignoranti perchè la loro avarizia ed egoismo gli ha impedito di conoscere, sapere e rispettare un popolo diverso dal loro.
Vogliamo dire che sebbene ci abbiamo privati della libertà, continua a scorrere nelle nostre vene il sangue guerriero che non sconfiggeranno mai. Che le catene che portiamo non ci intimidiscono.

Vogliamo ripetere che nonostante i disagi di questo sciopero, e il fatto che due di noi abbiano la tachicardia, continueremo a difendere il nostro diritto con la vita e riteniamo responsabile lo Stato cileno, con a capo il presidente Piñera, di negarci il diritto a un giusto processo, alla presunzione di innocenza e al rispetto degli accordi internazionali che hanno firmato per la protezione del nostro popolo.

Continueremo con la resistenza per difendere il nostro diritto, perchè non è solo il diritto nostro, ma quello dei figli e delle generazioni di mapuche a venire, per continuare a lottare per la terra di cui ci hanno spogliato.

Perchè nè il carcere, nè la morte fermeranno la nostra lotta per la libertà e il territorio del nostro popolo-nazione mapuche.

Prigionieri politici mapuche Wente Winkul Mapu

Angol. Prigioniero mapuche in sciopero della fame trasferito in ospedale

Il 26 Settembre 2012 Daniel Levinao Montoya, da più di 30 giorni in sciopero della fame, è stato trasferito dal carcere di Angol all’ospedale della stessa città. Dopo aver presentato pulsazioni deboli, gli è stato fatto un elettrocardiogramma che ha riportato come risultato una drastica diminuzione del suo ritmo cardiaco.

Il resto dei prigionieri politici mapuche in sciopero ancora non hanno presentato problemi di salute pur essendo la loro condizione delicata.

Solidarietà con i mapuche in sciopero della fame!

STATO DI SALUTE DI TUTTI I PRIGIONIERI IN SCIOPERO DELLA FAME (23 settembre)
Peso iniziale ——> Peso attuale
Paulino Levipan: 67.800 -59.000
Rodrigo Montoya: 64.100 -56.300
Erick Montoya: 65 .400 -58.400
Daniel Levinao: 63. 700-53. 800

Collipulli. Arrestato mapuche accusato di tentato omicidio a un poliziotto e incendio.

Il 27 Settembre è stato arrestato il mapuche Cristián Pablo Levinao Melinao (30 anni) accusato di diversi crimini legati al recupero delle terre e al controllo territoriale. Tra questi, l’incendio a dei fondi e lo scontro con le forze speciali dei sottocommissari di Chiguayhue appostati come guardie private dei latifondisti.
Di nuovo il procuratore Luis Chamorro porta la causa, sollecitando e ottenendo la carcerazione preventiva contro Cristián sequestrandolo nel carcere di Temuco.

fonti: i,ii,iii

Oaxaca, Messico: Rivendicazione dell’attacco incendiario a un bus di Tucdosa

“La libertà non si conquista mettendosi in ginocchio, ma stando in piedi, restituendo colpo su colpo, ferita su ferita, morte per morte, umiliazione per umiliazione, punizione per punizione. Che il sangue scorra a torrenti, poichè quello è il prezzo della libertà”
R.F.M

Per chi vuole capire:
Potremmo decidere di tacere e con questo finire di seppellire nell’oblio i pochi gridi di guerra che hanno il coraggio di alzarsi contro il misero silenzio di questa realtà imposta.

Potremmo tornare indietro e lasciar soli sul cammino i pochx valorosx che hanno il coraggio di camminare sul sentiero dell’utopia e a modo loro far saltare la pace inesistente e il suo benessere. Potremmo prendere altri cammini, e tornare alla pace, alla conciliazione o potremmo cercare di conciliarci e fare pace con i nostri morti e desaparecidos. Potremmo smettere di spegnere il fuoco della rivolta e unirci agli spegni-fuoco che attualmente si rivendicano incendiari.

Ma no! Abbiamo deciso di mettere sulla tavola la prassi della negazione di questo mondo, abbiamo deciso di confrontare nelle strade la “pace” violenta e oppressiva dell’ordine che ogni volta avanza sempre di più e che ci domina mediante le sue istituzioni, abbiamo deciso che il terrorismo che hanno usato contro i nostrx e che porta con sè feriti, detenuti, morti e scomparsi, deve convertirsi in fiamme ribelli e rabbie sovversive che si materializzano in attacchi e conflitti diretti che danneggino le loro proprietà e le strutture che li sostentano. Abbiamo deciso di tornare a parlare di rivoluzione, di anarchia e di azione, non come un sogno che rimandiamo sempre e abbandoniamo per il prossimo “piano di azione” o le prossime congiunture, ma come una realtà che si vive giorno per giorno individualmente e che punta al collettivo, al qui e ora, come una rottura con il quotidiano, con una proiezione di rivolta e insurrezione violenta che schiacci qualunque forma di autorità e dominazione esercitata dagli individui agli individui.

