Parigi: Attacco all’ambasciata tedesca a Parigi in sostegno agli/lle arrestat* all’anti-G20

25 luglio 2017

 Nella notte dal 16 al 17 luglio 2017, abbiamo condotto un’azione diretta simbolica contro l’ambasciata tedesca a Parigi, in sostegno agli/lle arrestat* di Amburgo, denunciando in questo modo la repressione subita durante le manifestazioni anti-G20.

Quella notte, degli «pshiit, bam, boum» sono risuonati in via Marbeau. Il tempo di acccendere la miccia e la facciata veniva ridecorata con un «Welcome 2 hell», i vetri attaccati a colpi di martello e la porta d’entrata del pubblico ha preso fuoco grazie a un cocktail molotov.

Con questo atto abbiamo voluto esprimere la nostra solidarietà nei confronti della quarantina di persone ancora incarcerate ad Amburgo in seguito agli scontri che hanno accolto il G20 dal 5 al 9 luglio scorsi. Volevamo anche mettere al corrente le autorità tedesche della nostra determinazione a continuare ovunque la lotta contro il capitalismo e i suoi meandri securitari.

Malgrado lo stato di assedio imposto agli/lle abitanti di Amburgo durante il G20, e le 20 000 forze dell’ordine, i cannoni ad acqua e i veicoli blindati utilizzati per lo spettacolo, gli/le anarchic* venut* da tutti i paesi hanno messo in seria difficoltà il mantenimento dell’ordine tedesco. Quello che è accaduto nelle strade di Amburgo non è che un saggio dell’immensa collera sociale che urla dentro di noi. Siamo milioni a non sopportare più il mondo che ci viene imposto, e questa rivolta si fa sentire con più forza ogni anno che passa.

Siamo quell* che vi servono al ristorante, puliscono nei vostri alberghi svuotano e riciclano la spazzatura, riempiono i vostri moduli, accompagnano i/le vostr* figl*, cambiano le vostre lenzuola, che vi divertono, sistemano i vostri prodotti nei reparti dei vostri negozi, traslocano i vostri mobili, tirano la vostra fibra ottica, costruiscono le vostre case, guidano i vostri mezzi, tagliano le siepi dei vostri giardini, riparano i vostri ascensori…

Siamo quella parte di popolo la cui coscienza politica spinge a reagire all’ingiustizia, a non accettare più l’inaccettabile.

Perché non crediamo nella riforma del sistema.
Perché la radicalità dele nostre idee si riflette in ciascuno dei notri gesti contro questo naufragio universale istituzionalizzato.
E dato che i governi si ostinano a calpestarci, organizziamo il contrattacco in ogni luogo; moltiplichiamo le azioni dirette contro le loro rappresentazioni. Usciamo dalla nostra zona di conforto per fare irruzionw nel loro quotidiano. All’abbordaggio dei loro quartieri, non lasciamoli sorseggiare tranquillamente il loro champagne mentre giustiziano l’umanità in tutta impunità. Riserviamogli un Welcome to Hell Part 2!

Per tutt* i/le prigionier* della guerra sociale.
La lucha sigue !

Collettivo di anarchic* solidal* ma non responsabili, pirat* dell’era anticapitalista senza frontiere, alla conquista dell’altrove.

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