Category Archives: Repressione

Corfù, Grecia: la polizia ha fatto irruzione nello squat Elaia

Lunedi 19 settembre la polizia ha perquisito lo squat Elaia presumibilmente per ordine del pubblico ministero. La polizia ha rotto la porta d’entrata e ha ridotto lo spazio a pezzi, presumibilmente alla ricerca di ‘droghe’ e ‘abitanti immigrati’.Gli squatter erano fuori l’edificio al momento dell’irruzione. Prima che i poliziotti se ne andassero, hanno rubato i verbali di tutte le assemblee, così come una piccola stufa!

Solo pochi mesi fa, l’ 11 aprile 2011, lo stesso squat è stato fatto oggetto di un’ incendio doloso che ha causato gravi danni. Nessun danno è stato provocato questa volta dai servi fascisti della democrazia borghese. Questo spazio sociale liberato di Corfù rimane occupato.

LA SOLIDARIETA E LA NOSTRA ARMA!
GIU’ LE VOSTRE MANI DALLE OCCUPAZIONI!

Fonte : athens.indymedia, katalipsielaia

Atene: raduno motociclistico in solidarietà con gli anarchici Simos Seisidis e Aris Seirinidis

Una presa di posizione contro le barbarie autoritarie. LIBERTA' PER I COMBATTENTI INCARCERATI!

Giovedi, 15 settembre, un raduno motociclistico serale si è tenuto ad Atene, in solidarietà con i compagni Simos Seisidis e Seirinidis Aris, che saranno processati oggi, Venerdì mattina, nel tribunale Degleri. Quasi 100 moto hanno partecipato alla manifestazione che ha avuto inizio da Propilei in Panepistimiou Street, ha percorso le vie del centro e si è conclusa nel quartiere di Exarchia.

Fonte

Atene: Rivolta dei carcerati nel penitenziario maschile di Koridallos in solidarietà con due membri del RO CCF

Martedì 13 Settembre, 275 detenuti nel primo braccio del carcere maschile di Koridallos si sono rifiutati di entrare nelle celle in solidarietà con due prigionieri membri dell’ organizzazione rivoluzionaria anarchica “Cospirazione delle Cellule di Fuoco”, ovvero Gerasimos Tsakalos e Panagiotis Argirou, trasferiti ieri 12 Settembre nel carcere di Domokos.

Entrambi hanno rifiutato di sottoporsi alla tortura psicologica di una ispezione corporale e quindi sono stati attaccati dal capo guardiano Christos Kliaris e da un gruppo di guardie carcerarie. I due prigionieri politici hanno resistito alle minacce e all’ attacco sfacciato dei carcerieri, dimostrando che non tutti i detenuti rimangono apatici davanti alle umilianti procedure del carcere e delle autorità.

Il comunicato è stato sottoscritto da un totale di 275 detenuti che hanno deciso di rimanere fuori dalle proprie celle per tre ore verso mezzogiorno. Dedicano la loro azione a Gerasimos Tsakalos, Panagiotis Argirou e a tutti i prigionieri che lottano per la loro dignità e hanno subito torture.

NÈ CRIMINALI NÈ PRIGIONIERI POLITICI
A FUOCO TUTTE LE PRIGIONI

Salonicco: Intimidazione della polizia contro lo squat Libertatia

Attorno a mezzogiorno di Venerdì 9 settembre 2011, più di 100 motociclette della polizia sono apparse per le strade che circondano lo squat Libertatia. Compagni e solidali hanno immediatamente raggiunto lo squat per la paura di uno sgombero. I poliziotti hanno invaso solo il cortile del palazzo, ma due compagni sono stati arrestati e tenuti nel quartier generale della polizia della città. Entrambi sono stati rilasciati.

Questa operazione di polizia aveva lo scopo di intimidire una parte del movimento sociale radicale, proprio un giorno prima dei previsti raduni, manifestazioni e dimostrazioni in vista della 76a Fiera Internazionale di Salonicco (TIF).

La presenza delle forze repressive nelle strade di Salonicco è già enorme.Da Sabato, il traffico sarà bloccato nelle vie del centro, e a tutti i veicoli sarà vietato avvicinarsi alle strutture del TIF. Quest’anno, il primo ministro Giorgos Papandreou nemmeno inaugurera’ la Fiera a causa delle tanto temute contro-proteste; fara’ un discorso a porte chiuse nel Centro Congressi Ioannis Velidis  Sabato, 10 settembre, e l’annuale conferenza stampa al Magazzino C nel porto della città , Domenica 11 settembre.

Per le strade, per rompere la paura!
RIVOLTA GENERALIZZATA, ORA

fonte: Radio Revolt
leggi inoltre: Incendio doloso in una banca in Ano Poli, Salonicco

Il saccheggio dell’America del Sud

Qualcosa sull’IIRSA…
(Interoceanica, Strada per l’Inferno)

Nei giorni 31 agosto e 1 settembre del 2000, in una riunione di capi di Stato dei paesi sudamericani, tenutosi a Brasilia, capitale della Repubblica federativa del Brasile, si è deciso di attuare l’IIRSA (Iniciativa para la Integración de la Infraestructura Regional Suramericana), un’iniziativa con un nome nuovo che tuttavia nasconde vecchi interessi.

L’obiettivo dell’Iniziativa per l’Integrazione Regionale dell’America del Sud è la costruzione di un’infrastruttura logistica (strade, canali, porti, aeroporti, oleodotti, centrali elettriche…) che apparentemente cerchi di connettere i paesi del Sud America creando una più efficace estrazione e distribuzione delle “risorse naturali”, dei prodotti e del denaro.

Vale a dire, promuovere il libero commercio, garantendo un saccheggio delle “risorse” del continente, che sia il piu’ economico possibile per le imprese a scapito dell’ambiente e degli interessi della popolazione.

Ciò che non è stato raggiunto con il fallito ALCA si sta’ cercando di ottenerlo con questa iniziativa che, pur avendo gia’ quasi undici anni, è ancora quasi sconosciuta alla maggior parte delle persone dei paesi coinvolti.