Basta parole. Nel concreto rivendichiamo la collocazione di un congegno incendiario sulla ruota anteriore di un autobus della compagnia Tucdosa, appena sul retro della comapagna PEPSI-CO, il giorno 23 settembre alle ore 00:14 della notte (due obiettivi con un colpo solo)…

Il motivo specifico!
Rivendicazione e solidarietà con tuttx ix compagnx sequestratx dagli Stati in tutto il pianeta, ma di forma diretta questa azione si somma agli attacchi coordinati che sono stati realizzati in tutta la geografia planetaria e nel concreto a quelli che si sono portati a termine nel nostro paese. Continuiamo a incoraggiare l’estendersi delle azioni ribelli, con queste continuiamo ad alzare la voce e impugnare la solidarietà come nostra migliore arma, in questo caso per il nostro compagno Mario López “Tripa” che attualmente si trova in cattività dietro gli artigli dei carcerieri.

Per dimostrare agli illusi parassiti partecipanti al II° Convegno contro la Tassazione che non c’è bisogno di giorni per discutere un qualunque “piano di azione”, la nostra stessa azione è stata portata a termine a poco meno di un chilometro da dove stavano “discutendo” i modi in cui volevano continuare ad essere dominatx, essere partecipx della stessa oppressione; su questa rotta si trovano due cammini, il primo è la passività che si converte in complicità, e il secondo è la pazzia che spazza via la realtà. La guerra contro l’esistente non è nuova, questa guerra che nasce dai nostri istinti di sopravvivenza e che parte dal rifiuto di ciò che ci opprime e danneggia si estende nel corso della storia, in tutti i lati del pianeta, riprendendo l’azione ribelle, sovversiva e violenta come uno strumento.

Dichiariamo quindi che questo non è la prima azione ribelle di stampo anarchico insurrezionalista portata a termine in questo stato (Oaxaca), ma sono state le forme di sabotare il loro sistema e affrontarlo in una maniera concreta, danneggiando le strutture del capitale, che abbiamo impugnato dalla notte del 21 dicembre 2011 (con la collocazione di un altro congegno incendiario in un bancomat situato fuori dagli edifici della finanza) fino ad oggi, ma comunque la rivendicazione dalla nostra prospettiva non era necessaria, adesso le cose cambiano, un fratello è stato catturato e bisogna dargli quella scintilla che lo accenda dentro. Non specificheremo il quantitativo di azioni perchè non è il caso, espliciteremo solo questa azione più recente poichè con questa inizieremo una serie di rivendicazioni che seguiranno, e da qua dichiariamo la guerra alla Stato e al capitale dalla nostra trincea.

Solidarietà con il compagno Mario Antonio Lopez e con la compagna Felicity, forza compagni siamo con voi!!!
Solidarietà con i prigionieri delle operazioni anti-anarchiche in Italia, forza compagni siamo con voi!!!
Solidarietà con i compagni sequestrati nello Stato cileno, il teatro è caduto, muoviamoci!!!
Forza e solidarietà ai compagni della CCF in Grecia, forza da Oaxaca Messico fino all’Indonesia, Eat e Billy!!!
E solidarietà diretta con i compagnx sequestratx in tutto il globo, queste azioni sono anche per voi!!!

Contro la loro inesistente pace e benessere…
In guerra contro tutta l’autorità…

Fuoco allo Stato-Capitale!!!
Viva la lotta insurrezionale!!!
Viva l’anarchia!!!

In guerra contro lo Stato-capitale

Nucleo Antagonista Anarchico Insurrezionalista di Esecuzione – 25 Novembre – affine alla FAI/FRI

fonte

Santiago, Cile: Aggiornamento dagli scontri di strada del 27 Settembre, 2012

http://www.youtube.com/watch?v=Q3J2Ci7uWow&feature=player_embedded

La gente salva manifestante che era caduto nelle mani dei poliziotti

Giovedì, 27 Settembre gli studenti dell’istruzione secondaria hanno richiamata una nuova manifestazione, la quale abbia ottenuto il permesso del governo, ma con un percorso che finiva in una zona della città che facilita la repressione della polizia, la zona che sia diventata il luogo preferito per i poliziotti per mantenere intatto dalle rivolte il Viale Alameda.

La marcia è iniziata dall’Università Usach, e dopo pochi minuti, quando il corteo è arrivato al Viale España, sono iniziati gli scontri con la polizia. Il Viale Alameda era stato bloccato da recinzioni e macchine della polizia per costringere i manifestanti a marciare verso la zona di Blanco Enlalada. Tuttavia, gran parte della gente, voleva marciare senza autorizzazione attraverso il Viale Alameda, verso il Ministero dell’Educazione.

