Bolivia: Dibattito in merito alla solidarietà con gli imprigionati Henry e Krudo

Segue la traduzione di tre testi da parte di collettivi e individui solidali con Mayron Gutiérrez “Krudo” e un gruppo solidale con Henry Zegarrundo, nel tentativo di chiarire quello che sta succedendo riguardo alla repressione in Bolivia, in merito alla quale si trovano contrapposti gruppi che appoggiano Krudo ed altri che invece lo considerano un collaboratore.

Inoltre, il progetto Liberación Total (Cile) ha preso una chiara posizione in merito al questo contrasto ritirando da ora in poi qualsiasi solidarietà con Krudo.

1. Solidarietà e/o appoggio incondizionale con Mayron (Krudo)

Da un punto di vista differente…

Già ci aspettavamo questo gioco sporco, che va a provocare quel cattivo sapore in bocca, l’incertezza di non sapere a chi credere. Ma non ci aspettavamo di cadere in un gioco di scontro di comunicati e di chi ha più gente che solidarizza con sé o di chi scrive meglio. O per essere la tale persona, la sua decisione pesa più di quella degli altri.

Siamo sicuri che lo stato boliviano si sta sfregando le mani in questi momenti per aver ottenuto il suo obiettivo, avendo creato questa rottura, questa dichiarazione manipolata di Mayron che è andata a generare questa disputa, e bene, il potere ha saputo giocarsela, ma questo non è l’obiettivo di questo comunicato.

Non vogliamo nemmeno sopportare questo conflitto. L’idea è poter vedere questa situazione da un altro punto di vista, far scendere da quel piedistallo chi pensa di essere l’unico prigioniero fermo e deciso in questa repressione (o glielo fanno credere), quello che preferisce credere alle merde dello Stato, quello che preferisce credere a gente che non ha niente a che vedere con le idee anarchiche piuttosto che a un compagno.

Siamo sicuri del compagno Mayron, sappiamo che non ha né collaborato né infamato. E non solo sta sopportando l’incarceramento, ma anche diffamazioni sulla sua persona, e sicuramente questo implica la non solidarietà verso di lui. Oggi siamo sicuri di questo gioco sporco machiavellico… Ma non è la prima e pensiamo che non sarà l’ultima volta che questa persona crede di aver preso nelle proprie mani la decisione che devono prendere gli altri. Assaporando il potere quando lancia lettere verso il basso, giocando sporco. Cercando di portare gente dalla propria “parte”. E isolando quelli che non lo fanno. Quando questa persona nella sua massima espressione tiranna porta a dividere, ci viene alla mente: dividerà e trionferà? Chiedendo che la gente prenda la sua stessa posizione rispetto al compagno Mayron presunto delatore e collaboratore, e come se fosse poco chiamando traditori quelli che non si adeguano alla sua decisione, non ci sentiamo che schifati da tutta questa situazione.

Perchè dopo vari mesi da quando tutte queste dichiarazioni già esistevano, prende decisioni e imposizioni per gli altri? Perchè leggendo la dichiarazione di chi aveva ottenuto i domiciliari danneggiando lui e altrx, non disse nulla e ora recentemente questa “furia” esplode non solo contro di lei ma contro una terza persona? A cosa si deve questa radicalità? E non è che abbiamo qualcosa contro la radicalità, ma solo quando questa è accompagnata dalla tirannia, la prepotenza e l’autoritarismo, non la accettiamo.

Quando permise per mesi sit-in che chiamavano il suo nome e quello della persona che ha infamato e ottenuto l’arresto domiciliario, ma di questa delatrice non ci importa nulla, ma sì ci ribolle il sangue quando ora danneggia una terza persona che non ha niente a che vedere con delazioni o collaborazioni. Quali sono le intenzioni di questo gioco sporco? Ma noi ci manteniamo in piedi e salutiamo il compagno Mayron per la sua attitudine combattiva. Per essersi mantenuto fermo di fronte a questa repressione, avendo negato la collaborazione in cambio dell’arresto domiciliario (proposta che ancora si mantiene in piedi). Perchè dopo essere stato segnalato come collaboratore, ora riceve la schiena di quelle persone che decidono di solidarizzare con Henry, svalutando la sua volontaria attitudine guerriera.

Approviamo e applaudiamo l’interesse di moltx di venire di persona in queste terre per conoscere la situazione e così poter prendere una posizione propria. A quella gente che tira pietre senza conoscere la situazione reale e crede a tutto quello che dice una persona (o solo il suo giudizio), a chi accetta questo pezzo di ballo senza sapere la canzone, e non danno altro che calci anziché passi soavi, non ci interessa dare spiegazioni perchè si alienano dentro a qualche parola.

Si sono superati limiti, limiti che non hanno nome. Quando al momento di prendere una posizione rispetto a questa frammentazione, per alcuni non si tratta di altro che della fotocopia di una decisione erronea o a volte di un semplice ordine. Non ci interessa dividere e trionfare, e ancor meno giocare al ribasso, ci interessa appoggiare nel momento più difficile Mayron a cui mandiamo il più caloroso saluto pieno di affetto e forza. Perchè quando gli hanno offerto la chiave della sua libertà la ha semplicemente rigettata, né l’ha presa in considerazione come alternativa alla sua carcerazione.

