Grecia: “Contro la società” di Nicolas Nessunos

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“La società è nemica degli anarchici? Neanche lontanamente, rispondiamo noi”
-Compagni anarchici per l’azione liberatrice

La citazione di prima è presa da un articolo, pubblicato nel giornale Percorso di Libertà, n. 134, Gennaio 2014, p. 5. Data la purezza delle intenzioni degli autori del suddetto articolo in merito al più generale progetto anarchico, ma anche per la loro forte critica, lanciata alla CCF e soprattutto all’anarchismo nichilista-insurrezionalista, credo che una chiarificazione, non un comunicato difensivo, sia necessaria. Essa non serve per chi si riconosce in quella corrente di pensiero ma è necessaria per tutti gli altri. Nella guerra che infuria contro le classi “pericolose” o anche contro i gruppi sociali, collettivi e individualità, che l’autorità cerca di definire secondo i propri criteri, anarchici nichilisti e insurrezionalisti, sembrano essere – sfortunatamente a causa della mancanza di solidarietà da parte delle più larghe forze sociali – un’attiva avanguardia del movimento anarchico. Un’avanguardia, non un elite, che agisce solamente usando lo strumento metodologico del contrattacco e dell’attacco diretto, distinguendosi dai vari progetti di attivismo inerme di disobbedienza civile (che non solo non prepara la strada per l’insurrezione ma al contrario la ostacola) nel rispedire la paura a chi detiene il potere.

Il resto, comunque, non è composto solo da iperaccumulatori di ricchezze (politici, uomini d’affari, industriali, ecc) ma anche da impiegati del settore pubblico e privato, di professionisti free-lance e anche lavoratori ordinari.

Composto da quei voltagabbana di classe, che vanno contro i propri vicini, al fine di sfruttarli per proprio tornaconto o diventare simili ai propri sfruttatori (credendo che questo permetterà loro di sopravvivere). Dalla domestica, che sparlerà delle colleghe all’impiegato nella malpagata sicurezza privata, che protegge i bene dei “padroni” e dal lacché disoccupato al povero pensionato, che infamerebbe un combattente anarchico o un migrante girovago. Dare la colpa all’errore o al bisogno, è solo una scusa. Il nemico quindi non sta solo nelle ville, ma anche nelle catapecchie. Vicino a noi. Nella nostra primaria, involontaria famiglia.

Pertanto si tratta di una guerra contro la falsa coesione sociale, contro questa vera società, che si definisce in un modo oppressivo e strutturato tale da riprodurre il dominio. Una guerra per la sua completa distruzione, al fine di far emergere dalle sue ceneri una prospettiva di progettazione di un’altra società con diversi criteri.

Quindi quelli che scelgono di seguire questo cammino di fuoco, devono essere consapevoli della vasta gamma di ciò che stanno combattendo e che devono attaccare con sentimento e sangue freddo, con una furiosa violenza organizzata in modo spontaneo e agile. Dal momento in cui viene presa questa decisione, la rottura è completa e sarebbe bene per loro sapere che la loro scelta cambierà la loro vita, possibilmente portandoli lontano, comunque, sicuramente li condurrà verso il cammino della libertà.

La risoluta attitudine dei prigionieri membri della CCF e delle altre cellule informali, che senza pietà, ripensamento o pausa, continuano, come altre, ad attaccare i potenti e le loro strutture, mostrano il potere dello svolgimento dell’azione insurrezionale “nel presente” e la natura impavida, propria di ogni persona che decide di ribellarsi. Questo è fondamentale. La lotta per l’Anarchia può solo passar sopra le ceneri della società esistente.

Nicolas Nessunos

fonte

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