La manifestazione è stata divisa in due dalla tattica della polizia, con una parte del corteo muoversi verso il Viale Alemada ed un’altro verso il Viale España. In entrambi i casi, i conflitti ed i blocchi stradali sono continuati.

Nella zona del Viale España si alzarono barricate e gruppi di incappucciati si sono scontrati con i poliziotti buttando delle pietre nella seconda stazione di polizia, sul Viale Toeska. Nella zona di Estación Central nel Viale Alameda, il traffico è stato bloccato per diverse ore e gli studenti si sono scontrati con la polizia dall’interno dell’Università Usach.

Durante la mobilitazione degli studenti del 27 Settembre, più di 20 poliziotti vennero feriti e sono state detenute più di 100 persone, di cui circa 70 minori. Tra i detenuti, 2 quindicenni sono stati trattenuti la notte in caserma, per passare la mattina dopo dalla Procura con l’accusa di possesso di molotov. I due ragazzi sono stati rilasciati con l’obbligo di presentarsi ogni mese alle autorità.

“ACCENI LA MICCIA (A)”

“Nemmeno un minuto di silenzio, tutta una vita di combattere”

fonte di informazioni e altre foto
fonte per video

Santiago, Cile: Scontri e barricate fuori l’Università Usach

Il pomeriggio del 26 Settembre, un gruppo di incappucciati ha tagliato il traffico ed ha sollevato barricate sul viale Alameda, al di fuori dell’Università Usach, nel comune di Estación Central.

L’arrivo delle forze speciali di repressione, è stato accolto dai ribelli sono con cocktail di molotov e pietre. La polizia, a sua volta fatto uso di veicoli di lancio di grandi quantità di acqua e gas lacrimogeni.

In seguito, gli incappucciati si sono ritirati dietro il cancello, dove hanno continuato a combattere, fino di ritirarsi ad un altro settore del campus. I poliziotti per giustificare il loro “lavoro”, sono poi entrati nell’università ed hanno arrestato alcuni studenti non collegati ai disordini.

fonte

Santiago, $ile: L’anarchica imprigionata Carla Verdugo si è trasferita al carcere di San Miguel

Il 24 Settembre 2012, la compagna Carla Verdugo è stata trasferita dalla sezione speciale di alta sicurezza del Centro Penitenziario Femminile (CPF) alla prigione di San Miguel.

Carla è in carcere, accusata di trasportare un ordigno esplosivo con Ivan Silva (rapito alla pigione Santiago Uno). Entrambi sono stati arrestati nelle prime ore del 16 Aprile 2012, da una pattuglia della polizia. Sono accusati di trasportare esplosivi con l’accusa di “attacco terroristico sventato” secondo la legge anti-terrorismo.

La motivazione della gendarmeria cilena (l’amministrazione penitenziaria) sembra essere una riorganizzazione delle donne detenute, con l’obiettivo di lasciare le imputate che attendono il processo nella prigione di San Miguel e le detenute condannate al CPF. Non sappiamo ancora le condizioni della salute di Carla e il suo morale, nel suo status carcerario attuale e la situazione particolare; speriamo di avere presto aggiornamenti (ogni informazione confermata in spagnolo può essere inviata al publicacionrefractario [at] gmail.com).

Ricordiamo che la prigione di San Miguel è stata principalmente un luogo di sottrazione utilizzato per gli uomini, ma dopo l’incendio e lo sterminio di 81 prigionieri da parte delle forze della gendarmeria l’8 Dicembre 2010, si è deciso di “riutilizzare” lo stesso edificio di cinque piani come una prigione femminile.

Si ricorda inoltre che nei primi anni ’90 il personale del carcere ha deciso di adattare una forma mista, nel carcere di San Miguel, al fine di limitare e separare le compagne detenute che appartenevano a diversi gruppi politico-militari.

Solidarietà con la compagna Carla Verdugo!

Il giorno del trasferimento della compagna dalla prigione, dei sostenitori hanno deciso di fare una azione di solidarietà sulle mura della prigione CPF, nel contesto dei giorni di mobilitazione e di solidarietà internazionale con i compagni imprigionati e processati in tutto il mondo – vedi in Spagnolo qui.

informazioni correlate in Inglese e Spagnolo / fonte

Buenos Aires, Argentina: Attacchi incendiari in solidarietà con i prigionieri anarchici

Comunicato:

Ci assumemmo la guerra all’autorità e al potere che la esercita quando il compagno Mauricio Morales perse la vita in un tentativo di attacco contro gli sbirri. A partire da allora non abbiamo cessato la nostra attività rivoluzionaria, che oggi continua consolidandosi nel territorio di Río de la Plata.

Giorno dopo giorno ci posizioniamo come anarchici con le nostre inevitabili contraddizioni nella convivenza con questa società putrefatta, perchè il giorno di domani ci trovi più liberi, o morti.