Senza altro da dire, speriamo solo che queste parole di appoggio arrivino a chi sta isolato e sta soffrendo sulla propria pelle già vari mesi di carcere e diffamazioni. Compagno non sei solo, per il mondo hai compagni che ti appoggiano, persone che credono in te, e non svalutano la tua implacabile forza.

Forza compagno Krudo!!!

Individux in solidarietà con Krudo

2. “Non cadiamo nel loro gioco”

Crediamo che sia tutto stato un cattivo (o buon) scherzo della polizia, e più che mai convintx del nostro compagno Mayron sappiamo che lui non ha infamato né collaborato, siamo parecchio confusi riguardo alla posizione del compagno Henry su Mayron, poiché non si è manifestata chiaramente in nessun comunicato, e abbiamo solo sentito voci sulla sua decisione.

Chiamiamo alla riflessione quelli che stanno solidarizzando solo con Henry e lanciando comunicati parecchio offensivi per chi non merita queste parole o prospettive verso la propria persona. Indagando un po’ di più sul tema della presunta collaborazione e delazione del compagno, non è questione di sentire una sola persona o lasciarsi trascinare dalle voci; quelle dichiarazioni già le hanno analizzate, per lo meno quelli che hanno avuto l’interesse di farlo ed è chiaro che non c’è stata collaborazione né delazione alcuna, ma solo il chiaro errore di firmare una dichiarazione con parole deformate, il che in nessun modo si considera delazione e/o collaborazione, dobbiamo dare capacità all’analisi e comprendere questo tavolo di lettere, che lo Stato ha cercato, darci la nausea per arrivare a questa divisione con i nostrx, perchè se Mayron fosse entrato in questo gioco di aiuto alla polizia non sarebbe nel carcere dal 4 di Giugno. Già quasi 6 mesi di carcere.

E rispetto a Nina è il suo comunicato che mette in chiaro la sua posizione di collaboratrice e delatrice, in seguito a questo la accompagna in modo peggiore Virginia Aillon a cui non daremo protagonismo perchè è ben lungi dal meritarlo.

Accompagniamo questo comunicato non solo con la riflessione ma anche con il più forte appoggio al nostro compagno Mayron, a cui è toccata una parte difficile, dopo l’incarceramento, le bugie e le cattive interpretazioni sulla sua situazione. Lui non ha abbassato le braccia né ha date le spalle alla lotta. Forza compagno, anche tu ti mantieni in piedi e indomabile alle mani del Potere!

Approfittiamo per fare una chiamata ai collettivi e individui della Bolivia a chiarire le voci che stanno correndo sia su Henry che su Mayron. E chiarire la situazione emozionale e “legale” dei compagni.

Libertà per Krudo e Henry, abbasso questo montaggio dello stato boliviano.

“Solidarietà con i compagni arrestati in Bolivia”

3. Solidarietà nera. Blog in solidarietà con Henry
+ Testo di lancio [e nota di LT]

Una nuova iniziativa. Uno stesso obiettivo: solidarietà e lotta.

L’intenzione di questo testo è fondamentalmente rendere noto il nostro sito in solidarietà con il compagno Henry Zegarrundo e anche chiarire alcuni fatti e informazioni rispetto alla sua particolare situazione, ricordando sempre che si trova parte di un processo giudiziario insieme ad altre persone. È precisamente qui che si trova l’importanza di rendere evidenti le nostre idee, poiché confusione sembra essere la parola più appropriata per definire la situazione attuale.

Crediamo fermamente che la lotta sia nelle strade, lì sta il nostro cuore. Ma oggi abbiamo deciso di creare questo spazio, a causa delle poche e in alcuni casi erronee informazioni che circolano nel web. Per questo crediamo anche necessario fare un breve riassunto di quello che è successo da quel 29 maggio.

-Breve cronaca di un cammino impervio: solidarietà e carcere, dignità e collaborazione.

Da quando i fatti repressivi hanno cominciato a succedersi quasi 6 mesi fa, abbiamo visto la necessità di mantenere la unità del movimento sia dentro che fuori la prigione. Crediamo fermamente che unitx siamo più forti e ci aspettavamo un’attitudine da compagnx da parte di tutto il movimento anarchico-libertario boliviano. Ma questo spirito di lotta che ci aspettavamo…. ora non lo aspettiamo più perchè già si è mantenuto molto silenzio.

Il colpo che ci ha propinato lo Stato (che nelle nostre terre si auto-denomina socialista e rivoluzionario), ha colpito tuttx allo stesso modo, da quellx più sociali fino a quelli più critici. Da quellx che lottano per la distruzione del patriarcato fino a quellx che si oppongono allo sfruttamento degli animali e della natura, passando anche per altri posizionamenti che convivono nell’ampio spettro libertario.