I suoi finanziatori e maggiori promotori sono il BID (Banca Inter-americana per lo Sviluppo), la CAF (Societa’ Andina per lo Sviluppo) e il FONPLATA (Fondo Finanziario per lo Sviluppo del Bacino del Plata) che generosamente vanno a prestare agli Stati i 70 milioni di dollari necessari alla realizzazione dell’iniziativa, permettendo che questi si indebitino ancor di piu’ per i prossimi anni e garantendosi introiti per il futuro.

Tuttavia, il debito che generera’ questa iniziativa non è che uno dei lati pericolosi di questo mega-progetto continentale.

L’America del Sud fu’ divisa in dieci corridoi, dieci macro-regioni strategiche in cui si stanno realizzando i piani di “sviluppo” che con l’IIRSA si intendono effettuare. Logicamente le strade e le altre vie di comunicazione si stanno realizzando in aree ricche di risorse naturali come petrolio, gas e acqua. L’obiettivo è sfruttare in maniera capitalista queste risorse che finora sono sottoterra o utilizzate solo parzialmente come per il caso dell’acqua che viene liberamente utilizzata dalle popolazioni che vivono vicine ad essa. Continue reading Il saccheggio dell’America del Sud

Lavrion, Attica: Intervento degli anarchici sulla crisi economica

Nella mattinata di Giovedi 1 settembre al mercato all’aperto di Lavrion, gli anarchici hanno fatto un’intervento riguardo la crisi economica ricevendo una calorosa risposta da parte della maggior parte della gente. Ecco il testo che è stato distribuito:

GLI INTERESSI NAZIONALI NON SONO GLI INTERESSI DEI POVERI MA GLI INTERESSI DEI PADRONI

Alcune considerazioni sulla questione della crisi

Secondo un sondaggio pubblicato la scorsa settimana, più o meno quello che tutti sapevano è diventato evidente ed è stato pubblicato ufficialmente: aumenta il tasso di disoccupazione con un ritmo senza precedenti.

Quindi, anche se parliamo durante la stagione turistica in cui si verificano occupazioni stagionali, il tasso ufficiale di disoccupazione ha raggiunto il 16,6%, con 812.000 persone produttive rimaste senza lavoro. Tenendo presente una percentuale di persone che lavorano part-time che non sono ancora conteggiate in queste statistiche, è comprensibile che non si va’ indietro di pochi anni, ma torniamo ai “bei” tempi del 1960.

Ovviamente, però, le cose non vanno molto meglio anche per chi lavora. Lavorare 10 ore al giorno è diventata una legge, i salari sono tagliati a metà, e ciò che rimaneva dello stato sociale (che va’ considerato come un’ salario indiretto e una vittoria) scompare, tutto in nome della ricostruzione nazionale.

È fondamentale comprendere il motivo per cui tutto questo accade. Se prendiamo il governo greco e i canali TV sul serio, possiamo trarre la conclusione che tutto questo è perché presumibilmente affrontiamo… l’inferno dei debiti che devono essere rimborsati, in caso contrario l’ FMI e i nostri creditori ci puniranno. Ma è così?

Per esempio, sono i salari nel settore privato effettivamente legati al… rimborso del debito dello Stato? E nel caso il protocollo non fosse stato firmato, sarebbe tutto a posto? Allora, com’è che misure analoghe a quelle del protocollo sono state prese in alcuni paesi che non hanno aderito a nessun tipo di memorandum (Gran Bretagna, USA, Italia e Francia), o anche nei paesi con dei profitti in surplus (Germania)? Potrebbe essere che queste misure sono solo una scusa e si approfittano della nostra ignoranza?

I mass media attentamente ci nascondono la scomoda verità. La crisi del Capitale sta’ diventando crisi del lavoro attraverso le misure adottate in tutto il mondo occidentale. Essi spostano l’intero onere dei propri ‘peccati’ sulle nostre spalle.

Danno via centinaia di miliardi per salvare le banche, mentre prendono prestiti dalle stesse a condizioni ancora peggiori. In altre parole, convertono il debito privato in deficit statale. Il loro scopo è quello di diminuire il valore del nostro lavoro e rendere di nuovo competitive le economie occidentali rispetto a quelle orientali. Così,o saremo come lavoratori “cinesizzati” o, come ci viene detto, affonderemo negli abissi. Ma ognuno di noi sa’ gia’ molto bene che siamo nella più completa oscurità d’ insicurezza, povertà, miseria ; contiamo gli scarsi soldi nel portafogli ogni volta che andiamo al supermercato e ci tormentiamo sulla possibilità di poter arrivare fino alla fine del mese.

La strada verso la soluzione è nota: lotte collettive nei luoghi di lavoro e nei nostri quartieri. Facciamo in modo che i sindacati di classe e le assemblee di quartiere siano la nostra arma contro la dittatura dei monopoli. Non lasciate che una sola goccia di vita sia sprecata. Insieme, non possiamo solo riportare le cose ad una situazione precedente, ma reagire e rivendicare ciò che ci meritiamo: tutto!

Così la prossima volta che sarete in preda alla disperazione su come pagare l’elettricità, come pagare le lezioni del bambino, il cibo al supermercato, pensate che questa non è una condizione necessaria. Tutto dipende se si è disposti a lottare per un cambiamento.

Noi non dobbiamo nulla, loro ci devono!
La ricchezza appartiene alle persone che lavorano, non al Capitale!

TERRORISMO È SCHIAVIZZARE IL LAVORATORE SALARIATO
CE LA PUOI FARE SENZA I PADRONI

Iniziativa anarchici, Lavrion

fonte

Atene: Manifesto di solidarietà per gli anarchisti Simos Seisidis e Aris Seirinidis

Il 3 maggio 2010 il ricercato anarchista Simos Seisidis fu intercettato da una volante della polizia. Nel suo tentativo di fuga correndo è stato colpito da dietro e a sangue freddo dal poliziotto Panagiotis Bokos che lo stava rincorrendo.

Le gravi ferite riportate hanno avuto come conseguenze l’amputazione di una gamba.

