Atene: Aggiornamento sul caso di Lotta Rivoluzionaria (28/11/11)

7° giorno del processo contro Lotta Rivoluzionaria (Lunedi 28/11/11)

La settima udienza del processo a Lotta Rivoluzionaria inizia con gli interventi degli avvocati D. Vagianou, K. Dailianas, S. Fitrakis e A. Paparousou riguardo al congelamento dei conti realizzato dall’Autorità Indipendente per la Lotta e la Legalizzazione dei Proventi da Attività Criminali e il Finanziamento di Terrorismo e Controllo delle dichiarazioni dei redditi, senza che gli accusati siano stati condannati per reati di terrorismo. Il che significa che il processo inizia senza la supposizione di innocenza visto che viene suggerito che i reati sono stati commessi. Visto che una specifica autorità superiore ha deciso che gli accusati sono colpevoli di reati di terrorismo, qual’è il motivo di continuare questo processo, ha sottolineato S. Fitrakis. Una richiesta degli avvocati è che i giudici diano garanzie che gli accusati sono ancora sotto processo e che i loro beni congelati possono tornare in loro possesso.

S. Nikitopoulos è intervenuto dicendo che loro lo classificano nella lista di persone sospette di terrorismo, mentre i politici corrotti e gli uomini d’affari sono assenti. Ha dichiarato che come anarchico non ha illusioni perché sa fino a dove può arrivare lo stato, ma l’articolo 187A respinge la presunzione di innocenza e sfacciatamente regolamenta i reati.

Il giudice ha annunciato che gli avvocati potranno prendere dalla segreteria i documenti che confermano che il processo è in corso.

Dopo ciò, P. Roupa ha notato che il rifiuto della richiesta di escludere K. Papathanasakis come testimone era previsto, visto che questo è chiaramente un processo politico con una evidente convergenza tra corpo giuridico e meccanismo oppressivo. La formalizzazione delle accuse è nell’aria e visto che K. Papathanasakis testimonierà ciò che gli diranno di dire non può essere ascoltato, quindi si chiude la strada per i giudici di giudicare ciò che è giusto o sbagliato. Comunque, ha sottolineato “voi siete qui come figure politiche e non come giudici”. Continuando, P. Roupa ha accusato Papathanasakis di essere un omicida e torturatore che ha una pendenza penale a carico per l’omicidio di un immigrato pakistano, quando era in servizio nella stazione di polizia di Nikea nel 2008, mentre lui è stato quello che ha abusato e torturato K. Gournas. Questo è il tipo di persona che supporterà questa intera lista di accuse ufficiali.

Poi c’è stata la testimonianza di Papathanasakis con il giudice e il pubblico ministero che hanno fatto alcune domande formali, mentre lui provocatoriamente ha risposto più che altro con “Non so” o “Non ricordo”, rendendo impossibile il comunicare dettagli precisi riguardo alle investigazioni che ha compiuto. Nello specifico ha detto di aver presenziato solo a due sorveglianze iniziali, mentre per le altre ha solo riunito le dichiarazioni orali e non scritte. Quando gli avvocati lo hanno attaccato dicendogli che “quando un testimone dichiara dei fatti da una fonte terza, sono obbligati a nominare la fonte delle informazioni”, lui ha risposto che non può ricordare i nomi delle sue fonti perché l’intero reparto antiterrorismo era nell’operazione, il che significa 100-200 persone.

Più specificatamente, alle domande del pubblico ministero e del giudice, Papathanasakis ha menzionato che il motivo delle sorveglianze era stato lo scontro a Dafni con L. Foundas nella cui casa avevano trovato una scheda telefonica dalla quale erano partite due chiamate a due specifici numeri appartenenti a N. Maziotis e V. Stathopoulos. Inoltre ha detto che in possesso di V. Stathopoulos è stata trovata un appunto con numeri di cellulari e nomi in codici appartenenti a S. Nikitopoulos e Ch. Kortesis. Il telefono di S. Nikitopoulos non ha ricevuto alcuna chiamata mentre l’altro non è nemmeno stato trovato in possesso di Ch. Kortesis. Nel fascicolo del processo inoltre, delle 149 chiamate fatte all’altro telefono, solo 15 sono state registrate, quelle fatte da un telefono a scheda. Alla domanda di G. Rahiotis sul perché sia accaduto ciò, Papathanasakis ha detto che il resto delle chiamate non sono state considerate importanti. Ovviamente la registrazione delle altre chiamate non era nell’interesse di Papathansakis e il suo reparto, perché la teoria che il cellulare abbia una funzione cospirativa collasserebbe subito. Riguardo alla persona che ha sentito le chiamate, Papathanasakis non ricorda chi fosse.
Un altro punto sul quale si sono concentrati gli avvocati è stato l’incontro a Kesariani. Secondo la testimonianza di Papathanasakis, da una discussione telefonica avvenuta il 31/3/2010, gli investigatori erano davvero legittimati a credere che l’organizzazione stesse preparando un colpo e definisce l’incontro a Kesariani come cospirativo, perché N. Maziotis ha lasciato la macchina lontana e indossava occhiali da sole al punto di incontro. Lui ovviamente non dice che l’incontro è avvenuto di mattina, che gli accusati V. Stathopoulos, S. Nikitopoulos e Ch. Kortesis avevano parcheggiato le loro auto e moto nel parcheggio vicino al punto di incontro, e che sono rimasti li per un minuto e hanno parlato in pubblica via e nulla di cospirativo è avvenuto in quell’incontro.