Se non si estendono le azioni contro lo Stato e il capitale serve a poco per la causa della rivolta generalizzata che una manciata di arditi stiano sabotando gli strumenti del dominio con i quali il sistema si nutre, e noi puntiamo a questo, a estendere la lotta sovversiva che stiamo realizzando, a continuare con gli attacchi, a continuare a imparare e progettare…

Non permetteremo che la regola della monotonia ci impedisca di essere, crescere, cospirare e sovvertire. A punta di rasoio distruggiamo l’apatia e la passività che lo Stato e il capitale ci impongono in ogni momento, per questo attacchiamo le loro proprietà, le loro auto, case, centri di gestione della merce, le banche e i carnefici. E’ l’unica maniera in cui possiamo canalizzare l’ansia e la tristezza delle nostre sofferenze. In questo modo traduciamo le ore di sovraffollamento mentale che ci producono il lavoro e il consumo.

Per questo ci riconosciamo come individualisti, perchè non aspettiamo che la società capisca il nostro modo di sentire, perchè non aspettiamo che la piattaforma libertaria cominci ad assumersi la responsabilità che viene dal dirsi anarchici. Per questo estendiamo i circoli di cospiratori come un virus nel flusso sanguigno della società. Perchè riteniamo che la propaganda con il fatto sia l’unica pratica veramente sincera capace di imporre un posizionamento rivoluzionario e antagonista alla società del capitalismo post-industriale.

Per questo attacchiamo, perchè questi attacchi siamo noi stessi e siamo la vita che si antepone alla morte, perchè siamo la terra e gli astri che si impongono come un temporale alla tecnologia.

In questo modo siamo sempre disposti ad assumerci i nostri errori e ad abbandonare ogni superbia, così affiliamo i nostri coltelli e progressivamente la mira.

L’attacco alla succursale della banca Francés lo abbiamo realizzato come dimostrazione di odio e repulsione che ci provoca il quartiere di Caballito, quartiere borghese e fascista per eccellenza. Abbiamo deciso di attaccare a pochi metri dal commissariato 11 come dimostrazione di disprezzo per quelli che proteggono i fascisti e i ricchi.

Ricordiamo Maria Laura Acosta e Cecilia Hidalgo recentemente assassinate nel carcere del capitalismo rioplatense, a Ezeiza.

Ci prendiamo la responsabilità per aver realizzato una decina di attacchi incendiari contro automobili di lusso a Villa Devoto, Villa del Parque, Nuñez, Palermo e Recoleta.

A pochi metri dall’ambasciata tedesca abbiamo incendiato un’auto e una camionetta di lusso parcheggiate su calle Gorostiaga angolo Villanueva nel quartiere di Las Cañitas, in solidarietà con il compagno Gabriel Pombo da Silva e con Sonja Suder e Christian Gauger prigionieri in Germania per azioni delle Cellule Rivoluzionarie.

Domenica 23 settembre dopo le 2.00am un individuo è entrato nel settore dei bancomat automatici della banca Francés situata nell’Av. Diaz Velez y Acoyte, armato con il fuoco, ha versato della benzina e ha fatto sì che cinque minuti dopo iniziasse un incendio che ha distrutto i quattro bancomat e varie vetrate della banca.

Questa azione la situiamo all’interno della Settimana di Agitazione e Propaganda per i Prigionieri della Guerra Sociale in tutto il mondo dal 21 al 30 settembre. In special modo solidarizziamo con i compagni repressi nelle operazioni anti-anarchiche in Italia, Grecia, Germania e Svizzera, come anche in Bolivia e Indonesia.

Solidarietà con Luciano Pitronello, prigioniero dello stato del Cile.
Solidarietà con Mario López Hernandez, prigioniero dello stato del Messico.

Un saluto complice e insurrezionale alla Frazione Anticivilizzazione del Fronte di Liberazione della Terra affine alla Federazione Anarchica Informale, agli anarchici e nichilisti che intorno al mondo lottano fino alla fine e si mantengono incrollabili sul piede di guerra.

Amigxs de la Tierra
Nucleo di Cospiratori per l’Estensione del Caos
Federazione Anarchica Informale

fonte: liberaciontotal

Messico DF: Attacco incendiario contro il magazzino di un’empresa farmaceutica

A tutt* gli/le anarchic* d’azione
Agli/alle incendiar* e antagonist* affin*

Comunicato della CCF-FAI, Messico DF:

Incendiar* in guerra contro tutte le autorità!
Tutta la nostra solidarietà ai compagni Mario Lòpez “Tripa” e Braulio Duràn!
Solidarietà alla compagna Felicity ovunque ci si trovi in lotta!
Celebriamo un anno di attacchi diretti al capitale e allo Stato!

