Cile: Attacco esplosivo alla caserma dei carabineros di Santiago; un arrestato

Osservando alla distanza

Al calore del fuoco ci preparavamo per cenare. Qualcuno ha acceso la televisione e ha messo il notiziario a volume basso, qualcosa di frequente per noi che alziamo solo quando danno una notizia di nostro interesse.

Abbiamo cominciato a mangiare e a dare libero sfogo alle discussioni… ma di colpo tutta l’attenzione si è concentrata sull’apparecchio idiota. In Santiago era accaduto un nuovo attacco all’ideologia del Potere, questa volta uno sporco covo di carabineros nella zona alta della precordillera. Le immagini mostravano una caserma de Las Vizcachan con uno squarcio nel muro ma questo non era tutto, un bastardo agente era rimasto ferito, il congegno aveva colpito i funzionari che dormivano nelle loro stanze.

Fino a qui era una vera gioia vedere come correvano disperati questi bambocci di carne con le uniformi verdi, di diverse tonalità. Era un nuovo attacco contro i difensori dell’ordine imposto, un piccolo spazio in cui la dignità di ogni essere umiliatx, torturatx, incarceratx o perseguitx riscuoteva la sua vendetta. Seppur noi che eravamo riunitx al calore e alla compagnia dei compagnx di fronte a una ricca cena (senza morti) ci trovavamo a chilometri di distanza, abbiamo potuto fare anche nostro questo attacco. Per ognuno dei nostri corpi che in diverse occasioni abbiamo sentito impotenti (pur sempre mantenendoci orgogliosx e superbx di fronte ai bastardi) nell’essere picchiati o umiliati da quelli in uniforme. Oltre a sapere qual è l’unico obiettivo degli agenti dell’ordine in questa società, sentiamo con forte convinzione che azioni come quella di questa notte sono pienamente giustificate e dovrebbero riprodursi caoticamente, ad un livello proporzionato alla quantità di attacchi polizieschi che macchiano le istituzioni del Potere.

Seguendo attentamente ogni istante del notiziario, l’informazione era improvvisamente cambiata e ora si parlava di un arrestato. Gli stomaci si sono rivoltati in maniera così forte e rapida, mentre le nostre orecchie sentivano questa parte. Il modo in cui la polizia è arrivata all’unico arrestato ci sembra ancora molto strana, ma allo stesso tempo molto significativa della mancanza di operatività (e disintelligenza) poliesca, qualcosa che abbonda in questo territorio.

I/le nostrx sconosciutx compagnx si domanderanno qual è l’obiettivo dello scrivere questa piccola riflessione. Ecco perchè. Da quel giorno in cui abbiamo visto la notizia, la stampa ha taciuto in una maniera impressionante, chiaramente su mandato dalla polizia politica del regime democratico (ANI, Dipolcar e Bipe). Ma anche così, tra le poche informazioni che sono circolate, abbiamo trovato piccoli fatti che ci portano a solidarizzare con qualcuno che non conosciamo e di cui non conosciamo le posizioni. Infatti la famiglia di Victor ha detto che è vegano, la stessa accusa ha ammesso che lui non ha collaborato con l’investigazione e che è già stato detenuto per aver partecipato a manifestazioni, crediamo che questi siano motivi sufficienti per inviargli tutto il nostro newen e appoggio.

Non ci importano per nulla i codici legali, ci puliamo il culo con le loro leggi. Non ci interessa se Victor ha un legame con il bellissimo attacco contro quello schifoso posto. La sua attitudine dignitosa ci motiva a scrivere e fare una chiamata alla solidarietà diretta. A restare attentx per prevenire gli attacchi repressivi nell’ampio ambiente di lotta per la liberazione.

La formalizzazione delle accuse metterà in luce quello che vogliono l’accusa e il governo. Già hanno invocato la legge antiterrorista e si è sporto querela alla intendenza metropolitana. Stanno utilizzando tutte le loro carte per ottenere il carcere preventivo, come forma di portare avanti ed estendere la punizione il più possibile.

Rompiamo il silenzio e l’isolamento! Estendiamo la nostra tensione solidale!
In difesa degli attacchi indomiti contro la macchina del Potere!

SOLIDARIETÀ CON VICTOR MONTOYA!

Alcuni animali del bosco

Nota di Liberación Total sulla detenzione e incarcerazione di Victor

In seguito al comunicato di rivendicazione degli Amigxs de la Pólvora per l’attacco esplosivo al quartier generale dei carabineros, risulta chiaro che la polizia sta utilizzando nuovamente la strategia di accusare giovani con un determinato profilo (in questo caso vegano, che legge pubblicazioni legate al Caso Bombas e che ha precedenti per manifestazioni) che coincide con compagnx come Mauri, Tortuga o tantx altrx che sono passatx per il carcere, che la polizia del pensiero (polizia politica) collega come vicini ai sabotaggi e attentati. Come abbiamo detto, è chiaro che Victor coincide solo con il profilo che conviene al Potere, ma anche così la nostra solidarietà rimane. Alla nostra mail è arrivato un invito a togliere il testo “Osservando alla distanza”, perchè non sarebbe di aiuto a una solidarietà reale con Victor. L’unico motivo per cui vorremmo limitare la nostra solidarietà o la pubblicazione di testi anonimi inviati alla nostra mail sarebbe per iniziativa propria di Victor. Noi non abbiamo collegato Victor all’attentato, è stata la polizia e quei due cittadini parapolizieschi, quello che noi abbiamo fatto è stato aderire al testo solidale “Osservando alla distanza”, e ora usciamo con una nostra riflessione. Facciamo una chiamata alla solidarietà attiva con Victor, per la sua non collaborazione e perchè non vogliamo gabbie.

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