Piuttosto pressante è stato l’avvocato M. Daliani riguardo alla testimonianza di Papathanasakis secondo la quale V. Stathopoulos il 5/4/2010 è andato a Hymitos presso una zona deserta, nella quale in seguito sono stati uditi degli spari. Dopo poco V. Stathopoulos è andato via e dopo un’indagine sono stati trovati dei proiettili, che non sono stati correlati con le armi, ciò significa che era andato li per far pratica di tiro. L’avvocato ha presentato un documento che riporta che questo specifico evento è accaduto l’11/4/2010, mentre V. Stathopoulos era già in arresto dal 9/4/2010. Alla domanda dell’avvocato su come ciò sia potuto accadere, Papathansakis ha risposto che per la prima volta nota questa contraddizione.

Molto contraddittoria è stata anche la prova che ha fornito riguardo alla sorveglianza della casa di V. Stathopoulos in Likourgou street, che ha definito un covo. Secondo il resoconto dei suoi sottoposti, V. Stathopoulos e Ch. Kortesis hanno lasciato la casa in Likourgou street e con una moto sono andati a casa del compagno V. Stathopoulos dove quest’ultimo scende. Dopo un paio d’ore Ch. Kortesis esce dalla casa in Likourgou street, senza che nessuno lo noti rientrare, stavolta accompagnato da N. Maziotis in una renault megane. Secondo le informazioni della polizia, la macchina aveva una targa audi ed era stata rubata a Salonicco. Alla domanda degli avvocati su come Ch. Kortesis potesse essere uscito due volte da casa, mentre invece è stato visto uscire una volta solo, Papathanasakis ha detto che probabilmente c’è un’omissione da parte degli agenti che hanno realizzato la sorveglianza, senza ovviamente nominare gli agenti.

Particolare interesse è stato generato da una serie di domande da parte degli avvocati, ovvero se durante la sorveglianza si sono raccolte prove delle azioni individuali.

Domande tipo:

“Hanno compreso l’ingresso di alcuni degli accusati nelle case considerati “covi” durante la sorveglianza?”

“Durante la sorveglianza dei telefoni sono stati rintracciati momenti di organizzazione di crimini?”

“Uno degli accusati è stato tracciato facendo una chiamata da un telefono con la scheda?”

“Sono state trovate impronte degli accusati in qualcuna delle case “covi”, armi o macchine?”

“Quale crimine emerge dall’incontro in pubblica via da parte di alcune persone che sono amiche o dalla visita di una persona agli amici o presso le loro case?”

Le risposte di Papathanasakis sono state negative, sottolineando che l’unico reato è emerso dall’uso di una macchina rubata e che il loro arresto è avvenuto per motivi preventivi.

G. Rahiotis ha insistito soprattutto sul fatto che l’ambasciata americana avesse messo una taglia di 1.000.000 su Lotta Rivoluzionaria e ha chiesto al testimone se lui ha ricevuto quel denaro. Papathanasakis ha risposto che non sa nulla del denaro e che se l’avvocato voleva, lui poteva chiedere all’ambasciata americana di scoprirlo. Infine l’avvocato ha rivelato che durante il trattenimento di Ch. Kortesis al GADA (stazione centrale di polizia ad Atene),a quest’ultimo viene impedito di contattare il suo avvocato mentre l’avvocato stesso chiedeva insistentemente di vederlo da 2 giorni, ma non gli veniva permesso. Papathanasakis ha risposto provocatoriamente ancora una volta che lui non era a conoscenza di quanto successo.

Il processo continuerà il 12/12/2011 e Papathanasakis sarà esaminato dal resto degli avvocati.

fonti: act for freedomnow, safa.espiv.net

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