Di nuovo il fuoco liberatore arde dove più nuoce distruggendo la merce. La Cospirazione delle Celllule di Fuoco (CCF) frazione della Federazione Anarchica Informale del Messico (FAI-M) sezione DF, ha scatenato il fuoco liberatore nei magazzini della colonia San Juan Xalpa, delegazione Iztapalapa, distruggendo i magazzini 45 e 46 sull11sima strada e Sabadell.

L’incendio era programmato per cominciare alle 11:45 della notte del 17 settembre, però un guasto nel meccanismo di accensione non fece partire il congegno.
La mattina pensavamo che i nostri piani erano falliti e che il dispositivo fosse stato recuperato dalle forze repressive, ma pare che il meccanismo fosse solamente in ritardo e alle 11:10 del mattino l’esplosione ha avuto inizio.

In un anno di attacchi al Capitale e allo Stato, è la prima volta che accade un incidente di questo tipo. Nessuno dei nostri attacchi ha mai provocato ferimenti, abbiamo sempre realizzato azioni per distruggere le merci e paralizzare la produzione senza perdite. Questa volta l’incendio ha fatto vari feriti. Non era nostra intenzione provocare feriti, ma di distruggere la merce e paralizzare la produzione.

Con questo nuovo attacco coordinato con i gruppi di azione anarchica e con individualità affini, solidarizziamo con il compagno Mario Lopez “Tripa”, sequestrato dallo Stato, nelle galere di  Marcelo Ebrad in attesa di sentenza, con il nostro fratello di lotta  Gabriel Pombo da Silva incarcerato in Germania, con il compagno Marco Camenizh in Svizzera, con i/le compagn* prigionieri in Cile, con i/le prigionier* della Cospirazione delle Cellule di Fuoco in Grecia, con i fratelli e le sorelle bolivian*, con i/le nostr* compagn* di Culmine e tutt* i/le compagn* colpit* dalla repressione in Italia, con i nostri fratelli e sorelle in Indonesia e con tutt* i/le nostr* compagn* sequestrat* in tutto il mondo.
A un anno dalla nascita di questa coordinazione di lotta antagonista abbiamo battuto il sistema di dominazione insegnando che la lotta è possibile e che il sistema è vulnerabile.

Continuiamo a colpire dove più nuoce! Continuiamo con il fuoco liberatore!
Distruggiamo l’intero esistente!

Saluti ai/alle compagn* della Células Autónomas de la Revolución Inmediata (CARI-PGG), ai/alle compagn*dell’Individualidades Tendiendo a lo Salvaje (ITS), al Frente de Liberación de la Tierra (FLT), alla Célula Insurreccional Mariano Sanchez Añón (CI-MSA) e a tutti i gruppi di azione anti-sistemica!

Viva i gruppi informali di azione anarchica!
Lasciamo che la lotta si espanda in tutti gli angoli del mondo!
Siamo tutt* complici della Cospirazione delle Cellule di Fuoco!
Viva il fuoco liberatore e la polvere vendicatrice!
Forza compagno Mario!
Forza compagno Braulio!
Contro il sistema tecnologico di dominazione!
Per la demolizione delle prigioni!
Per la Liberazione Totale!
Per la coordinazione internazionale anarchica!
Per l’Anarchia!

Cospirazione delle Cellule di Fuoco/Federazione Anarchica Informale.
(CCF-FAI) – Messico
18 settembre 2012

fonte

Cile : Lettera del compagno Tortuga sul suo sciopero solitario dagli arresti domiciliari

Nota di Liberación Total: Lo scorso 7 agosto dopo il verdetto contro il compagno Tortuga questo ottiene di uscire dal carcere, come infatti è confermato il 15 con la condanna a 6 anni di “libertà vigilata”. Oggi si trova agli arresti domiciliari in attesa della decisione per il ricorso di annullamento del processo richiesto dalla Procura. Da questo spazio salutiamo il compagno e la sua enorme convinzione nel continuare a lottare.

Quando il fuoco dell’anarchia alimenta i nostri cuori
(Quando nè i confini nè la lingua nè i carceri ci separano)

Scrivo con un po’ di fame, con lo stomaco vuoto ma con il cuore soddisfatto, anche se certo, mai paragonerei il mio sciopero con quello che possono stare passando altrx compagnx. Oggi lunedì 10 settembre 2012, in regime di arresti domiciliari, mi preparo a un digiuno solitario di 48 ore (10 e 11 settembre), credo necessario spiegare il motivo per cui ho scelto 2 giorni per questa misura e anche, ovviamente, perchè ho scelto il digiuno come mezzo di lotta in questa occasione.

Comincio spiegando che ho scelto il digiuno solitario per la semplice ragione che è già un po’ di tempo che desideravo scrivere alcune riflessioni che mi giravano in testa su alcune delle operazioni repressive che vivono gli anarchici e antiautoritari di tutto il mondo, approfittando dell’occasione per solidarizzare con i/le compagnx in sciopero della Fame dell’operazione “Ardire”.