Con un incredibile e senza precedenti stravolgimento della realtà, in modo da proteggere i loro “ragazzi meritevoli”, il 16 settembre 2011 le autorità giuridiche manderanno Simos a processo con l’accusa di tentato omicidio contro Bokos.

IL CARNEFICE DIVENTA VITTIMA.

I COLPEVOLI SONO INNOCENTI.

E NO, QUESTO NON È UN MALINTESO!

Il 16 settembre 2011, sul volto di Simos Seisidis, giudicheranno tutti quelli che sia per aver osato alzarsi, sia per essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato hanno ricevuto manganellate, i gas lacrimogeni della democrazia, i proiettili della legge e dell’ordine.

Il 16 settembre 2011, sulla faccia di Panagiotis Bokos condanneremo la violenza della polizia e la brutalità del governo.

LIBERTÀ A SIMOS SEISIDIS

SOLIDARIETÀ A ARIS SEIRINIDIS
arrestato lo stesso giorno in un aria lontana e sottoposto allo stesso processo per reati a delinquere.

VENERDÌ 16/9/2011
DEGLERI TRIBUNALE, Atene, 9 am

Assemblea solidale con i combattenti imprigionati e perseguitati

fonte

Ambasciata cilena attaccata in Uruguay

All’alba di ieri Giovedì 1 settembre, abbiamo deciso di attaccare l’ambasciata cilena in Uruguay introducendo materiale infiammabile nella porta e provocando un incendio.

Ripudiamo la repressione attuata dal governo di Piñera e da qualsiasi governo in carica, ripudiamo l’esistenza di qualsiasi governo.

I media dicono poco o nulla di quello che è successo, vogliono nascondere la solidarietà e la ribellione. Non hanno detto nulla riguardo i due morti durante lo sciopero generale, Mario Parraguez Pinto (18 anni) e Manuel Gutierrez (16 anni) ammazzati dai proiettili sparati dalla polizia assassina.

Con questo atto vogliamo dimostrare solidarietà con i compagni che stanno lottando sul territorio controllato dallo Stato cileno.

Algunxs antiautoritarixs.

Comunicato della Rete D’Appoggio a Freddy, Marcelo e Juan di Buenos Aires

Non ci dimentichiamo mai dei/lle nostri/e compagnx prigionierx. Non li mistifichiamo ma non siamo nemmeno indifferenti alla loro quotidianità. La solidarietà non è una bella parola o una frase fatta, bensí, come si è dimostrato in varie occasioni, una pratica inseparabile dalla nostra lotta.

Questa può espressarsi in molteplici e diverse forme e ci sono momenti in cui assume un corpo più definito, con contundenza e continuitá. Di fronte alla delicata situazione (giudiziaria e carceraria) che affrontano i compagni Juan Aliste Vega, Marcelo Villarroel Sepúlveda e Freddy Fuentevilla Saa, attualmente secuestrati nelle prigioni dello Stato cileno, diverse individualità di Buenos Aires hanno deciso di formare una nuova Rete di Appoggio, allo scopo di attualizzare e diffondere la loro situazione e con la speranza di apportare nel senso di vederli nuovamente fuori per strada.

Come abbiamo già menzionato anteriormente, in occasione di un comunicato pubblicato durante la campagna contro la loro espulzione dalla regione argentina, per noi la terminología legalista (colpevole/ inocente) manca di validità già che si tratta di un linguaggio che non è il nostro, non abbiamo preteso nel passato nè pretendiamo ora svuotare il contenuto di idee e pratiche pericolose per lo Stato, nè smettiamo di intendere che mentre ci sarà miseria ci sarà ribellione; per questo semplicemente ci uniamo a coloro che in un modo o nell’altro questionano e si infrentano al sistema di autorità nel quale viviano, e gli brindiamo la nostra solidarietà, intesa come una estenzione e intensificazione della loro lotta che è anche la nostra.

Incitiamo gli altri compagnx a formare nuove reti di appoggio e/o a solidarizzarsi nel modo che gli sembri più opportuno per intensificare la lotta per la libertà di Marcelo, Freddy e Juan.

Una breve rassegna

In ottobre del 2007 viene assaltata, a Santiago del Cile, una succursale della banca Security durante la quale muore un servo della borghesia (polizia).

A partire da quel momento, si scatena una campagna politico-giuridico-mediatica-poliziale che cerca di incriminare persone concrete con una notoria incidenza nella lotta anticapitalista, sia durante la dittatura di Pinochet come nella chiamata transizione democratica.

Poco tempo dopo, più precisamente il 13 di dicembre di quest’anno viene detenuto il compagno Axel Osorio, condannato a 3 anni e 1 giorno di prigione e che oggi fortunatamente si trova nuovamente in libertà.

Ovviamente la caccia non si detiene ed è cosi che il 15 Marzo del 2008, nella provincia di Neuquén, vengono arrestati da diverse forze “dell’ordine” i compagni Freddy Fuentevilla e Marcelo Villarroel insieme a una terza persona che sarà espulsa tempo dopo in Cile essendo considerata come “aiutante”.

Freddy (ex militante del MIR) e Marcelo (ex militante del MAPU Lautaro, attualmente compagno anarchico) sono sommessi a intense agressioni e interrogatori dalla polizia cilena e argentina fino a che vengono trasferiti all’Unità nº 11, un carcere di massima sicurezza con storie di torture da parte dei suoi funzionari e carcerari, e processati entrambi per possesso illegale di arma da guerra.

A partire da questo istante inizia una frenetica corsa da parte dello Stato del Cile per ottenere la rapida espulzione dei due ribelli e sottometterli a un tribunale militare, allo stesso tempo che si formano varie reti di appoggio a Buenos aires, Neuquén, La Plata, Valparaíso, Santiago, etc etc, divulgando il caso dei compagni e estendendo la petizione di asilo politico in Argentina.