Se il colpo è giunto a tuttx, allora più che mai bisognava unirsi, peccato che questo non si è compreso e che la prima cosa che si è fatto è stata il “si salvi chi può”. Così, dopo le prime detenzioni, moltx sono usciti in libertà in cambio di infamare facendo il nome di altrx compagnx. A causa di questo sporco gioco, restarono detenutx in quello stesso momento o dopo, solo tre persone.

In questo modo, in questi primi mesi, la nostra solidarietà è stata per tuttx i/le detenutx. Tuttx erano nostrx compagnx e come tali, il nostro appoggio era per chi era rimasto catturato tra quelle sbarre. Riteniamo che come anarchico non era dignitoso cominciare a innalzare il nome di ognunx per una strada separata dagli altrx. Ma non mancò chi solidarizzò solo con “il/la sux prigionierx”, lasciando in secondo piano gli altri. Questo, per noi, si deve a una carenza di analisi politica della situazione, ma anche alla priorità data alle relazioni di amicizia al di sopra dell’essere compagnx.

È importante mettere in evidenzia che Henry lottò per mantenere una posizione comune tra i/le detenutx, nonostante le differenze. Purtroppo, la pressione dello Stato mediante l’incarceramento ha potuto di più. Ha fatto cadere il resto dei/le prigionierx nel gioco del Potere, dichiarando o avallando dichiarazioni che danneggiavano altrx. In questo collaborarono anche alcune persone di fuori, che cercarono di diffondere la non-solidarietà tra i/le prigionierx, il disaccordo e perfino la delazione… alcune persone continuano a farlo.

Così il compagno con cui oggi stiamo solidarizzando è l’unico che non utilizza la sua dichiarazione come opportunità per scagionarsi. Delle altre due persone, delle quali una è agli arresti domiciliari, non possiamo dire lo stesso. Di buona o mala voglia, le loro firme su una dichiarazione (che può essere reale o modificata da un avvocato difensore), stanno danneggiando Henry. Questi sono i fatti, non “interpretazioni” nostre.

Vogliamo distruggere il problema e non riprodurlo.

Come conclusione: si collabora con lo Stato quando si serve ai suoi fini.
Questo paio di dichiarazioni (insieme alle precedenti dei primi giorni) vengono a rafforzare la credenza dei p.m. sul fatto che Henry sarebbe il “capo” di una immaginaria organizzazione terrorista. Che ognuno a sua volta ne tragga le proprie conclusioni. Noi già abbiamo tratto le nostre e abbiamo marcato le distanze che determinano la nostra posizione di lotta e la nostra solidarietà.

Crediamo necessario evidenziare il degno esempio dei/le compagnx degli Stati Uniti, che nonostante rischino anni di carcere, hanno preferito mantenere il silenzio piuttosto che dare informazioni che potrebbero utilizzare contro altrx combattenti. Forza ai resistenti al Grand Jury, siamo con voi!

Vogliamo la libertà di chi lotta contro la prigione, vogliamo la distruzione di tutte le prigioni e della società che le contiene. Per estensione, nonostante questo triste scherzo da parte degli altri detenuti, non desideriamo il carcere per nessuno.

Per la liberazione immediata del compagno Henry Zegarrundo!
Gabbie per nessuno! -Carceri: demolizione!

Solidaridad Negra
SolidaridadNegra.wordpress.com
solidaridadnegra[arroba]riseup.net

Nota di LT: Come spazio di propaganda, crediamo importante prendere posizione di fronte alle situazioni quando è necessario, il silenzio o posizioni ambigue generano solo confusione, il che può portare a dare spazio ad atteggiamenti che rappresentano i non-valori della società. È necessario accentuare le idee e condividere esperienze, per trarne conclusioni e metterle in pratica nella lotta.

Lo abbiamo già menzionato condividendo quanto scritto dal compagno Alessio, quando diceva che tutte le opzioni prese con coscienza e senza mettere nei guai altrx compagnx sono tremendamente dignitose. E in relazione a questo l’unico che ha mantenuto una posizione dignitosa di fronte alla vendetta del Potere, mantenendo il silenzio e negando di collaborare, è il compagno Henry, con cui solidarizziamo.

La dichiarazione di fronte alla macchina giudiziaria in sé sola non è una collaborazione con il nemico, ma lo è quando nella dichiarazione si coinvolgono altre persone nei fatti sotto investigazione o si confermano dati della polizia (come “ingenuamente” fece Goldenberg nel Caso Bombas, trasformandosi in un collaboratore), convertendo sospetti in conferme. Non è una giustificazione il fatto che un avvocato abbia fatto male il suo lavoro, perchè non è l’avvocato che si dichiara anarchico. Il Potere riesce solo a “dividere e governare” quando non ci sono posizioni ferme e quando il tentativo di salvare la pelle seppellisce le convinzioni che alcune volte si credeva di difendere.

Questa è la nostra posizione di fronte al contesto repressivo in Bolivia, non ci interessa rimanere bene con tuttx né fingere radicalità, prendiamo una decisione sulla base di fatti, che crediamo coerente con il nostro progetto. Da ora in questo spazio non c’è posto per Krudo né per quelli che vogliono solidarizzare con lui.

Solidarietà con Henry! Forza a tutti gli irriducibili!

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