Considero una meschinità esprimere opinione e riflessioni su tematiche che non ci stanno toccando direttamente e prioritariamente, per questo ho deciso di condividere anche se solo per alcune ore lo sciopero dei/delle compagnx repressx, facendogli sentire che sono in ogni momento con loro, che il loro sciopero della fame si ripercuote nel mio cuore timido e che per il destino di trovarmi agli arresti domiciliari mi sono potuto informare molto bene su come stanno andando le cose da quelle parti. Devono sapere che in questi giorni io sono in agitazione per loro, anche se molto minoritariamente, che parlo del loro sciopero della fame e soprattutto della loro voglia di Libertà.

Ho scelto due giorni per digiunare perchè il 10 settembre è esattamente l’ultimo giorno dello sciopero della fame da parte dei compagnx Marco Camenisch (rinchiuso in Svizzera), Sergio Maria Stefani, Stefano Gabriele Fosco e Elisa di Berardo (rinchiusi in Italia), in realtà non so se ci sono altri compagnx in sciopero della fame, i miei saluti anche a loro, ma come dicevo, tuttx questx sono compagnx repressx nella funesta caccia all’anarchico chiamata assurdamente “Operazione Ardire”, che comprende altrx 7 compagnx processati per questa razzìa, che per me principalmente vuole colpire a raffica, ma non alla cieca, le intenzioni anarchiche, che cominciano a essere un cancro molesto per il sistema e le sue logiche nel territorio dominato dagli Stati italiano-svizzero-tedesco.

Trovo importante notare che nello Stato italiano c’è un significativo movimento anarchico/antiautoritario, e non parlo solo quantitativamente, ma in qualità non è da meno, come in Germania e Svizzera ci sono due riconosciuti compagni che nonostante gli anni di isolamento hanno saputo dare contributi alla lotta dentro e fuori dalle prigioni, questo mi sembra importante notarlo perchè è certo, secondo la mia osservazione, che se la “Operazione Ardire” è stato un attacco da folli, non lo è stato in nessun caso alla cieca, non hanno preso i/le responsabilx degli attentati rivendicati dalla Federazione Anarchica Informale (FAI), hanno preso persone che coincidevano con il profilo ideologico (agli occhi dell’autorità) e questo per me merita, se non un dibattito, perlomeno una minima analisi da parte dei/delle compagnx, non solo repressi, ma nella loro totalità, da parte di tutte le persone che compongono il movimento anarchico/antiautoritario, per quanto diffuso e contraddittorio a volte possa sembrare questo movimento, che è anche internazionalista. Lasciando da parte le piccole differenze che possiamo avere riguardo alle nostre posizioni, è importantissimo capire che la frase più banale “Potrebbe succedere a chiunque” è realmente vera, ma qui voglio soffermarmi un po’, bè, quando dico “a chiunque” mi riferisco a chiunque abbia una vita politica di contrasto al sistema e ai suoi valori, indipendentemente dai metodi che utilizza per contrastarlo, che sia un blog di controinformazione o un pacco-bomba diretto a un’ambasciata, la guerra sociale si alimenta di tutto, perchè non possiamo sperare di rovesciare il sistema solo con i proiettili, le azioni illegali vanno bene (a patto che rispettino i minimi requisiti rivoluzionari), ma devono essere necessariamente integrate con altre istanze, momenti di riflessione, da condividere tra compagnx, per amarci, per stare in tensione nel quotidiano e per rimarcare le differenze, gli apprezzamenti e le critiche, in questo modo muovendosi verso la crescita individuale e collettiva. Continue reading Cile : Lettera del compagno Tortuga sul suo sciopero solitario dagli arresti domiciliari

Santiago, Cile: Aggiornamenti dai combattimenti di strada del 9 Settembre

Migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione del 9 Settembre 2012 nel Santiago del Cile, 39 anni dopo il colpo di stato dell’11 Settembre 1973, che ha portato al potere il dittatore Pinochet. La marcia in memoria di tutte le persone cadute, uccise, e scomparse in seguito, è stata richiamata dalle associazioni dei parenti dei detenuti scomparsi ed associazioni per i diritti umani, mentre il punto di pre-concentrazione per i gruppi dei manifestanti provenienti da diverse aree politiche è stata la Plaza de Los Héroes / Piazza degli Eroi.

Poco dopo l’inizio della marcia, dei manifestanti incappucciati hanno cominciato i primi scontri. In via San Martin, è stato attaccato con pietre e vernice l’edificio appartenente al Ministero della Pubblica Istruzione, rompendo finestre e danneggiando parte degli interni. Inoltre, una molotov è stata lanciata al primo piano, causando un incendio che è stato spento dal personale del palazzo prima che si diffondesse.