Nel frattempo, nonostante la constante sommissione da parte dei carcerari e giudici, Freddy e Marcelo fanno arrivare le loro voci e pensieri attraverso comunicati, lettere, comunicazioni telefoniche, generando appoggio dall’altro lato delle mura tradotto in numerose attività come giornate, interruzioni di accesso a strade e ferrovie, manifestazioni e atti pubblici, concerti, dibattiti, insomma azioni dirette di ogni tipo che si vedranno accrescere ancora di più quando il 17 di novembre del 2008 i compagni decidono di iniziare uno scipero della fame, il quale concluderà non prima del 9 di gennaio del 2009 e grazie al quale otterranno qualche miglioria basica nella loro condizione di reclusi giacchè in quel momento Freddy e Marcelo permanevano isolati 23 ore al giorno senza luce solare nè contatto con il resto dei prigionieri.

Non possiamo non menzionare che la solidarietà sviluppata intorno ai compagni sguinzagliò la aspettata repressione da parte dello Stato. Un esempio è la cattura della compagna Andrea Urzua Cid il 18 settembre del 2008, accusata di trattar di ingressare esplosivi al carcere neuquino seguendo un supposto piano di fuga, e liberata 48 giorni dopo, anche se nuovamente incarcerata attualmente nel quadro del madiaticamente chiamato “caso bomba”, compiendo arresti domiciliari in Cile.

Non ci dimentichiamo nemmeno le costanti minacce e in alcuni casi aggressioni alle quali sono stati sottomessi compagnx di diverse regioni in occasione alle visite carcerarie.

Il 15 dicembre del 2009, lo stato argentino insieme al ministro degli interni Florencio Randazzo, e con la complicità delle presidenti Cristina Kirchner e Michelle Bachelet, firma il trattato di espulzione di Marcelo e Freddy i quali vengono portati dall’Argentina al Cile…

Un altro compagno detenuto

Il 9 Luglio del 2010, nella stazione dei pullman di Retiro, è detenuto il compagno Juan Aliste Vega, che si incontrava profugo da ottobre del 2007, accusato anche lui di partecipare all’assalto alla banca Security.

La detenzione è mostrata durante giorni e giorni dai vari mezzi mediatici massivi come il successo di una operazione in congiunto tra la polizia cilena e quella argentina, facendoci pensare nuovamente all’ennesima riedizione del Piano Cóndor, e Juan viene recluso nel carcere nº 11 di Ezeiza.

Si organizzano attività immediate quali depliant informativi, barricate e diffusione attraverso diversi mezzi, ma lo Stato argentino questa volta non vuole problemi e decide di togliersi rapidamente di mezzo Juan espulsandolo il 22 luglio, non senza prima essere torturato dal servizio penitenziario federale (carcerari), dalla brigata antiterrorista della polizia federale argentina e da membri della polizia di investigazioni del Cile, che da tempo si trova in Argentina alla ricerca di compagnx che decidono di non presentarsi difronte ai tribunali del nemico…

La situazione dei compagni nella attualità

Oggi Marcelo, Freddy e Juan si trovano nel carcere di alta sicurezza di Santiago del Cile, in attesa del momendo del giudizio, il quale si stima cominci a Novembre mediante alcune udienze.

Mentre mediaticamente si riproducono le immagini della vedova del poliziotto morto acclamando vendetta per la sua “perdita” e del presidente Piñera, e mentre tutti incitano alla condanna sociale di questi tre combattenti, noi sappiamo loro si sentono forti e con il morale alto, orgogliosi delle loro decisioni e di averle portate a termine.

Da poco siamo venuti a conoscenza che, come Marcelo anche Freddy e Juan hanno subito ispezioni e castighi, atteggiamenti propri di miserabili che attaccano ciò che non capiscono e temono.

Manteniamoci attenti e ancora una volta incitiamo tutti i/le compagnx a solidarizzarsi con Freddy, Marcelo e Juan.

MENTRE ESISTA LA MISERIA, ESISTIRÀ LA RIBELLIONE!
SLO LA LOTTA CI RENDE LIBERI!
FREDDY FUENTEVILLA, MARCELO VILLARROEL, JUAN ALISTE, IN LIBERTÀ!
PER LA DISTRUZIONE DI TUTTE LE CARCERI, PER LA LIBERTÀ!

Red de Apoyo, Buenos Aires
freddymarcelojuan@yahoo.com

Salonicco: Lo squat Delta minacciato di sgombero

LO SQUAT DELTA RIMARRÀ

NON È IN AFFITTO

A fine luglio l’ istituto didattico tecnologico Alexandro di Salonicco ha pubblicamente annunciato l’ intenzione di affittare l’ edificio situato in via Egnatia, 13. Edificio che è stato occupato da quattro anni.Abbandonato per anni, questo spazio è diventato, attraverso processi collettivi, da edificio cadente e inaccessibile a progetto libero e sociale aperto a tutti.

Il suo operare è basato su uguaglianza e solidarietà contro e lontano da ogni forma di gestione statale o privata. Le decisioni sono prese collettivamente e in modo orizzontale, in base alle nostre esigenze, desideri e possibilità.

Gli spazi liberati e le occupazioni sono la soluzione
Il problema è il capitalismo.

Stiamo attraversando un periodo di redistribuzione selvaggia della ricchezza sociale, dove meno ricchi diventano sempre più ricchi mentre crescono i poveri che diventano sempre più poveri. Volendo realizzare i loro piani atroci, continuano ad aumentare il loro arsenale giuridico e logistico, all’interno della pianificazione internazionale dei capi. Agendo con la strategia del “dividi e disciplina” lo Stato tenta di isolare coloro che lottano e resistono, stigmatizzandoli in modo da poterli reprimere facilmente.

Quando le occupazioni,
le parti sovversive della società
e chi combatte vengono attaccati,
è come se attaccassero tutti noi.

Oltre il suo effetto immediato, la repressione ha carattere “esemplare”. Il suo scopo è quello di scoraggiare chiunque tenti di resistere e chi cerca soluzioni radicali-realistiche per la propria vita. Per queste ragioni la solidarietà di classe e sociale tra gli oppressi è necessaria. Non esistono soluzioni individuali a problemi collettivi; l’ azione collettiva è la risposta.