I conflitti e gli attacchi ad i poliziotti sono continuati nella zona della vecchia stazione ferroviaria di Mapocho. In via Recoleta è avvenuto un attacco alla filiale della banca BCI, che è stata saccheggiata e parzialmente distrutta. E stato effettuato anche un tentativo di bruciarla, ma i carabinieri sono riusciti a spegnere le fiamme.

I giovani incappucciati hanno sferrato anche un nuovo attaccato contro le forze repressive a guardia di una pompa di benzina della compagnia Copec, mentre raggiungendo la via Valdivieso, al di fuori del cimitero generale, la gente a attaccato dei giornalisti che sono corsi a nascondersi dietro la polizia. Con pietre, legno, vernice e qualche cocktail di molotov, i manifestanti ribelli si lanciavano contro gli agenti della polizia ogni volta che le barricate sulle strade si rialzavano. Dal parte del nemico sono stati usati lacrimogeni, aure, manganelli e pistole di paintball (video correlato).

Gli attacchi della polizia hanno portato gli incappucciati all’interno del cimitero, dove le barricate sono risorte. Gli scontri nelle strade del cimitero sono continuate fino a circa le 15.00.

Durante la protesta, la polizia ha arrestato 13 persone, tra cui tre accusati del saccheggio della banca in via Recoleta, mentre due sedicenni per possesso di molotov. I due minorenni, che sono stati arrestati presso l’intersezione della via Recoleta con il viale Perù, avendo presumibilmente in possesso una scatola con 6 cocktail di molotov ed una borsa con maschere antigas, sono stati presentati al procuratore del ministero Lunedì mattina. Come detto dall’avvocato dei diritti umani che gli rappresenta i giovani hanno trovato la scatola e la borsa abbandonate ad un cero punto, apparentemente lasciate lì dai carabinieri per arrestare chiunque le avrebbe preso. Tuttavia, il giudice ha deciso di mettere ambedue sotto il controllo dell’Agenzia Nazionale dei Minorenni (SE.NA.ME.), per tutta la durata delle indagini. Ciò significa che, anche se non sono in stato di detenzione, quest’agenzia gli può imporre una serie di misure restrittive, come, tra l’altro, la supervisione dagli assistenti sociali.

Su gli altri arrestati non ci sono aggiornamenti più recenti, ad eccezione del fatto che nessuno sia stato detenuto.

fonte e più foto: liberación total

[$ile] Appello per solidarietà internazionale con i compagni imprigionati e processati in tutto il mondo

Leggi il testo completo (in italiano e inglese) dell’appello per 10 giorni di mobilitazione e di solidarietà internazionale, dal 21 al 30 settembre, qui: 1, 2

Sul manifesto si legge:

CON TUTTA L’ENERGIA NECESSARIA!
CON TUTTI I MEZZI NECESSARI!

“Loro non risparmiano “forme o mezzi”. Perché noi dovremmo? La nostra morale non è la loro morale, la nostra violenza non è la loro violenza. Non abbiamo intenzione di violentare uomini/donne, né di uccidere bambini, persone o intere popolazioni. Noi non stiamo andando ad inquinare l’aria, il mare, né la madre terra…

La violenza? Terrorismo?

Sono gli Stati che veramente praticano il terrorismo (psicologico, fisico, morale, intellettuale) esercitano ed hanno il monopolio della violenza.

La nostra violenza è solo una risposta naturale alla loro violenza.”
-Gabriel Pombo Da Silva, prigioniero di guerra sociale nello Stato della Germania

“Armarsi e sia violento, splendidamente violento, fino a quando tutto esplode. Perché ricordi che qualsiasi azione violenta contro questi promotori della disuguaglianza è del tutto giustificata attraverso i secoli di violenza infinita che ci sono stati sottoposti da loro…”
-Mauricio Morales (Punky Mauri), anarchico caduto in azione il 22 Maggio 2009

Sul manifesto si legge:

Giorni di agitazione e di solidarietà per i prigionieri della guerra sociale: Settembre 21-30, 2012

Questo è un’appello ad esprimere con azioni multiformi e strumenti distinti che i nostri compagni imprigionati non sono dimenticati. Le nostre azioni di solidarietà eludono qualsiasi torre di sorveglianza e attraversano chilometri di oceani per abbracciare tutti gli uomini ostinati che si posizionano nella lotta dentro e fuori le carceri!

Discussione: Martedì, 25 Settembre, alle ore 19.00
La solidarietà e le conseguenze dei scioperi repressivi;
dal un punto di vista NON legalista
Centro Culturale Cueto 993, all’angolo delle vie Cueto & Ande,
nel centro di Santiago

Marzo: Giovedì 27 Settembre alle ore 19.00
Piazza Brasile, stazione della metropolitana Cumming, quartiere Yungay

FINO ALLA DISTRUZIONE DELL’ULTIMO BALUARDO
DELLA SOCIETÀ PRIGIONE!

Concepcion, Cile: Barricate e scontri in memoria di Manuel Gutiérrez Reinoso



La scorsa settimana, gruppi di giovani hanno effettuato un blocco stradale al di fuori dell’Università Cattolica di Concepcion, che si concluse con scontri con la polizia antisommossa. Inoltre, hanno sollevato barricate nella zona di Pratt, all’altezza del ponte che collega Concepcion con il quartiere Lorenso Arenas.

Le azioni sono state eseguite in memoria dei 16enne Manuel Gutiérrez Reinoso, che è stato assassinato a sangue freddo dai sbirri della polizia cilena il 25 Agosto 2011.

fonte : Radio Mauricio Morales

$ile: Propaganda sui muri di Santiago

Da Santiago, con un sacco di amore, inviamo queste immagini di propaganda che sono stati fatte in diversi luoghi a Santiago questo mese (6-10 Agosto).

“Nessuno potrà mai essere dimenticato, dalle nostre città imprigionate noi, i compagni che siamo fuori dalle prigioni della tortura e dell’isolamento, saremmo ovunque, lottando, attaccando e distruggendo ogni simbolo del Capitale che vuole opprimerci. Le nostre armi, la solidarietà e la memoria sono già caricate ed è il momento per essere sparate”.

Ai nostri compagni rapiti in questa guerra nel territorio $ileno: Carla, Ivan, Freddy, Marcelo, Juan e Luciano, e al caduto, Mauricio Morales, compagno presente, e a tutti i compagni che lottano in questa guerra in tutto il mondo. Forza e resistenza solidale con il popolo Mapuche!

Compagni, non siete soli. Ci sono molti, per questo i nostri nemici ci chiamano ratti, ed è per questo ci siamo ovunque, nessuno potrà mai fermarci, dovranno morire prima, solo allora ci fermiamo.

Salute e lunga vita alla rivolta!

Lo Stato terrorista: persegue, imprigiona e uccide. [Illeggibile]. La libertà di tutti i prigionieri politici!

Tortuga su per la strada

La battaglia dei Mapuche non si fermerà dalle vostre pallottole, né dalle vostre barre o dalle vostre intrusioni

Libertà ai prigionieri

La solidarietà è un’arma. Ora, Freddy, Marcelo e Juan sono perseguitati. Domani potresti essere te! Libertà ai prigionieri del “Caso Sicurezza”. Finchè la miseria esiste, ci sarà la ribellione!

La solidarietà smette di essere una parola quando arriva alle azzimi ribelli. Solidarietà con Luciano [Illeggibile]

Oggi, noi streghe andiamo a caccia! Il cacciatore sarà cacciato! Rompere le ruote. Luciano su per la strada!

Solidarietà attiva con tutti i prigionieri politici dello Stato Capitalista. [Illeggibile] Libertà a tutti i prigionieri in Cile a in tutto il mondo

Tortuga su per la strada

Fuoco alla prigione. Adrian* su per la strada

Libertà a Tortuga

Luciano su per la strada

Mauricio Morales, te vivi nella rivolta. Mauricio Morales, compagno anarchico morto nella notte del 22 Maggio 2009 dopo l’esplosione dell’ordigno che portava alla zona della Scuola dei carcerieri e dei torturatori della Gendarmeria (guardie carcerarie in Cile). Tre anni dopo la tua morte, ci uniamo alle idee che portavi quella notte, le idee della libertà contro tutti i tipi d’autorità. Perché hai brandito nella tua vita molte forme di lotta contro il potere (biblioteche, laboratori, forum e l’azione diretta), ti ricordiamo tenendo il passo con quella lotta anti-autoritaria. Con Punky Mauri e tutti i compagni caduti nel combattimento contro l’autorità. Manteniamo la fiamma della rivolta viva!

La solidarietà tra gli anarchici non è solo una parola scritta.

Luciano Pitronello, ti vogliamo libero e selvaggio. Libertà ai prigionieri politici del mondo

* Adrián Díaz Cayuqueo è un compagno arrestato a $ile il 28 Giugno dopo le rivolte studentesche del Marzo. Quel giorno, un camion della Gendarmeria ha attraversato la zona dei disordini e nella confusione si è schiantato contro un palo della luce. Alcuni manifestanti incappucciati hanno visto i carcerieri ed hanno attaccato coloro che hanno lasciato il camion, poi 2 molotov sono state lanciate contro il camion, senza fare grossi danni. Adrián è ora in detenzione preventiva (80 giorni fino al processo), dopo essere stato accusato di “possesso di dispositivo di carico incendiario” e “incendio doloso”, accusato di gettare le molotov che hanno toccato la ruota posteriore.