Se non ci uniamo in una lotta comune
contro l’oppressione,
condivideremo una comune sconfitta.

fonte

Grecia: Manifesto dei gruppi di contro-informazione contro i devoti della patria e gli apologeti dell’unità nazionale

DISTRUGGIAMO L’UNITÀ NAZIONALE

Dal momento che non siamo nati ieri, ma godiamo di memoria, dal momento che sputiamo sulla propaganda della corporazione dei media…

Nel caso che si sia nati qui o no, anche noi viviamo e camminiamo su queste strade, quindi sappiamo bene che:

ANCHE I GRECI UCCIDONO
(maggiormente) in Afghanistan, Somalia e ovunque marcino gli stivali dell’esercito greco, come hanno massacrato a Srebrenica nel recente passato e continueranno a uccidere persone, ovunque la protezione degli “interessi economici nazionali” lo renda necessario.

ANCHE I GRECI STUPRANO
ragazze e ragazzi d’ Africa, dell’Europa dell’Est e in tutto il mondo, ormai da anni, nei bordelli della capitale e nei squallidi bar della provincia, all’interno delle stazioni di polizia dei nostri quartieri. Un’altra prova tangibile della loro tradizionale solida-spavalderia, esaltata dalla (falsa) condizione economica della “potenza greca.”

ANCHE I GRECI RUBANO
I banchieri greci, gli armatori, i dirigenti, gli uomini d’affari di media e grande importanza , gli alti prelati della Chiesa e i politici, i giudici onesti, i poliziotti incorruttibili, in Grecia, nei Balcani e ovunque si espandano con i loro sporchi affari…

L’UNITÀ NAZIONALE È UNA TRUFFA
il cui scopo è quello di creare in noi l’illusione che venga “dal basso”, che abbiamo interessi comuni a quelli che rubano dalle nostre tasche, stuprano la nostra personalità, con coloro che vogliono spremerci prima di sterminarci in una galera, una prigione, un manicomio

NON SOLO CI DOBBIAMO RIFIUTARE DI ORGANIZZARE LA NOSTRA RESISTENZA
SULLA BASE DELL’UNITÀ NAZIONALE
DOBBIAMO DISTRUGGERLA

GRUPPI DI CONTRO-INFORMAZIONE CONTRO I DEVOTI DELLA PATRIA
E GLI APOLOGETI DELL’UNITÀ NAZIONALE

Grecia: La “Metapolitefsi” ha legalmente chiuso

Nel pomeriggio di Mercoledì 24 agosto, lo squat Container nel campus universitario di Zografou, quartiere di Ilissia, è stato attaccato e sfrattato. Il container occupato e’ stato messo a soqquadro e tutti gli elementi raccolti sono stati portati via e sequestrati. Gli studenti dall’edificio occupato presso il Refettorio Propilei nel centro di Atene hanno chiesto un’incontro-dibattito per le 9 di sera per quanto riguarda questi sviluppi.

Ore prima, circa 2.000 studenti hanno dimostrato nel centro di Atene, mentre  manifestazioni  contro il disegno di legge della riforma dell’istruzione hanno avuto luogo a Salonicco, Heraklion (Creta) e Patrasso.

Tuttavia, il parlamento greco, ha votato il disegno di legge di riforma dell’istruzione presentato dal ministro della Pubblica Istruzione Anna Diamantopoulou che includeva alcuni dei cambiamenti più radicali che il sistema educativo del paese abbia mai visto a memoria d’uomo.

Con una modifica alla legge sull’educazione dell’ultimo minuto, il ministro ha annunciato l’abolizione completa dello storico asilo universitario (che ha impedito alla polizia di entrare per motivi accademici, in nome della libertà di espressione) e l’elezione dei rettori universitari in primo luogo da parte della loro comunità accademica.

Inutile dire che l’asilo universitario è stato violato nella pratica numerose volte contro la “Metapolitefsi”, soprattutto negli ultimi anni.

fonti : athens.indymedia.org
www.occupiedlondon.org/blog

Cile: I poliziotti hanno fatto irruzione negli squat di Valparaíso e Santiago

Nel pomeriggio di Martedì 23 agosto, imponenti forze di polizia hanno fatto irruzione nello squat TIAO (Laboratorio Arti Indipendenti e Mestieri) situato a Yungay strada a Valparaíso. Lo squat TIAO è stato punto di incontro per progetti autonomi ed auto-organizzati negli ultimi cinque anni.

Poliziotti armati di tutto punto hanno rotto las portas di ferro e le finestre ed hanno invaso l’edificio provocando ingenti danni, anche a parte delle infrastrutture dello stesso squat. Durante l’attacco, i carnefici dello Stato cileno hanno ammanettato i compagni che erano dentro lo squat e tenuti sotto tiro, mentre l’unità della polizia scientifica analizzava il luogo.

Nel frattempo,ingenti forze di polizia con veicoli corazzati con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni erano fuori, e le pattuglie e le forze di polizia stradale avevano chiuso le strade circostanti rendendo impossibile per la gente di avvicinarsi in maniera solidale.

L’operazione di polizia è durata più di un’ora, i poliziotti hanno fatto irruzione senza la presenza di un pubblico ministero, e l’indirizzo scritto sull’ ordine d’indagine non corrispondeva a quello attuale. Come nella maggior parte dei luoghi del “mondo civilizzato”, i meccanismi repressivi in Cile non si preoccupano di seguire le procedure legittime quando si tratta di intimidire coloro che resistono e combattono contro la democrazia parlamentare e il capitalismo.

Lo stesso giorno un altro squat culturale è stato  fatto oggetto di un’ irruzione nel quartiere universitario di Santiago. Come nel caso dello squat TIAO, la polizia è andata alla ricerca di materiali utilizzati per fabbricare Molotov, ma in entrambi i casi non ha trovato nulla al riguardo.

Questi attacchi gratuiti verso i centri sociali ci ricordano le numerose operazioni di polizia riguardanti il “caso Bombas” di piu’ di un’anno fa’. Si sono svolti poche ore prima dello sciopero generale di 48 ore (24-25 Agosto), nel tentativo di disabilitare il movimento radicale sociale che cerca il rovesciamento totale del regime.

Noi non dimentichiamo i nostri fratelli e sorelle che lottano
contro lo Stato e il Capitale!

GIU’ LE MANI DAGLI SQUAT
SOLIDARIETA’ CON IL POPOLO IN RIVOLTA IN CILE !

fonte: liberaciontotal.lahaine.org

Documentari sugli anarchici bielorussi – con sottotitoli in inglese

Ignorando la Legge

Breve documentario sulla repressione contro gli anarchici in Bielorussia (2010-2011)

Anarchia, Azione diretta, Imparziale parte1 / parte2

Un documentario di ABC Belarus riguardante la repressione contro il movimento anarchico in Bielorussia da settembre 2010 a febbraio 2011, che include commenti di anarchici, funzionari russi e bielorussi, attivisti per i diritti umani.

Maggiori informazioni: www.autistici.org

California: Lanciate delle molotov nel parcheggio della sottostazione di Fresno

In solidarietà con tutti coloro che lottano contro la brutalità della polizia e lo stato di polizia, sono state gettate delle molotov nel parcheggio della sottostazione della metropolitana di Fresno dove sono parcheggiate le auto della polizia e i veicoli personali dei maiali. Almeno 2 auto sono bruciate.

Questa azione è stata compiuta specialmente in solidarietà con quelli che nell’East Bay si sono rivoltati contro gli assassini della polizia di BART che recentemente hanno ucciso Charles Hill. Polizia di BART che ha usato metodi di tipo fascista, chiudendo tutti i cellulari nelle stazioni in cui hanno pensato avrebbero potuto presentarsi i manifestanti. NON SAREMO ZITTITI!

Tutti i poliziotti sono assassini. La FDP ha recentemente ucciso Carl Maggiorini ed ha la reputazione di assassinare persone di colore a prescindere che siano armate o meno. Il momento di contrattaccare è ORA! Viviamo in uno stato di polizia,tutto questo per loro sono i “soliti affari”. Dobbiamo unirci e combattere, fottiamo questi maiali! Questa è guerra, il tempo di giocare è finito, unisciti alla lotta.

In solidarietà con Oakland, Seattle, il Cile, Londra, la Grecia…
e chiunque si stà ribellando.

Ci vediamo nelle strade.

fonte: www.indybay.org

Solidarietà a Christos Kolentinis, che si trova sotto detenzione preventiva nel carcere di Koridallos

Uno striscione di solidarietà in piazza Exarchia per Christos Kolentinis
e tutti i compagni imprigionati.

Nella notte di Venerdi, 8 luglio, C.K. è stato arrestato e torturato dai bastardi dei MAT (polizia antisommossa) e poi ricoverato in ospedale con ferite gravi. Un manifesto di solidarietà da parte del Centro Sociale Auto Organizzato Ano-Kato Patission (Piazza Koliatsou ), è stato appeso nelle ultime settimane ad Atene, chiedendo l’immediato rilascio di C.K.fonte: athens.indymedia.org

Conferenza stampa dei genitori degli imprigionati nel primo processo contro le CCF

Lo Stato non è una fortezza. Non troverete nessuna porta che vi conduce a un qualche tipo di macchina o motore che può essere disattivato girando un’interruttore. Lo Stato non è un mostro che puoi uccidere con un paletto nel cuore. È qualcosa di molto diverso. Potremmo paragonarlo ad un sistema; una rete che comprende migliaia di macchine e interruttori. Questa rete non si impone sulla società dall’alto. Si diffonde in tutta la società dal suo interno. Si estende anche alla sfera della vita privata, raggiungendo e toccando le nostre emozioni a livello cellulare. Si stampa nella coscienza e viene modellata da essa.

Collega e unisce la società, che a sua volta si alimenta e si santifica in un continuo scambio di valori e norme. In questo gioco, non ci sono spettatori. Ognuno di noi svolge un ruolo attivo.

—Costas Pappas, “Non si torna indietro”
CONFERENZA STAMPA DEI GENITORI DEGLI IMPRIGIONATI NEL PRIMO PROCESSO CONTRO LE CCF

Con facce tristi e stanche e dai lineamenti tirati, dopo che il loro incubo dura da parecchi mesi, ma con dignità e determinazione nello sguardo,i genitori dei condannati nel caso di Cospirazione delle Cellule di Fuoco, hanno accolto Mercoledì, 3/8, parenti, amici, giornalisti e decine di altre persone di ogni età, illustri e non, che sono arrivati presso la sede dell’ESIEA (Unione Giornalisti dei Quotidiani di Atene) per una conferenza stampa.

Una settimana dopo la decisione dei tre membri della Corte di Appello di condannare da 11 a 25 anni di reclusione sei dei nove imputati, i genitori e gli avvocati dei condannati non sono disposti ad arrendersi.

Nella conferenza stampa accusano la corte di aver preso una “decisione politica”, di “disumanità e vendetta”, mentre sostengono ancora una volta che le tre esplosioni, che non hanno causato il ferimento o la morte di chiunque, non giustificano un totale di 130 anni di reclusione che il giudice ha “inflitto” ai loro figli.

Un silenzio di morte regnava nella stanza quando con voce tremante la signora Hadjimichelaki, madre del diciannovenne Haris Hadjimichelakis condannato a 25 anni di reclusione, leggeva la dichiarazione collettiva dei genitori.

“È stata una decisione ingiusta, crudele, esaustiva, assurda, arbitraria, disumana, vendicativa. È stata una decisione che in base alla logica nazista di responsabilità collettiva, ha preso di mira i singoli basandosi esclusivamente sulla loro ideologia”, ha detto la signora Hadjimichelaki.

Ha aggiunto che “Le infami ‘esplosioni’, è stato provato, non hanno causato alcun pericolo verso nessuna persona e le testimonianze dei testimoni hanno assolutamente chiarito essere state azioni nel ‘campo’ della protesta politica”.

“Per quanto riguarda i risultati riguardanti le ‘esplosioni’, anche attraverso l’esperienza degli esperti, è stato dimostrato che si trattava di petardi con polvere da sparo non standardizzata, che può causare una deflagrazione e non un’esplosione”, ha detto la signora.

Ha concluso alla fine con una sottolineatura politica, che “La giustizia punisce brutalmente e distrugge senza pietà i giovani attraverso ipotesi e congetture e non per gli atti compiuti. E lascia impuniti coloro che sono coinvolti in enormi scandali politici ed economici, che mettono a rischio la vita delle persone e le strutture costituzionali del paese”.

fonte

Bristol, Regno Unito: La polizia fa’ incursione in uno squat alla ricerca di sospetti partecipanti alla sommossa –17/8

circa 3.000 disoccupati si scontrano con la polizia, Bristol 23 Febbraio,1932

La polizia, con più di dieci furgoni antisommossa e le unita’ della scientifica, hanno fatto irruzione in uno squat in Park Row questo pomeriggio alla ricerca di una persona. I poliziotti stavano cercando di recuperare computer, telefoni cellulari, martelli, guanti, vernici, letteratura anarchica e materiale connesso con Indymedia. Questo ci fa’ capire che è collegata al recente attacco avvenuto contro gli uffici del Bristol Evening Post  la notte di Giovedi, 11 Agosto.

L’Unione nazionale dei giornalisti (NUJ) e i grandi media fanno parte degli strumenti repressivi del sistema capitalistico, sono il naso nel culo dei politici britannici e della classe dirigente.

La ragione dell’attacco all’ Evening Post è spiegato di seguito:

“Giovedi notte, nonostante la massiccia presenza della polizia nel centro della città e in tutta Bristol, abbiamo rotto tutte le finestre della facciata al piano inferiore ed alcuni di quella superiore presso la sede dell’ Evening Post e decorato la facciata con bombe di vernice. Il danno causato alla carta e’ di circa 20,000 sterline.

I media demonizzano coloro che scelgono di resistere e reagire, aprendo la strada ad una maggiore repressione contro tutti noi. Essi cercano di deviare la nostra attenzione dai veri quotidiani delinquenti  e saccheggiatori; i poliziotti e i capitalisti, che abitualmente perpetrano grandi furti e omicidi.

Questo è parte della strategia di divisione attuata dai governanti per farci impaurire e combattere gli uni contro gli altri e farci prendere posizione a favore delle autorità contro i ribelli.

Questa azione è stata fatta da persone che non si sono fatte ingannare. Non capiscono che la nostra rabbia e’  una forza inarrestabile che non sarà fermata dai bastoni o dai proiettili, lottiamo con tutti i mezzi per un futuro e una completa libertà che ancora dobbiamo conoscere.

Quando i guanti vengono sfilati e la guerra sociale non è stata mai piu’ chiara di così, la risposta del nemico di classe e’ sui mezzi di comunicazione che vengono utilizzati giusto come un’ ulteriore arma contro  tutti noi che vogliamo qualcosa di meglio per la nostra vita e per quella di coloro che ancora devono venire.

Guardiamo i padroni e i politici dimenarsi per essere visti con le scope per le strade. Le loro porcate gli si rivolteranno contro e li morderanno, le vie sono disegnate: questo è quello a cui questa grande fottuta società assomiglia.”

Contro la repressione dello stato,

SOLIDARIETA SIGNIFICA ATTACCARE!

fonte: 1, 2, 3

Ioannina: Supporta gli immigrati (poster allegato)

Gli emigranti di ieri sono gli immigranti di oggi

Il giorno 9 Giugno 2011 la polizia ha forzatamente evacuato e distrutto un’ insediamento di immigrati a Igoumenitsa. Decine di loro sono stati arrestati mentre molti sono stati costretti a fuggire verso l’entroterra. Alcuni sono arrivati nella nostra città [Ioannina, Grecia nord-occidentale].

Gli immigrati –che sono la parte più sottovalutata e sfruttata della classe operaia– non dovrebbero essere mai piu’ cacciati.

Non lasciare che gli immigrati siano preda degli appetiti di poliziotti, giudici, razzisti e pacifici cittadini. Combatti con la solidarietà e il mutuo soccorso contro coloro che organizzano lo sfruttamento e l’oppressione degli immigrati e della gente del posto. Non lasciare che il diritto universale alla libera circolazione e della residenza siano mai piu’ calpestati.

Per rompere le linee divisorie erette dai confini e dalle nazioni.

CON I FATTI – MATERIALMENTE – POLITICAMENTE
SUPPORTA GLI IMMIGRATI

Compagni | antifa [ i ] | Tapi & psychremi [Broke & cool] | ESE Ioanninon [Unione Sindacale Libertaria, Ioannina] | Antiviosi katalispi [squat Antibiosis]

fonte: Autonomous Radio of Ioannina

Perù: Azione di solidarietà verso i compagni del CCF (Grecia) e per Mauri (Chile)

La Federazione Anarchica Informale/Circolo di Azione Iconoclasta ha fatto questi graffiti in solidarietà con i membri detenuti del R.O. Cospirazione delle Cellule di Fuoco che sono incarcerati nelle prigioni dello Stato greco, e in memoria del rivoluzionario anarchico Mauricio Morales.

Estratto del comunicato della Federación Anarquista Informal/Circulo de Acción Iconoclasta: “Un altro motivo della nostra azione è stato quello di solidarizzare con i compagni imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che continuano a resistere dalle prigioni della capitale e per mantenere viva la memoria del combattente Mauricio Morales”.

fonte

Gran Bretagna: Rivendicato dagli anarchici l’attacco alla polizia di Bristol

“Questa mattina presto [9 agosto] abbiamo incendiato un furgone dell’antisommossa alla stazione di polizia di Bishopston.

Ci rallegriamo per la rivolta di molti giovani brutalizzati dallo Stato ed emarginati che stabiliscono un nuovo rapporto con l’ambiente circostante e con qualsiasi altro ribelle che ha scelto la rivolta in tutta l’Inghilterra.

A tutti i ‘cittadini’ disgustati che possono solo vedere la quotidiana violenza di classe, insita in questa società, quando i tavoli si rovesciano – cosa vi aspettavate?

Vediamo un nuovo decennio di guerra urbana nuovamente forgiato da varie sfumature di combattenti sociali – all’interno di cio’ il nostro ruolo come rivoluzionari e anarchici è quello di spingere sempre avanti la nostra traiettoria e le nostre idee, diffondere attacchi distruttivi a nuovi settori e livelli di coinvolgimento, trovare complici attraverso gli scontri (dove e quando i nostri desideri siano correlati), e di mantenere ed ampliare una rete internazionale informale dei compagni.

Compiendo questa azione nella nostra mente c’era colui che è stato ucciso dai poliziotti colui che è stato arrestato durante gli scontri e l’antifascista detenuto nelle prigioni di questo paese.”

fonte: bristol.indymedia.org – in francese: www.lereveil.ch

Perù: La polizia uccide almeno sei manifestanti durante una manifestazione nella città di Juliaca

Il 24 giugno 2011, la polizia peruviana ha ucciso almeno sei manifestanti e ne ha ferite oltre 30 durante una manifestazione contro la contaminazione del fiume Ramis da parte delle miniere della regione di Juliaca nel Perù meridionale.

Verso le 11 del mattino, i residenti hanno bloccato la strada che porta all’aeroporto della città e hanno cercato di rompere il suo perimetro. Le forze armate repressive della polizia nazionale, e in particolare il commando di DINOES (unita’ per operazioni speciali) hanno aperto il fuoco contro la folla.

Verso le 12 i primi colpi fatali sono stati esplosi durante la sparatoria da parte degli assassini in uniforme e sono continuati fino al tardo pomeriggio, uccidendo Víctor Campos Huanca, Felix Edwin Irpanoca Turpo, Raúl Cancapa Huaricallo, Petronila Coa Huanca, Gregorio Huamán Mamani e un’ altra persona che non è stata identificata.

Gli scontri tra poliziotti e locali e continuato fino a tarda sera, quando un gran numero di manifestanti si sono riuniti nel centro di Juliaca e hanno attaccato i centri commerciali e gli altri simboli capitalisti.

Il fondato timore degli abitanti è che i corpi di altri dimostranti uccisi siano stati fatti scomparire ancora una volta dalla polizia peruviana, e che il numero totale dei morti sia più alto.

I media del regime hanno cercato di giustificare i poliziotti ed i loro referenti politici, presentando i manifestanti come fuorilegge e violenti. La verità pero’ è altrove. Lo Stato ed i suoi carnefici peruviani sono colpevoli di innumerevoli crimini contro la natura e l’umanità. Nel contesto di una buona cooperazione con le multinazionali del petrolio, dei minerali e del gas, così come i mega-contraenti per progetti infrastrutturali per il presunto sviluppo dell’America Latina, lo Stato peruviano persegue sistematicamente la distruzione dell’Amazzonia, l’avvelenamento delle persone che vivono sul territorio peruviano e l’espulsione e l’annientamento delle più isolate comunità indigene dalle loro terre d’origine.

Gregorio Huamán Mamani (56)

I convenienti omicidi dei manifestanti servono al saccheggio dell’Amazonia e delle sue risorse naturali ed umane sempre che tali non siano realizzate mediante scavi e perforazioni.

fonti: 1, 2

“Oltre le frontiere”, una trasmissione radiofonica di 98 FM e Contra Info – Lunedi, 27 giugno 2011

Nel quadro della cooperazione tra la stazione radiofonica libera di Atene 98 FM e la rete di traduzione per la contro-informazione Contra Info, un’ altra trasmissione in diretta con il titolo “Oltre le frontiere” [Ektos synoron] si è tenuta il 27 giugno.

DJ questionmark [punto interrogativo] dalla stazione radio pirata Free Radio Olympia 98.5 FM (Washington, DC) parla con i membri di Contra Info. La discussione copre molti argomenti di interesse per gli anarchici e altri sulla lotta sociale, come la costruzione e il mantenimento dell’infrastruttura rivoluzionaria, l’opposizione ai neo-nazi e al nazionalismo, la solidarietà verso gli immigrati, la solidarietà ai prigionieri politici e sociali, la rivolta del 2008, gli scioperi generali, le assemblee generali e le riunioni di quartiere, e molto altro.

Si parla anche del movimento anarchico e delle lotte carcerarie negli Stati Uniti.

Si può sentire questa trasmissione radiofonica qui (greco / inglese; circa 4 ore), così come la sua versione più corta qui (solo in inglese; circa 2 ore).

Presto, parti selezionate della registrazione saranno disponibili anche su www.freie radios.net (Germania) per il download.

registrazioni precedenti a / b / c / d / e / f

Nuovo trasferimento di un membro dell’Organizzazione Rivoluzionaria Cospirazione delle Cellule di Fuoco

Il 9 Agosto, Giorgos Polidoros è stato spostato in manette dalla prigione di Corfù al centro di reclusione di Grevena, per un trasferimento disciplinare.

Subito i carcerieri della prigione di Grevena hanno tentato di buttarlo a terra mentre era ancora ammanettato. Ha resistito, e i carcerieri sono stati costretti a fare marcia indietro, ma lo hanno accusato per il reato nuovo disciplinare di insubordinazione.

Attualmente è rinchiuso nella cella di isolamento del carcere. Dopo un’intervento sia da parte sua che da parte dei detenuti dell’ala E2 (dove il compagno Christos Tsakalos è detenuto), il sevizio carcerario e il sergente Yannis Ramogiannis si sono impegnati a spostare Polidoros Giorgos dopo la fine della sanzione disciplinare (è punito per cinque giorni), in questa particolare ala. Stiamo seguendo il caso…

Compagni in solidarietà
Mercoledi’, 10 Agosto 2011

Per una migliore e più diretta comunicazione con i detenuti, membri dell’ O.R. CCF, è stata aperta una casella postale:
Τ.Θ. 51076, Τ.Κ. 14510, Nea Kifissia, Atene-Grecia